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Digital Brand Architects - DBA, un nuovo modo di interpretare l’influencer marketing

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Alessandra De Siena, Fiora Tucci e Federica Zucchi, le tre partner per l’Europa e l’Italia della sigla, illustrano la proposizione commerciale nonché le ultime evoluzioni di un settore che ha ancora bisogno dell’elemento umano. E che sta evolvendo molto rapidamente

L’avventura in Italia dell’agenzia di influencer marketing Digital Brand Architects - DBA affonda le sue radici nel 2013, quando ancora il settore si nutriva soprattutto di blog e, territori oggi assai in voga come Instagram e Snapchat, erano ancora poco noti. A portare la sigla americana nel BelPaese, e in Europa, sono tre amiche, tre professioniste con curriculum distinti ma per molti versi complementari: Alessandra De Siena, alle spalle una carriera in aziende del settore moda come Marcolin, Fiora Tucci, con un passato nel mondo dell’advertising in Publicis, e Federica Zucchi, giornalista per la branch locale del Gruppo americano Condé Nast.

DBA, protagonisti sin dagli albori

«Sono entrata in contatto con DBA nel 2012 a New York, per via di un progetto di lavoro per Marcolin - racconta a DailyNet Alessandra De Siena -. Al ritorno in Italia decido di confrontarmi con Fiora e Federica sulle opportunità di una filiera del genere, facciamo i nostri ragionamenti, dialoghiamo con le tre fondatrici della sigla, con sede proprio nella Grande Mela, e in pochissimo tempo apriamo la prima sede milanese». E, in effetti, DBA è un caso di successo d’imprenditoria femminile non solo nel nostro Paese, ma anche negli Stati Uniti, dove le partner sono altrettante donne: Raina Penchansky, Reesa Lake e Vanessa Flaherty.

Un mondo in evoluzione

«Quando DBA ha aperto i battenti in Italia - spiegano le tre partner - le logiche commerciali dell’influencer marketing non erano ancora chiare, si lavorava soprattutto sui blog e le operazioni si concentravano principalmente negli ambiti moda e beauty. Oggi le cose sono cambiate e la nostra struttura si è consolidata di pari passo con l’influencer marketing». E, infatti, DBA ha abbracciato nel suo raggio d’attività i principali social, da Facebook a YouTube, da Instagram a Snapchat, da WeChat a Weibo fino a Musical.ly. E le collaborazioni si sono presto aperte a nuove categorie come Design, Food e Automotive, per citarne alcune. «Sembrano trascorsi secoli e invece queste trasformazioni sono avvenute nel giro di pochi anni», concordano le tre manager di DBA. Tra i suoi clienti l’agenzia annovera le principali case di moda, come Armani, Safilo, Ferragamo, Pinko e Moschino, oltre a Granarolo, Jeep, Walt Disney e Alessi.

La struttura di DBA

Alessandra De Siena, Fiora Tucci e Federica Zucchi hanno illustrato al nostro giornale quella che è la struttura operativa di DBA, suddivisa in due macro-aree: Talent Management e Media, con quest’ultima che a sua volta si esplica attraverso due distinte unit. «La sfera del talent management ha a che vedere con la gestione, la strategia e la contrattualistica del mondo degli influencer e dei talenti online. In questo caso ci interessa la qualità e non la quantità», continuano. Tra le principali collaboratrici della sigla in Europa c’è Negin Mirsalehi, che può vantare qualcosa come 4,5 milioni di fan su Instagram, ma ce ne sono tantissimi altri di tutte le dimensioni. E poi c’è l’area Media, declinata in Influencer Marketing e Contenutistica. «La prima è legata agli aspetti di gestione delle campagne e del brand e si declina con attività strategiche, creative, di logistica e reportistica, mentre la seconda tocca la gestione dei contenuti e dei social - spiegano -. Tutte e tre sono strettamente collegate fra loro, in particolare le discipline riguardanti il segmento Media».

Forte approccio consulenziale

Se l’impostazione strategica di DBA è stata già esposta, a fare la differenza sul mercato, secondo le tre partner, è il forte approccio consulenziale. «Attività di supporto continuo al cliente e un’attenzione maniacale verso l’elemento umano e la creatività ci hanno permesso di generare un client retention rate davvero molto alto - affermano -. Sfruttiamo la nostra esperienza nella creazione di operazioni di storytelling molto articolate e cucite su misura del cliente. Abbiamo anche sviluppato un forte know how in piattaforme molto rilevanti per certe tipologie di audience, come lo è Musical.ly per i teenager, dove curiamo già diverse operazioni per i nostri partner».

Tecnologia + Attività umana

In un contesto sempre più dominato dalla tecnologia Alessandra De Siena, Fiora Tucci e Federica Zucchi rivendicano l’importanza dell’attività umana nella comunicazione e nell’influencer marketing. «Sicuramente abbiamo a disposizione diversi tool proprietari per compiere numerose azioni, dalla scelta dell’influencer alla reportistica per fare alcuni esempi, ma non è solo questione di numeri. È anche una questione di capacità di leggerli e trovare la soluzione migliore, non tralasciando il supporto che la tecnologia può fornire, a tutti i livelli». Un posizionamento che, sostengono, è stato molto apprezzato e ha permesso di chiudere il 2017 sopra gli obiettivi iniziali.

I grandi temi dell’influencer marketing

L’influencer marketing è stato recentemente oggetto dell’intervento di organismi come la FTC e lo IAP in Italia, che hanno voluto rendere più trasparente il processo promozionale sui social, con l’obbligo di aggiungere l’hashtag “#ad” sui post pubblicitari. «Vediamo di buon occhio l’introduzione di regole del genere, anche se noi di DBA abbiamo sempre operato in questa direzione e ci sembra un’evoluzione più che una rivoluzione - precisano -. Crediamo anche che lo stesso influencer debba essere coerente verso il proprio pubblico, accettando solo collaborazioni con aziende che in qualche modo ne rispecchiano i valori». E per quanto riguarda i fake follower? «In questo caso l’esperienza, unita all’utilizzo di tools specifici, assicura alle aziende la certificazione dell’onestà o meno degli influencer», concludono le partner.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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