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OBE: podcast, gli ascoltatori crescono a 15 milioni circa, le aziende devono puntare sui podcast hunter

Autore: S Antonini


Presentata ieri a Milano la seconda edizione della ricerca condotta con BVA Doxa coordinata da Anna Vitiello che indaga sul mercato e analizza i trend dei contenuti audio branded

Crescono gli ascoltatori dei podcast e anche i ricavi, ma il peso di questi contenuti in termini economici è ancora molto basso. Ieri a Milano OBE – Osservatorio Branded Entertainment ha presentato la seconda edizione di ‘Give your brand a voice - Il podcast nella comunicazione di marca’, la ricerca condotta dall’Osservatorio sullo stato dell’arte del podcast in Italia e sul suo uso per la comunicazione. Come dicevamo, le notizie sul fronte delle audience sono positive: gli ascoltatori di podcast sono quasi 15 milioni (14,9) e sono in crescita rispetto ai 13 milioni dello scorso anno. Perché gli italiani ascoltano i podcast? In primo luogo perché sono multitasking, infatti il 77% afferma di fare altro mentre ascolta (faccende domestiche, 49%; viaggi, 43%; sport, 40%); lo smartphone è lo strumento di ascolto principale (75%). Quando devono scegliere la piattaforma su cui ascoltare preferiscono Spotify (53%) e Amazon Music (34%), ma il 16% opta per il sito, il blog o canale YouTube dell’autore, speaker o influencer, mentre sono in crescita anche le piattaforme specialistiche (Apple Music, 11%, Google Podcasts, 11%, e Spreaker, 5%). YouTube si conferma un punto di ingresso molto importante per reclutare i nuovi adepti (55%). L’interesse per l’attualità (42%) è il primo driver di scelta, seguito dall’intrattenimento (39%), ma ci sono molte tematiche verticali in grado di attirare l’ascoltatore: approfondimento medico scientifico (28%), formazione professionale (20%), economia e finanza (19%). La ricerca ha anche catalogato la tipologia degli ascoltatori in base alla frequenza: quelli che dal punto di vista sono i più preziosi sono gli ‘hunters’, consumatori di tutti i giorni o almeno 2/3 volte alla settimana. Gli ‘engaged’, ovvero coinvolti più volte al mese, sono 33%, e poi i curiosi si attestano al 31%. 

Branded podcast, li ascoltail 61%

La ricerca ‘From podcast to branded podcast: i risultati della ricerca di scenario’ è realizzata in collaborazione con DVA Doxa sotto il coordinamento del Direttore Scientifico di OBE Anna Vitiello, su un campione di 1000 persone, uomini e donne 18 – 64 anni sparsi sul territorio italiano, tutti ascoltatori di podcast e intervistate nel mese di aprile 2023). Sul fronte branded podcast si registra un dato molto positivo ma in calo, perché se quest’anno gli ascoltatori di questo tipo di contenuto è il 61%, nel 2022 erano 74%: i problemi sono da un lato il pubblico sempre più esigente, dall’altro l’esplosione dell’offerta di contenuti (non esclusivamente brandizzati). Se su Spotify ci sono 5 milioni di contenuti (dati dichiarati da Andrea Caldironi, Director of Sales Spotify Italia), OBE stima che i branded podcast siano un centinaio: «E’ evidente che per poter emergere, le aziende devono spingere molto in termini di promozione dei loro contenuti» commenta Georgia Giannattasio, Country Manager di Audion e anche coordinatrice uscente di OBE Podcast Committee. Al suo posto andrà Mirko Lagonegro, CEO MDE Audio Strategy. Naturalmente, anche la qualità dei contenuti gioca un ruolo importante. “Il branded podcast può diventare uno strumento sempre più utile nella strategia di brand – commenta Anna Vitiello –. I temi cruciali sono la qualità, la distribuzione, l’amplificazione, ma anche la strategia di integrazione nella narrazione di brand e nel piano di comunicazione. La crescita dipende da tutti questi fattori insieme”. I Podcast Hunters sono “un’audience grande, attenta, recettiva, coinvolta e proattiva, assolutamente pronta a accogliere i brand, molto esigente, sempre più in grado di scegliere e valutare se vale la pena dedicare tempo prezioso”. 

Il valore del digital audio

Dall’altro l’ato c’è il tema della remunerazione. Quanto vale mercato del digital audio? Samuele Fraternali, Direttore Osservatorio Digital Content del Politecnico di Milano, ha presentato alcuni dati del 2022: il valore complessivo della spesa degli italiani in contenuti è stata di poco più di 3,3 miliardi di euro (nel 2021 erano 3 miliardi). Di questi, il mercato del digital audio (tutto compreso) vale 277 milioni (contro i 239 del 2021), e all’interno di questo mercato il grosso è rappresentato dalla musica (229 milioni), con gli audiolibri a circa 44 milioni. Ai podcast restano meno di 5 milioni, circa l’1% in termini di quota della spesa degli italiani, ma in crescita, afferma il Politecnico. E poi c’è l’adv, a quota 23,7 milioni, in crescita del 21% sul 2021. Per quanto riguarda il branded podcast, il Politecnico non fornisce numeri. Secondo stime OBE, a fronte di 100 progetti nel 2022 l’investimento si dovrebbe aggirare intorno ai 3,5 milioni di euro. Comunque, secondo i dati della ricerca sempre di OBE, il 38% degli ascoltatori ha affermato di aver scoperto brand che non conosceva (46% tra gli hunters) proprio attraverso i branded podcast, e il 52% apprezza i brand che li producono (ben il 61% tra gli hunters), a dimostrazione che non c’è una pregiudiziale verso i contenuti brandizzati, ma non vanno sottovalutati la narrazione e la costruzione perché il 41% li trova troppo commerciali (58% per gli hunters) o poco interessanti (51%).  Fondamentale creare nell’audience coinvolgimento e ricordo (dato che al 45% piace consigliare podcast e al 52% farsi consigliare) e determinanti sono i primi minuti, che devono essere in grado di catturare l’attenzione. Gli elementi che spingono all’ascolto riguardano principalmente aspetti di contenuto: il 62% ritiene fondamentale il tema e l’argomento, il 22% il podcaster/speaker, mentre la sola popolarità è un tratto meno rilevante (l’8% cerca un personaggio famoso, il 6% un influencer). 

I contenuti dell’evento

Durante la giornata, attraverso talk dedicati, è stato dato spazio alle case history di aziende attive sul mercato: Sky con Umberto Giolito, Consumer Strategy Senior Director, Riccardo Haupt Head of Strategy di  Will Media e il giornalista Francesco Oggiano; Campari Group con Enrico Bocedi Global Public Affairs, Communications and Sustainbility Senior Director, Francesco Tassi CEO di Voice.fm e lo speaker Simone Repetto; AB Medica con Elena Spigarolo Communication Manager e Alessia Cicuto Co-Founder and Managing Partner di Brandstories; Enterogermina con le figure di Valentina Camoni Head of Strategy di Fuse, Ross Pellecchia, Speaker Radio 105 scrittore e Cinzia Poli, autrice e speaker di Radio2 e Radio Popolare. L’evento è stato organizzato da OBE Academy, sezione di OBE dedicata alla formazione, in collaborazione con OBE Podcast Committee, tavolo tecnico dell’Osservatorio nato nel 2021 per contribuire a creare e diffondere in Italia la cultura sui branded podcast. Partner sono 24Ore System, Audion, MDE, OnePodcast, Triboo e Vois. “Il mondo del branded podcast continua ad avere un enorme potenziale, come abbiamo visto dalla ricerca - conclude Georgia Giannattasio -, e un modo per supportare la crescita di questo mercato in maniera sana e strutturata è quello di continuare a informare, condividere, educare. L’OBE Podcast Committee è nato proprio con questo intento e quest’anno, oltre all’evento e all’aggiornamento del White Paper (prima edizione 2021), abbiamo in programma un webnair di 5 episodi sul Branded Podcast e una newsletter bimestrale”.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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