La piattaforma si basa su un approccio data driven che permette, tra l’altro, di monitorare l’efficacia delle campagne mobile sulle visite al punto vendita
La mobile data company Beintoo ha rilasciato i primi risultati ottenuti grazie alla nuova piattaforma BeAttribution, in occasione della campagna drive-to-store realizzata per Timberland. Analizzando un bacino di 7 milioni di possessori di smartphone italiani, BeAttribution ha permesso di misurare il successo dell’operazione sul piano qualitativo e quantitativo, monitorando le visite e gli interessi degli utenti esposti alla campagna. L’azienda taglia così un nuovo traguardo nel percorso di innovazione del settore del mobile advertising, mettendo a disposizione dei clienti una piattaforma proprietaria per misurare i risultati concreti prodotti, grazie ad un approccio data driven.
La campagna
Beintoo ha gestito la campagna in tutte le sue fasi, dalla definizione delle audience, suggerendo il formato più performante, fino alla distribuzione e al monitoraggio dei risultati. Il primo step è stato l’individuazione dei cluster in target attraverso la propria piattaforma BeAudience, la prima tecnologia che profila gli utenti grazie ai dati geo-comportamentali restituiti dai loro smartphone, attraverso l’analisi dei luoghi che frequentano (dal cinema, al supermercato, alla palestra, ecc), del tempo speso in quei luoghi, della frequenza di ritorno e molto altro. Sulla base della creatività selezionata per la campagna mobile, Beintoo ha scelto di utilizzare un formato drive-to-store con una call-to-action che invitava gli utenti a recarsi al negozio più vicino per scoprire la nuova collezione. Obiettivo: aumentare le visite nei punti vendita Timberland di tutta Italia.
Analisi e monitoraggio della campagna
Al termine della campagna è stata infine realizzata un’analisi dei risultati a livello quantitativo e qualitativo: attraverso la piattaforma BeAttribution è stato possibile misurare la percentuale di utenti che, dopo essere stati esposti al messaggio, si sono recati nei pressi di un punto vendita, registrando un aumento considerevole del footfall uplift, rispetto a un gruppo di controllo non raggiunto dall’advertising. I dati analizzati hanno permesso inoltre di monitorare l’andamento delle visite in store nell’arco della campagna, il tempo di visita medio speso dagli utenti nel negozio, il confronto tra i punti vendita delle diverse regioni che hanno performato meglio in termini di presenze, l’analisi dell’efficacia della campagna in termini di frequenza e fascia oraria di erogazione, l’interesse verso brand competitor e molto altro. Dati che, messi a disposizione del cliente, sono fondamentali per orientare decisioni strategiche future.
Alcuni dei risultati più interessanti
È stata rilevata ad esempio una maggiore concentrazione delle visite nella fascia oraria tra le 15 e le 17 e nei giorni compresi tra giovedì e sabato. Le impression erogate dal martedì al giovedì sono state quelle che hanno generato più visite agli store e le fasce orarie che hanno performato meglio sono state quelle dalle 7 alle 10 e dalle 21 alle 00, momenti in cui generalmente le persone accedono allo smartphone da casa per dedicarsi ad attività personali. Infine, se si calcola il tempo trascorso tra la visualizzazione dell’adv e la visita in-store, più della metà degli utenti ha raggiunto il punto vendita in meno di due-tre giorni.