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E' iniziata la rivoluzione dei #touchpoint

Autore: Redazione


In media si utilizzano 4 punti di contatto prima di acquistare. Il 20% dei touchpoint è responsabile dell’80% dell’impatto. Da passivi a interattivi, hanno ruoli diversi secondo l’esigenza del consumatore. A dirlo è TNS

Consumatori connessi, sempre più informati, attenti, più o meno desiderosi di attivare relazioni con i brand più attrattivi, pronti a utilizzare sempre nuove tecnologie per comunicare online o nel punto vendita. In un contesto così affollato di touchpoint nuovi o ampiamente collaudati, le aziende si ritrovano a dover analizzare performance ed impatto di ognuno di loro, per valutare l’efficacia delle iniziative attivate. Quattro punti di contatto in media Se ne è parlato al Convegno “Digital Marketing & Retail” tenutosi a Milano, in Deloitte Greenhouse. “In media, si utilizzano 4 punti di contatto, prima di fare un acquisto - ha aperto Walter Caccia, head of brand & communication, TNS -. Certo questo dato varia secondo le diverse industry e categorie merceologiche. Nel Travel si attivano mediamente 3,7 touchpoint prima di un acquisto, in area Technology 4,3, nell’acquisto di un’auto il marchio ha addirittura 5 opportunità in media per convincere i potenziali acquirenti. Nell’attivazione di un mutuo con una banca, soprattutto se è la prima volta, arriviamo anche a 7-8 touchpoint rilevanti nella scelta e ogni esperienza può modificarla. Due punti importanti emergono: da un lato, non esistono più percorsi d’acquisto lineari e questo rende sempre più complesso individuare i pattern comuni nell’acquisto. Dall’altro è necessario identificare i touchpoint che hanno maggior influenza nella conversione, ovunque essa si concretizzi”. Attività digitali non più slegate dalle iniziative veicolate sugli altri media Ecco perché l’analisi delle performance e dunque la valutazione dell’impatto dei diversi touchpoint sulle vendite deve essere unificata e ancor più centrata sul destinatario dei messaggi, il cliente. Si arriva dunque a una valutazione dell’efficacia delle diverse attività comparate sia fra touchpoint stessi, sia in relazione a quelle dei competitors. Non ha più senso valutare le attività digitali slegate dalle iniziative effettuate su altri media, o la fruizione di alcuni contenuti non inserita nel contesto unico, complessivo in cui “vive” il brand: la mente del consumatore. “Se prima ogni touchpoint corrispondeva a un canale passivo/a senso unico, per mandare un messaggio specifico o assolvere una particolare funzione, oggi non è più così - ha continuato Caccia -. Ed è l’interazione del consumatore con i brand che ha modificato le regole del gioco. Oggi il consumatore usa i social con funzioni diverse, dalla ricerca di customer service (34%), all’entrare in contatto per attività di brand engagement (47%, al processo d’acquisto (23%). Li utilizza “al bisogno” e per l’obiettivo che ha in quel momento, per lui non ha importanza il fatto che un canale sia stato pensato per fornire informazioni, per creare brand engagement o per fare customer service”. Touchpoint multiuso Ogni touchpoint può assolvere a diverse funzioni e deve dunque essere pensato e valutato tenendone conto. Inoltre, questo implica che le funzioni aziendali che ne sono responsabili devono poter lavorare insieme con KPIs integrati e condivisi. Le logiche sottese superano le strutture organizzative aziendali, oggi per silos, trovando il modo per integrare istanze e messaggi, focalizzando l’attenzione sulle esigenze del consumatore. “In questa nuova ottica, non più focalizzata sul canale di contatto medesimo, abbiamo visto che, in media, il 20% dei touchpoint è responsabile dell’80% dell’impatto - ha proseguito Caccia. La buona notizia è che, una volta individuati i più efficaci, le aziende possano focalizzarsi su questi per concentrare i loro sforzi, ottimizzando l’execution e le risorse investite”. Touchpoint chiave di volta del marketing e non solo I toucpoint sono dunque il cuore dell’attività di marketing e non solo. Diventano la chiave per connettersi al consumatore, si tratti di brand engagement, di influenzare la conversione o di gestire la customer experience e ci spingono oggi ad agire in modo integrato, anche all’interno dell’azienda, che si riadatta dal punto di vista organizzativo per seguire il cambiamento esterno. Una visione unificata, basata sul significato delle diverse esperienze che le attività di marketing e relazione hanno sul consumatore. Per questo, le aziende devono essere preparate ad ascoltare e a rispondere ai touchpoint, almeno tanto quanto sono pronte ad attivarli. Si tratta di interazione e la grande sfida sarà quella di saper comprendere dove focalizzarsi, perché l’impegno da profondere è elevato e i brand sanno che la prima grande scelta strategica è decidere dove i propri sforzi hanno il risultato migliore. <

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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