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Amazon, il più grande marketplace del mondo, compra punti vendita fisici: come sta cambiando l’adv online?

Autore: Redazione


Amedeo Guffanti, Partner e General Manager di 77Agency, agenzia di digital marketing specializzata in soluzioni drive to store che ha realizzato campagne ad hoc con ritorni fino al 700%, spiega il fenomeno

di Anna Maria Ciardullo
L’agenzia di marketing digitale, 77Agency, combina innovazione, conoscenza dei canali e dati per accompagnare i consumatori nel loro viaggio dalla scoperta del brand fino alla fidelizzazione. Un iter che non può tralasciare strategie multichannel, che comprendano strumenti di pubblicità digitale pensati anche per incrementare le vendite nei negozi fisici. Poco più di due anni fa, infatti, l’agenzia ha creato GotU, una piattaforma tecnologica in grado proporre una pianificazione pubblicitaria mirata proprio a portare gli utenti sul punto vendita, dove ancora si gioca gran parte del ritorno economico. L’intervista ad Amedeo Guffanti, Partner e General Manager di 77Agency, che dopo aver chiuso il 2017 con un fatturato di 35 milioni di euro, nel primo semestre ha visto un incremento dei ricavi del 10% e punta a chiudere nuovamente con una crescita a doppia cifra. L’offerta di 77Agency si costruisce intorno al concetto di “Connected Digital Thinking”, può descriverla? Quello che è successo negli ultimi 15 anni è che internet è diventato il primo media, anche in Italia, nonché parte integrante della pianificazione pubblicitaria. La differenza tra internet e gli altri canali come la televisione, la stampa e così via, è semplicemente che internet costituisce l’infrastruttura di distribuzione. I quotidiani hanno già in parte compreso l’importanza del digitale e le potenziali ricadute sul loro business mentre i canali televisivi ci stanno ancora lavorando (basti pensare a tutte le piattaforme di streaming video come Netflix che stanno nascendo). Quindi, internet non si configura come alternativa, ma come piattaforma aggregatrice in cui convergono diversi canali. Una volta compreso che internet non è solo uno dei canali, ma una tecnologia, che a livello pubblicitario ti permette di essere più mirati nelle comunicazioni e offrire contenuti più specifici a seconda del pubblico di riferimento, costruire strategie ad hoc diventa sempre più semplice. 77Agency ha costruito il suo approccio, che definiamo appunto “Connected digital thinking”, proprio su questa consapevolezza: internet non è utilizzato solo come canale di vendita, modalità che rischia di schiacciare un’azienda nella catena di distribuzione, ma sempre di più come mezzo per offrire servizi che diano valore aggiunto a tutta la customer experience. Cosa rende strategico il supporto di 77Agency sul piano del retail e del drive to store? La convergenza tra il digitale e il punto fisico è di cruciale importanza oggi. Molti pensano che il punto vendita stia scomparendo, ma in realtà la sfida si gioca sulla valorizzazione delle connessioni tra online e offline. Anche Amazon, infatti, sta puntando all’acquisto di spazi fisici e se il più grande marketplace online del mondo si sta spingendo verso questa coesistenza, è facile capire che le strategie debbano muoversi nello stesso senso. 77Agency sin dalla sua fondazione ha lavorato sul piano digital to digital e negli ultimi anni, con internet diventato il principale mezzo di comunicazione, ma con la gran parte del fatturato delle aziende ancora dipendente dai punti di vendita fisici, ci è apparsa evidente la necessità di servizi che non mirassero solo a rendere più efficiente l’ecommerce, ma che contribuissero a rendere più profittevole la coesistenza dei canali di vendita on e offline. Il numero di casi di strategie efficaci che, a partire dal digital abbiano aumentato il traffico in store, è ancora relativamente basso. Per questo, da oltre due anni, abbiamo creato GotU, attraverso la quale abbiamo realizzato oltre 85.000 campagne locali in 15 Paesi (di cui circa 25.000 in Italia) volte proprio a portare i consumatori sul punto vendita, cercando di comprendere sempre meglio come utilizzare il mezzo internet per valorizzare il punto fisico. Crediamo fermamente che il drive to store sia un’area fondamentale su cui le agenzie di comunicazione debbano dare delle risposte sempre più mirate, ottimizzando l’uso del digitale per offrire un ritorno migliore rispetto all’utilizzo dei soli canali tradizionali. Quali sono le tipologie di campagne che performano meglio in ottica digital to store? I due canali principali e che portano i migliori risultati nella targettizzazione del pdv secondo noi sono, senza dubbio, Facebook, che ha ottimi sistemi di geolocalizzazione e valorizzazione dei servizi anche con integrazione offline, soprattutto in ottica local, e Google con la nuova tecnologia My Business. Funzionano meglio perché sono gli unici ad essere installati sulla maggior parte dei device mobili e consentono di seguire l’utente in mobilità. Inoltre, permettono meglio di altri di coordinare i dati dal CRM e utilizzarli anche per capire quanti utenti sono effettivamente giunti in negozio. Con le nostre campagne abbiamo registrato ritorni sugli investimenti diretti anche fino al 700%. Avete in programma il lancio nuovi prodotti? Ultimamente stiamo lavorando sul perfezionamento dei nuovi servizi appena presentati, soprattutto sul piano della digitalizzazione delle catene retail e del tracciamento offline oltre che e sull’integrazione con altre piattaforme, come Amazon e Waze. Ottenere un tracciamento perfetto sul fisico presenta ancora delle difficoltà in quanto le tecnologie non sono sufficientemente mature e permettono di avere un quadro solo approssimativo, ma stiamo facendo già dei test per migliorare i risultati sempre nel rispetto dei limiti che impongono i regolamenti sulla privacy. È importante non cadere nel tranello che porta a trasformare i vantaggi di internet solo in una corsa alla reportistica; la disponibilità di molti più dati di marketing, infatti, va utilizzata con criterio, per non diventare schiavi di questi ultimi, come accade sempre più spesso quando le strategie mirano al traffico digitale su digitale. Il fatturato resta comunque un indicatore che non mente. Nel mercato pubblicitario nostrano, quali sono le tendenze che spiccano? Il mercato italiano continuerà a spostare sempre di più la display e i dati verso il sistema del programmatic e di real time bidding, quindi, tra tante SSP vedremo un aumento delle DMP e ci sarà un’esigenza sempre maggiore di un supporto consulenziale nelle aree dove c’è ancora poca chiarezza sull’origine dei dati e sul funzionamento di determinati sistemi. Per ovviare al problema, penso che si debba mettere un po’ d’ordine nella scelta dei partner di riferimento, separando i fornitori di tecnologia da quelli che vendono i dati e preferendo player indipendenti che si concentrino solo sull’execution, evitando così la creazione di possibili conflitti d’interesse, e siano focalizzati interamente sulla creazione di efficienza. Qual è l’andamento del business? Anche rispetto alle performance del 2017... Il primo semestre è andato molto bene, abbiamo registrato una crescita del 10%, in linea con le performance dell’anno scorso, che abbiamo chiuso con un fatturato di 35 milioni di euro. Contiamo di chiudere anche quest’anno con una crescita a doppia cifra. Fra le varie attività spiccano la crescita del fatturato generato dal business US e il rafforzamento costante della base clienti sul mercato inglese.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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