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Clickpoint: advertising digitale a 360 gradi con un focus sul programmatic

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L’approccio consulenziale adottato dalla struttura si traduce in progetti tailor made sugli obiettivi del cliente e in proposte cross device e cross channel che si affiancano a soluzioni orientate al performance marketing. Il ceo e founder Roberto Siano fa un riassunto dello scorso anno, che ha avuto il programmatic adv come focus

La continua evoluzione del programmatic non fa paura a Clickpoint. Per la società attiva da 10 anni su tutto il panorama dell’advertising digitale, rappresenta invece uno stimolo a proporre nuove feature capaci di migliorare la reportistica, i tempi di messa online delle campagne, la raccolta e l’utilizzo dei big data. I risultati sono confermati proprio dalle parole dei clienti che hanno investito su campagne data driven: lavorare con Clickpoint ha permesso di raggiungere un ROI  più elevato sugli acquisti automatizzati. Forte delle esperienze positive maturate nel corso dell’anno, l’agenzia sta continuando ad investire in questa direzione, studiando i trend legati all’header bidding e al supply pathing per proporre la giusta soluzione rispetto agli obiettivi dei clienti ed in linea con le evoluzioni del mercato. Il ceo e founder Roberto Siano, contattato da Dailynet, ha tracciato un’overview del modus operandi dell’azienda.

Clickpoint è una digital agency a tutto tondo. Quali sono i vostri punti forti?

In 10 anni di attività, siamo cresciuti con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nel panorama della digital advertising in grado di offrire ai nostri clienti un servizio completo, dalla consulenza, allo studio di soluzioni tailor made sugli obiettivi di business di ciascun cliente. La nostra forza è proprio quella di garantire un ventaglio di proposte diversificate, cross-device e cross-channel, che si affianchino alle soluzioni orientate al performance marketing che rimane il nostro principale core business in termini di forte orientamento al raggiungimento di risultati concreti e misurabili ed in termini di ROI. Tutti i nostri servizi sono supportati da una tecnologia proprietaria progettata e sviluppata con logiche di efficienza per offrire il massimo dell’efficacia ad ogni campagna.

Durante il 2017 avete potenziato la vostra offerta in programmatic. Quali sono state le introduzioni più importanti?

La decisione strategica di porre un maggiore focus in ambito Programmatic è maturata anche a seguito della crescente domanda da parte del mercato di pianificazioni finalizzate alla brand awareness e all’incremento dei visitatori ai siti di e-commerce. Con l’obiettivo di soddisfare pienamente le richieste dei clienti, abbiamo introdotto nuove features a livello di reportistica integrata e di riduzione dei tempi di messa online delle campagne per venire incontro, da un lato, alla crescente richiesta di trasparenza sui principali KPI di pianificazione ed audience insights e, dall’altro, per garantire una maggiore rapidità in risposta ad un mercato sempre più dinamico, oltre che a sostegno di quelle operazioni commerciali o promozionali di breve durata. Inoltre, a supporto delle attività orientate al Programmatic, abbiamo affinato la nostra tecnologia per la raccolta e l’utilizzo dei big data, rendendola ancora più efficiente nella rilevazione e analisi delle preferenze e delle abitudini di navigazione degli utenti, in modo da veicolare in tempo reale soltanto messaggi di effettivo interesse. A conferma del buon lavoro svolto, il 50% delle aziende che hanno investito in campagne data-driven con Clickpoint, afferma che gli acquisti automatizzati hanno portato un ROI più elevato rispetto a quelli tradizionali.

Il mondo del programmatic sta vivendo un momento di fervore con i primi scricchiolii dell’header bidding e l’utilizzo del supply-path optimization. Come inquadra la situazione attuale del segmento?

Lo scenario complessivo del mercato è in continua evoluzione, e a maggior ragione lo è quello del Programmatic, che ne rappresenta la tendenza principale dell’ultimo periodo: con l’affermarsi dell’header bidding ne sono emersi i pregi e i punti deboli. In un’ottica di assestamento e di ricerca di benefici sia per i publisher che per gli advertiser, è fisiologico che emergano nuove tecniche di ottimizzazione come il supply-pathing. È molto probabile che il reale equilibrio nei meccanismi a disposizione di domanda e offerta si avvicinerà con strumenti che ancora non sono a disposizione del mercato: in quest’ottica è importante che realtà come la nostra sappiano analizzare nel minor tempo possibile i segnali e i trend, valutare le alternative tecnologiche disponibili, e proporre le soluzioni di business più convenienti per i partner coinvolti.

Proponete campagne a performance, e queste ruotano intorno alla misurabilità dei risultati. Credete che ci siano dei KPI particolarmente sottovalutati (o poco considerati) all’interno della industry?

I KPI, e i risultati che ruotano intorno a questi, devono essere misurati in base agli obiettivi preposti e non devono essere un metro di misura fine a sé stesso. Nel marketing digitale è possibile misurare qualsiasi cosa ma più i dati aumentano, più aumenta la complessità dello scenario di valutazione di una o più attività e, di conseguenza, aumenta anche il rischio di perdere di vista il vero obiettivo di una strategia di comunicazione. Il consiglio che Clickpoint condivide con i propri clienti, attuali e prospects, è sempre quello di semplificare il più possibile, considerando il contesto specifico in cui si colloca ogni attività. Per esempio, un indicatore come il click through rate può fornire informazioni sull’efficacia di un annuncio pubblicitario, ma risulterebbe pretenzioso considerare un annuncio migliore di un altro solo in base al CTR senza incrociare tale dato con il conversion rate che, nel caso specifico, consente di capire quale sia il messaggio che maggiormente avvicina l’utente finale a una vendita o a una registrazione a un servizio. Clickpoint, su questi aspetti, ha un ruolo fortemente consulenziale aiutando i propri clienti ad individuare i migliori KPI guidati dal contesto in cui si colloca lo specifico brand con i suoi prodotti e servizi, considerando indicatori di performance quantitativi e qualitativi che, indipendentemente dal numero di registrati o di vendite prodotte da una attività nell’immediato, contribuiscono a renderla una strategia efficace. Questo senza mai dimenticare che il KPI fondamentale dietro ad ogni strategia di marketing e che guida le decisioni di investimento è sempre il ROI e Clickpoint ha ormai acquisito la consapevolezza, che abitualmente condivide con successo con tutti i propri clienti, di quelli che sono gli indicatori chiave su cui poterlo valutare in modo veramente strategico, utilizzandoli anche come leve per la definizione delle azioni future. <


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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