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Affinion e la Mobile Experience, tra sviluppo e ancora poca soddisfazione

Autore: Redazione


Con l’espandersi dell’utilizzo del mobile e la possibilità di compiere qualsiasi azione dovunque, i clienti cercano sempre più efficienza e un lato umano. Nel 2018 il 50% degli acquisti ecommerce avverrà tramite smartphone

La digital transformation non frena la propria corsa: 45 milioni di device mobili vengono utilizzati in tutto il mondo e 8 milioni di oggetti “intelligenti”, connessi tramite SIM, popolano l’universo internet of things. Da una raccolta di studi sul tema della mobile experience effettuata da Affinion, emerge che il 53% dichiara infatti di utilizzare spesso i device mobili per cercare prodotti prima di acquistarli ma solo il 52% degli internauti è soddisfatto del rapporto con l’azienda avuto via mobile. Il 40% dei clienti, dialoga infatti con i brand tramite mobile ma l’impatto di un’esperienza negativa è altissimo: l’85% non farebbe business con l’azienda dopo un’esperienza infelice.  

Dispositivi mobili alleati della shopping experience

  Nel 2018 il 50% degli acquisti ecommerce avverrà tramite un dispositivo mobile e il 79% dei clienti ha fatto shopping via mobile nell’ultimo anno. Sono questi alcuni dati emersi dall’ultima ricerca “Effective Mobile Engagement Report 2016” pubblicata dall’Istituto Vanson Bourne per LogMeIn, che ha coinvolto ben 8.000 intervistati nel mondo. Dunque dai dati si può con certezza affermare che i dispositivi mobili sono alleati fondamentali della shopping experience e hanno un ruolo fondamentale nel rapporto marca-cliente.    

I consumatori cercano un rapporto diretto con il marchio

  Cosa chiedono i clienti alle aziende? Antonio Di Salvo, country manager di Affinion International commenta: “Il 44% dei clienti dichiara di cercare un’occasione di contatto e il 53% di chi accede a un sito a un app aziendale è alla ricerca delle FAQ per rispondere alle proprie richieste, ma solo il 24% trova le risposte“. “Le aziende - spiega Di Salvo- devono fare di più per rispondere al meglio ai clienti con app che non solo siano di facile utilizzo, ma che creino un rapporto sempre più diretto e in real time con i clienti. Ma soprattutto che siano in grado di garantire loro maggiore sicurezza dei propri dati durante le transazioni online. Il 74% dei consumatori vedrebbe infatti di buon grado un approccio interattivo del marchio via app”. {D6BF4B975A8141DB8D583C9D37246D63}_MobileBanking  

Non sono più solo i giovani a utilizzare l’home banking

  Questo non sostituisce il rapporto diretto con una persona, che viene indicato dal 91% dei rispondenti come fondamentale durante una mobile experience. Secondo l’indagine realizzata da ABI e Gfk2, 16 milioni di correntisti operano con la banca via web e non sono più solo i giovani a usare l’home banking. Rispetto ai mezzi di utilizzo dell’internet banking, il mobile banking continua a farsi strada tra le abitudini dei correntisti italiani: il 19%, infatti, porta con sé la propria banca ovunque vada, accedendo ai servizi via smartphone (+3% rispetto al 2014). Tutte le banche offrono applicazioni per i due sistemi operativi più diffusi sul mercato (iOS e Android), mentre il 64% è già posizionato anche su Windows. Accanto all‘applicazione classica che si può facilmente scaricare sullo smartphone e sul tablet. Sono presenti anche app per i servizi di assistenza ai clienti (33%), per il borsellino elettronico, ossia per il cosiddetto “wallet” (27%) e per la comunicazione (14%). Iphone-5-fingerprint-scanner-hacked-pwned-owned-by-chaos-compurer-Club    

Si affaccia un nuovo fenomeno: il PWNED

  Di Salvo di Affinion ricorda come “500 milioni di euro sono la cifra persa ogni anno in Europa da banche e risparmiatori a beneficio di hacker e criminali informatici. Sta emergendo un nuovo fenomeno detto PWNED, legato a criminali bancari che puntano a impossessarsi dei nomi utente e password dei clienti per accedere ai loro profili digitali, non solo accedendo ai loro dati bancari”. E’ singolare notare che il settore bancario, secondo quanto emerge dall’indagine dall’Istituto Vanson Bourne sia però uno di quelli dal punteggio più alto per la soddisfazione del cliente, con il 64% degli intervistati contenti della propria esperienza mobile. Solo il 50% si dichiara soddisfatto del rapporto con le società di telecomunicazione, seppur sia un settore chiave in cui il rapporto è fondamentale.  

Poca soddisfazione nei confronti delle aziende

La sicurezza nelle case è una priorità, con il 76% (di quelli intervistati che possiedono un prodotto domestico collegato IoT), che utilizzano app mobile per interagire con i propri sistemi di sicurezza domestica. A conferma di questo trend, secondo una recente ricerca di Adobe4, i consumatori europei possiedono una media di 6,1 dispositivi connessi. Tre di questi vengono utilizzati su base giornaliera, e l’85% di noi passa da uno all’altro durante le attività. Tuttavia, solo il 40% dei consumatori ritiene che le aziende stiano facendo un buon lavoro nel fornire esperienze coerenti e personalizzate su più dispositivi.  

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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