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comScore: secondo il report “Internet in Italia”, viewability al 54% e bassa incidenza dell’ad-blocking

Autore: Redazione


Il 65% degli italiani è connesso a internet, soprattutto tramite mobile dove è boom del video e delle applicazioni di messaggistica, ma solo uno su tre scarica almeno un’app al mese. E il nostro Paese fa registrare i più alti tassi d’acquisto via mobile sia da app sia da browser

Nel report “Internet in Italia”, pubblicato ieri da comScore, la società di misurazioni ha presentato un puntuale riassunto dello stato di penetrazione di internet nel nostro Paese, insieme a uno sguardo ai trend del 2017 a livello globale. Il 65% degli italiani è connesso a internet, soprattutto su mobile, dove aumenta il numero di utenti “mobile only”. Si registra anche un boom del video e delle app di messaggistica, in particolare Facebook e Whatsapp, ma solo un italiano su tre scarica almeno un’app nuova al mese. Il nostro Paese è quello che registra i più alti tassi d’acquisto via mobile sia da app (11,2%) sia da browser (16,4%). Positivo il quadro dell’advertising, la viewability è salita al 54% e si registra bassa incidenza dell’ad-blocking, marginale su mobile del 13% su desktop. Queste sono solo alcune delle evidenze emerse dallo studio che disegna uno scenario del digitale “ancora in chiaroscuro”, come lo ha definito Fabrizio Angelini, ceo di Sensemakers e rappresentante di comScore in esclusiva in Italia. Lo spostamento delle audience digitali e la concentrazione del traffico A dicembre 2016 il 65% degli italiani (due su tre) risultava connesso, un dato trainato principalmente dagli accessi al web da mobile, in aumento de 12% rispetto al 2015. La crescita della popolazione online è evidente, e anche se il dato mette in luce dei gap rispetto ai Paesi più evoluti. La penetrazione di internet in Italia calcolata sui maggiorenni e su base mensile si ferma, infatti, al 64% mostrando un differenziale significativo che tuttavia lascia ancora aperte molte opportunità di crescita. La distanza è già nota rispetto agli accessi da desktop, ma anche lato mobile il 53% di penetrazione registrato dall’Italia, risulta di 25 punti percentuali inferiore agli Stati Uniti (attestati al 78%) e di 17 rispetto al Regno Unito (70%). I dispositivi mobili sono comunque il driver determinante di crescita dell’utilizzo di internet in Italia. Nel 2016, infatti, sono cresciute del 12% le persone che hanno navigato in rete almeno una volta al mese con i propri device mobili a fronte di un calo del 4% delle navigazioni desktop. Nonostante l’utilizzo del mobile sia largamente complementare a quello del desktop, una fetta sempre più consistente di utenti, giovani in particolare, è “mobile only”, (circa un terzo rispetto a chi accede da desktop). Sui device mobili alla fine del 2016 gli italiani spendono circa due minuti su tre (65%) del tempo totale online (in linea con i dati USA, 69% e UK, 64%). Lo spostamento delle audience si nota, dunque, anche sulla distribuzione e sulla concentrazione del traffico online. Riguardo a quest’ultima, in Italia oltre la metà del tempo in rete è trascorso sui social media e sui servizi di messaggistica, mentre in USA e UK sono maggiormente fruiti i contenuti  di entertainment. Il ruolo delle app nell’ecosistema Sulle dinamiche appena descritte, giocano un ruolo determinante le app, che registrano un tempo di utilizzo di circa il 90% da mobile, ossia il 57% del tempo totale speso in rete (dati allineati ai Paesi “internet ready”). Circa il 60% del tempo totale è trascorso sulle due app più utilizzate, WhatsApp e Facebook, mentre in termini di penetrazione sugli utilizzatori di smartphone le prime 10 app per utilizzo appartengono a Google o Facebook. L’alto grado di concentrazione emerso è da associarsi a elevate barriere all’entrata, poiché solo il 34,2% dei possessori di smartphone in Italia scarica almeno una nuova applicazione al mese, come accade anche in Germania e Spagna (rispettivamente 33,7% e 31,7%) leggermente meno in Francia (23,4%) ma non UK (41,4%) e USA (48,7%) dove emerge una maggiore disponibilità a scoprire nuove app. La mobile audience italiana, messa a confronto con i consumatori degli altri Paesi più sviluppati, fa però registrare i più alti tassi di acquisto via mobile sia da app (11,2%) che da browser (16,4%). Cresce l’importanza dei video online Crescono del 34% (da 3,3 a 4,4 milioni) gli utenti che guardano video quasi ogni giorno. La crescita delle visualizzazioni da smartphone in Italia (+15% nel 2016) è seconda solo a quella registrata in Germania (+19%) e conferma il grande potenziale della fruizione di video on-line in mobilità. A dicembre 2016 sono stati 28 milioni gli italiani che hanno guardato video online attraverso il desktop e 18 milioni tramite smartphone (sono il 55,5% oltre la metà dei possessori di smartphone italiani). Considerando il tempo speso da desktop nella visualizzazione dei video emerge chiaramente come, in futuro, l’utilizzo della rete come piattaforma di entertainment possa diventare sempre più rilevante nella dieta mediatica degli italiani. Nel Belpaese, infatti, le fasce di età più giovani utilizzano fino a metà del proprio tempo online tramite desktop per guardare video editoriali. Il record spetta alla fascia 15-24 (52%) seguito da quella 6-14 (46%), mentre per le fasce d’età più adulte il dato si assesta a poco più di un terzo del tempo totale (tra 34% e 36%) Advertising online, rischi e opportunità I dati sulla penetrazione di fenomeni come l’ad-blocking o il traffico non umano mostrano che il settore dell’advertising online in Italia è meno esposto rispetto a quello di altri Paesi ai fattori di rischio che ne minano la crescita. Il livello complessivo di efficienza però deve ancora aumentare, come testimoniano i livelli medi di viewability e in-target nonostante i cambiamenti favorevoli degli ultimi anni. Il fenomeno dell’ad-blocking in Italia è contenuto e stabile: solo il 13% degli utenti unici che navigano da desktop in Italia ha installato un software di blocco della pubblicità mentre la penetrazione su mobile è marginale. Il livello medio di traffico “non umano” rimane contenuto (pari all’1,16% del totale delle impression erogate), ma si registra un aumento delle rilevazioni di traffico non umano su un numero crescente di editori: su 107 editori monitorati nell’ultimo trimestre del 2016, 14 (ovvero il 13% del totale) hanno riportato almeno una volta una percentuale di traffico “non umano” superiore al 5%. I dati medi di viewability (ovvero l’effettiva visualizzazione del contenuto pubblicitario) e del target socio-demografico pianificato in Italia sono allineati a quelli dei Paesi con le più alte performance: la viewability si attesta, infatti, al 54% (pari a USA e Spagna) e l’in-target al 47% (dato eguagliato solo in USA). <

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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