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Retail Media: cosa sono e perché adottarli; le soluzioni pensate da Pubmatic

Autore: Redazione

Cristian Coccia


Si tratta dei siti web e delle app dei retailer o dei marketplace online, e possono includere anche gli schermi digitali posizionati all’ingresso dei punti vendita e la segnaletica all’interno degli stessi

a cura di Cristian Coccia, Regional Vice President Southern Europe and MENA, PubMatic

I retail media comprendono la pubblicità posizionata all’interno di property digitali in cui vengono commercializzati anche prodotti o servizi. In genere, si tratta dei siti web e delle app dei retailer o dei marketplace online, e possono includere anche gli schermi digitali posizionati all’ingresso dei punti vendita e la segnaletica all’interno degli stessi. Sempre più spesso, inoltre, questa tipologia di media comprende campagne off-site gestite dai retailer che utilizzano i dati dei loro clienti per conto di brand terzi che vogliono promuovere i loro prodotti sulla pagina o all’interno dell’app del retailer. I fattori che guidano la crescita dei retail media:

° La crescita vertiginosa dell’e-commerce negli ultimi cinque anni. La pandemia globale ha accelerato la crescita dell’e-commerce a livello globale e abituato milioni di clienti a effettuare il loro acquisti online, generando un significativo aumento del traffico sui siti web e verso le app dei retailer. Secondo i dati di IAB Europe, l’e-commerce B2C supera oggi 1 trilione di euro e, si prevede un ulteriore aumento fino a quasi 1.400 miliardi di euro entro la fine del 2024.

°  L’alba dell’era cookieless. La svalutazione degli ID in ambito display e mobile, unitamente alla progressiva erosione della condivisione dei dati degli utenti finali raccolti dai provider di terza parte, costringe i marketer a ripensare le proprie strategie. I proprietari di dati di prima parte vengono quindi corteggiati e i retailer dispongono di una grande quantità di questi dati lungo tutto il ciclo di vendita, dalle Impression, alle visite, fino all’acquisto e al riacquisto. I programmi di fidelizzazione dei clienti, alcuni risalenti a diversi decenni fa, arricchiscono ulteriormente questo tesoro di dati, che oggi possono essere attivati e condivisi con i partner tramite “clean room”, dove marketer e retailer possono fare matching con i loro dati anonimizzati.

°  “Chiudere il cerchio” tra i dati di vendita e dati di marketing. Rispetto a questo obiettivo, i retail media promettono di essere, per i marketer, uno dei modi più promettenti per dimostrare il ritorno sull’investimento (ROI) del loro media spend. Il fatto, poi, che ciò possa avvenire nel rispetto della privacy grazie all’utilizzo di “clean room” non fa che incoraggiare ulteriormente la crescita potenziale dei retail media. Il settore dell’ad-tech è solo all’inizio del suo viaggio nei retail media: l’afflusso di dati sulla vendita al dettaglio favorirà un targeting sempre più preciso, i modelli di coinvolgimento dei consumatori con i nuovi formati pubblicitari e i percorsi di acquisto faciliteranno sempre più la comprensione e l’ottimizzazione, mentre la misurazione sta diventando più sofisticata.

Evoluzione guidata dai dati

I retail media sono ancora in una fase iniziale con alcuni ostacoli alla loro piena adozione quali, ad esempio, la mancanza di una chiara definizione di alcune delle loro caratteristiche fondamentali. Quest’anno, sia i retailer che i marketer stanno affrontando pressioni significative dovute a fattori come, ad esempio, la perdita di valore degli identificativi e la cosiddetta “great resignation”, quindi è poco probabile che estendano le loro risorse già limitate ai retail media, almeno finché non sarà chiaro in cosa stanno investendo e come i loro dati fluiranno e si inseriranno nell’attuale panorama dei retail media.

Le data clean room

Le “data clean room” sono luoghi sicuri in cui i dati di prima parte vengono crittografati, stratificati e abbinati ai dati aggregati del "clean room provider”. Esistono due tipi principali di “clean room”: quelle per i media, come Google Ads Data Hub e Amazon Marketing Cloud, e quelle per i partner, dove due entità (un publisher e un advertiser) possono condividere e combinare i loro dati. Comprensibilmente, la possibilità di abbinare i dati dei retailer e dei marketer garantendo, al tempo stesso, la privacy dei consumatori, suscita un forte interesse per questa tecnologia; alcuni retailer hanno già iniziato a unire i dati provenienti da più sorgenti, costruendo le proprie clean room di dati multicanale, mentre altri scelgono di collaborare con vendor tecnologici.

Layer tecnologico di misurazione

Il ROI sarà uno degli obiettivi principali dei retail media, così come il ritorno incrementale sulla spesa pubblicitaria (ROAS) è destinato a diventare una metrica più importante per i brand e le agenzie negli ambienti “closed-loop”. Anche le metriche comparative sono destinate a svolgere un ruolo primario in seguito al passaggio dal targeting individuale, imposto dalla privacy, all’analisi dei gruppi. Ciò può includere diverse analisi, come ad esempio quella dell’acquisizione di nuovi clienti rispetto agli esistenti, oppure l’analisi dei competitor per la verifica dell’andamento del resto del mercato.

Attivazione dei dati retail

I retail media offrono diversi vantaggi, come una comprensione approfondita delle audience e delle loro abitudini di acquisto, con l’inventory, che diventa anche un punto di vendita e una riduzione dell’attrito. La forza dei dati sull’audience che i retail media possono fornire potrebbe trasformarli da un’opportunità prevalentemente basata sul ROI a un sistema full-funnel, consentendo ai marketer di raggiungere un’audience più ampia. Ma i retail media non riguardano solo le vendite: i dati raccolti possono essere infatti utilizzati per perfezionare i nuovi prodotti (e il modo in cui vengono commercializzati) prima del loro lancio, oltre oltre che per rafforzare il rapporto tra i retailer e i loro brand partner. L’attivazione dei dati retail avverrà probabilmente all’interno della clean room (v. sopra) del marketer, o del retailer, consentendo di sfruttare la vicinanza tra i dati di vendita e quelli dei media e di capitalizzare i risultati forniti dal layer tecnologico, garantendo una chiusura completa del ciclo tra i due set di dati, riducendo al minimo le perdite di dati. Un’ulteriore attivazione e ottimizzazione avverrà a livello di SSP e all’interno dello stack pubblicitario del retailer, permettendo di gestire in modo appropriato la domanda di tipo programmatic insieme ai segnali contestuali (parole chiave) in entrata e all’inventory venduta direttamente.

Come fare crescere i retail media?

Un approccio collaborativo tra team interni dei brand, partner di agenzia e tecnologici è quello che serve per supportare i brand in questo processo di spostamento delle risorse. L’opportunità dei retail media non è, infatti, esclusiva dei colossi come Amazon e Walmart: sebbene queste aziende dispongano di una scala che ha permesso loro di costruirsi da zero soluzioni customizzate, le partnership offrono anche ai nuovi player un modo per creare da subito i propri programmi di retail media su misura senza dovere investire direttamente in risorse AdOps, di prodotto e commerciali. Queste partnership spaziano dal servizio completo all’assistenza solo nei casi in cui vi sia carenza solo di alcune capacità come, ad esempio, nella gestione di campagne programmatic video e/o display. Guardando specificamente all’Europa, la natura frammentata del panorama retail rappresenta un ulteriore incentivo a capitalizzare sui retail media. I retailer nazionali crescono spesso più rapidamente di Amazon ed è molto probabile che presto emergano nuovi leader di categoria e di mercato. La diversità del panorama dei retail media in Europa, quindi, apre a molte aziende la strada del successo.


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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