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comScore: come combattere le frodi nel campo pubblicitario

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Duncan Trigg, svp advertising dell'azienda americana, su questo tema, che presenta sfaccettature sempre più complesse e varie, rispondendo a importanti domande

Se per diversi anni la domanda principe nel settore dell’advertising riguardava la validità o meno delle impression non visualizzabili, oggi il mondo pubblicitario si interroga su un altro tema che rischia di mettere a repentaglio la qualità delle campagne: le attività fraudolente. Si tratta di una problematica che non può più essere ignorata. Duncan Trigg, svp advertising in comScore, ha affrontato questo tema, che presenta sfaccettature sempre più complesse, chiedendosi come agire nel migliore dei modi.

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La frode può assumere le forme più svariate

“L’ecosistema odierno è caratterizzato dalla presenza di entità illecite, mascherate da utenti reali, che perseguono il solo obiettivo di generare traffico di scarsa qualità al fine di vendere a inserzionisti sprovveduti impression con cpm  elevati. Queste tattiche hanno un impatto diretto anche sugli editori con audience in carne e ossa, poiché tendono spesso a svalutare le impression autentiche derivanti da siti premium. Non è raro che le impression illecite riescano a penetrare negli Ad Exchange, camuffate da audience con segmenti e interessi diversificati nell’attesa di essere acquistate anche a fronte di cpm. Spesso, tali impression compaiono su siti di scarsa qualità progettati quasi esclusivamente per servire tale finalità, mentre altre volte il fenomeno colpisce siti premium attraverso il riciclaggio di domini o altre sofisticate azioni fraudolente”.

Riconoscere l’entità del problema

“ComScore ha da poco pubblicato il documento “Advertising BenchmarkT1 2016”, il quale riassume gli ultimi risultati sul fronte di traffico non valido, viewability e ad blocking a livello globale. I dati hanno fatto un po’ di chiarezza sull’entità delle varie problematiche e sul modo in cui differiscono in funzione del mercato. Riportiamo di seguito un resoconto delle 4 conclusioni chiave:

  1. I tassi di IVT a livello globale continuano ad aumentare, e le forme sofisticate di IVT sono responsabili di una quota significativa del totale. Nel dicembre 2015, l’80% del traffico non valido rilevato a livello globale è risultato riconducibile a fonti sofisticate.
  2. Le inventory video tendono a essere caratterizzate da tassi di IVT sistematicamente maggiori rispetto a quelli rilevati per le display AD; ciò è ampiamente dovuto al fatto che le video ad generano valori di CPM più elevati. Ne consegue che i responsabili saranno in grado di incrementare i guadagni in tempi ridotti. Le transazioni programmatiche non fanno che intensificare il problema; il traffico non valido risulta infatti quadruplicato negli acquisti programmatici rispetto agli acquisti diretti.
  3. Nonostante il tema della viewability goda di un’attenzione privilegiata da diversi anni all’interno del settore, abbiamo rilevato che oltre la metà delle online ADV erogate in tutto il mondo risulta ancora non visualizzabile.
  4. Analogamente ai trend evidenziati per il traffico non valido, le ADV acquistate e vendute direttamente tendono a registrare tassi di viewability maggiori rispetto a quelle scambiate mediante canali programmatici. Perché? In sintesi, gli acquisti diretti sono caratterizzati da maggiore trasparenza, il che facilita il processo di salvaguardia della qualità”.
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Come affrontare le frodi

“Il traffico non valido è certamente un fenomeno preoccupante, tanto per i compratori quanto per i venditori. La buona notizia è che esistono una serie di soluzioni pensate per aiutare i compratori a evitare le impression non valide e consentire agli editori di identificare le minacce connesse al traffico non valido. Come agire? È bene iniziare ponendosi alcune domande fondamentali”.

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Per i media buyer:

  • ”Provvedo a valutare l’erogazione delle mie campagne selezionando partner di qualità? L’utilizzo di strumenti di verifica affidabili può aiutare a fare in modo che le campagne abbiano la possibilità di essere visualizzate da utenti reali, limitando gli sprechi in termini di spesa e massimizzando i risultati delle iniziative pubblicitarie.
  • La qualità delle inventory acquistate mediante piattaforme programmatiche può essere valutata in maniera trasparente? Abbiamo appurato che gli acquisti in programmatic sono caratterizzati da livelli di IVT più elevati rispetto agli acquisti diretti. L’utilizzo di filtri pre-bid finalizzati a identificare le inventory di alta qualità negli scambi programmatici può aiutare a raggiungere utenti reali a prescindere dalla tecnica di compravendita adottata.

  • Mi avvalgo di strumenti capaci di rilevare le forme sofisticate di IVT? Le forme sofisticate di traffico non valido rappresentano la quota di IVT più significativa a livello globale, e i valori sono in continuo aumento. È dunque essenziale avvalersi di strumenti che non si limitino a rilevare il traffico non valido generale. L’ecosistema odierno necessita di strumenti per la rilevazione del traffico non valido sofisticato al fine di limitare lo spreco di impression e le erogazioni mancate a utenti reali. Le soluzioni di misurazione di comScore sono in grado di rilevare le forme generali e sofisticate di traffico non valido”.

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Per i media seller:

  • ”Provvedo ad adottare strategie proattive per il monitoraggio delle inventory? Affidarsi a strumenti affidabili (in loco o esterni) per il monitoraggio proattivo del traffico verso le inventory contribuisce a salvaguardare la propria reputazione evitando di cadere vittime di episodi di IVT.

  • Mi preoccupo di monitorare le inventory in maniera continuativa? Le attività fraudolente assumono forme sempre diverse e in continua evoluzione. La misurazione continuativa ci pone in una posizione più efficace per identificare le anomalie e preservare la qualità delle inventory.

  • Utilizzo strumenti capaci di rilevare le forme sofisticate di IVT? Le forme sofisticate di traffico non valido rappresentano la quota di IVT più significativa a livello globale, e i valori sono in continuo aumento. È dunque essenziale avvalersi di strumenti che non si limitino a rilevare il traffico non valido generale. L’ecosistema odierno necessita di strumenti per la rilevazione del traffico non valido sofisticato al fine di salvaguardare la propria reputazione e il valore delle inventory. Le soluzioni di misurazione di comScore sono in grado di rilevare le forme generali e sofisticate di traffico non valido”.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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