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Inter, media entertainment e goal, come si comunica una società di calcio

Autore: D Sechi

Luca Danovaro, Chief Revenue Officer


Dal cambio di attitudine e posizionamento al un tone of voice più contemporanea, attraverso gli strumenti del digital, fino al nuovo logo, Luca Danovaro, Chief Revenue Officer del club, ci racconta il cambio di passo dei nerazzurri

Un pallone che gonfia la rete e il tripudio, o lo sconforto, che alimentano una sinfonia, quella costruita attorno agli spartiti del pallone, che ormai fa parte del nostro vissuto, degli immaginari sociali e sentimentali. Ma il calcio cambia, non solo dietro gli schemi, le sovrapposizioni, le coperture, i cambi di gioco, ma anche e soprattutto nella sua fruizione, soprattutto quella giovanile, che appare sempre meno paziente, sempre più propensa a dirigersi verso le ultime pagine del libro. Come si comunica una società di calcio oggi? Quali leve devono essere toccate? Come ci si comporta di fronte ai differenti target? Queste e altre molteplici domande ci trovano discretamente impreparati ancorché di bandieroni muniti. In nostro soccorso accorre FC Internazionale, proprio l’Inter, una delle tre sante sorelle del pallone nazionale e non solo. E i nerazzurri, con il loro trasporto ad abbracciare la dimensione estera sin dalle origini, sin dall’etimologia del nome, rappresentano un caso avanzato di comunicazione e marketing legato allo sport. Ne abbiamo parlato con Luca Danovaro, Chief Revenue Officer della società.

L’evoluzione del brand Inter negli ultimi anni è stata piuttosto decisa ed è culminata con il lancio del nuovo logo. Quale è stato il percorso che ha portato la società a diventare un brand globale, innovativo e che parla alle nuove generazioni? 

«L’Inter ha creduto fortemente nel percorso di riposizionamento del proprio brand, iniziato nel 2017 con la nascita di Inter Media House e proseguito con la crescita esponenziale dei canali digitali del club, cosa che ci ha messo in connessione con milioni di tifosi in tutto il mondo, l’opening della nuova sede nel distretto di Porta Nuova e il lancio della campagna iconica Not for Everyone. Nel marzo 2021 è stata presentata la nuova identità visiva, che esalta i suoi valori fondanti, rafforza il suo legame con la città di Milano, e che parla il linguaggio digitale e globale delle nuove generazioni, rendendo l’Inter icona culturale oltre che sportiva. L’appeal del nostro nuovo brand ci posiziona come moderna e globale entertainment company, aperta a collaborazioni con i marchi più importanti del mondo del fashion, design e dell’innovazione, e ci consente di sviluppare nuovi accordi commerciali. Il lancio del nuovo logo è stato un passo fondamentale nel percorso di sviluppo cominciato circa quattro anni fa e intrapreso con l’obiettivo di rendere il brand sempre più contemporaneo e internazionale. Il nostro core business è stato e rimarrà sempre il calcio, ma con un taglio negli ultimi anni sempre più orientato all’entertainment attraverso contenuti innovativi, dinamici, capaci di dialogare con i vari segmenti di un pubblico sempre più diversificato, internazionale e giovane, abituato a fruire il mondo dello sport e del lifestyle in modo nuovo e diverso rispetto al tifoso più “tradizionale”. La prima tappa di questo percorso ha riguardato il cambio di attitudine e di posizionamento, con la nascita di un nuovo sistema di valori che ha saputo raccontare l’Inter con un linguaggio più attuale e contemporaneo. Abbiamo inoltre cambiato il nostro modo di dialogare, con un tone of voice molto più definito e giovane, che ci ha permesso di avvicinarci alle nuove generazioni. Lo spirito innovativo e la ricerca di nuove forme di dialogo hanno portato il club a sfruttare le piattaforme digitali emergenti (primo club in Italia sui canali cinesi) e settori in forte crescita tra i più giovani come quello degli eSports. In questi anni l’Inter è stata inoltre sempre più presente negli eventi chiave della città di Milano, dalla moda alla musica, passando per il design. Il nuovo logo è stata la consacrazione di questo percorso: desideravamo dare all’Inter uno stemma che celebrasse la passione di milioni di fan e l’heritage costruito in 113 anni di storia, e in contemporanea volevamo collegarci agli elementi culturali, di design, di moda di Milano, utilizzando colori e linguaggi più collegati alle generazioni future e provenienti da tutto il mondo. Il valore del brand è cresciuto del 30% (fonte Brand Finance Football 50 2022), nella prima stagione con il nuovo logo».

Un club di calcio è ormai un’azienda di entertainment e l’Inter è stata tra le prime società a sfruttare in modo innovativo le potenzialità del web e andare oltre i classici contenuti legati allo sport. Come avete capito che era il momento di fare un passo avanti e sviluppare contenuti che andassero oltre i 90 minuti di gioco? 

«Siamo stati tra i primissimi a scegliere piattaforme come i social cinesi, oppure TikTok o a lanciare il nostro podcast. Tutto rientra nella nostra volontà di soddisfare la passione, la curiosità internazionale in modo alternativo. Sul fronte social, siamo cresciuti di oltre il 15% sulla nostra social media fan base, con oltre sette nuovi milioni di fan e un grande exploit del canale TikTok (+173%). Il nostro focus rimane il calcio, il gol, la vittoria, le celebrazioni ma vogliamo sempre intrattenere ed emozionare anche durante i momenti culturali della nostra città ed essere rilevanti con quelle generazioni che hanno un modo di fruire la partita, il gol, l'emozione sportiva in maniera differente: una fruizione più digitale, più alternativa, più lifestyle. Il viaggio del brand Inter è solo una parte di un piano di sviluppo più ampio che parte dal calcio ma va ben oltre, guarda ai nuovi mercati e soprattutto alle piattaforme digitali. I nostri competitor non sono più solo le altre squadre di calcio ma anche le grandi piattaforme di intrattenimento come Netflix o di gaming, perché la relazione con le nuove generazioni si sviluppa attraverso la creazione di contenuti sulle piattaforme più frequentate dai giovani». 

Che cosa comporta il rebranding dal punto di vista delle opportunità commerciali?

«Il nuovo brand Inter ci ha permesso di aprirci alla contaminazione con i mondi del fashion, del lifestyle e dell’innovazione e questo ci sta permettendo di attrarre nuovi marchi globali leader nei rispettivi settori che vedono nell’Inter il partner giusto in cui investire e tramite il quale raggiungere il proprio pubblico di riferimento. Testimonianza di questa nuova attrattiva del brand sono i nuovi accordi e upgrade che hanno coinvolto la maglia in questa nuova stagione, che nell’anno del covid ha raggiunto il valore più alto della sua storia. In sintesi: partner per la stagione 20/21, 35, per l’annata 21-22, 37. Un risultato molto importante, che nasce da accordi con partner del mondo della tecnologia.

Qualche dettaglio in più sulla natura di tali accordi?

«Si tratta di partnership che sosterranno la volontà dell’Inter nell’aprirsi a un pubblico sempre più digitale e di affermarsi come icona di cultura e innovazione, così come dello sport. Il vero valore aggiunto che si trova dietro al valore economico di questi accordi è la possibilità di andare oltre le attivazioni in visibilità, che sono sempre parte importante di una sponsorship. Una collaborazione con DigitalBits si concretizzerà nell’opportunità di business per entrambe le parti, con l’integrazione della tecnologia propria del partner all’interno della app dell’Inter. Altro caso, quello di Socios, con cui il Club ha potuto sfruttare la piattaforma per creare un nuovo canale di fan engagement con i nerazzurri di tutto il mondo. La crescita del valore delle sponsorizzazioni è stata pari al 14%».

Qual è la strategia dell’Inter per raggiungere le proprie ambizioni globali anche dal punto di vista commerciale?

«La piattaforma che abbiamo costruito con il nostro posizionamento di brand ci permette di parlare con una audience internazionale e diversificata, dal punto di vista di generazioni e culture diverse. Ed è questo che cercano i nostri partner commerciali per sfruttare con la massima efficacia le potenzialità degli accordi che realizziamo insieme. La strategia si basa sulla realizzazione di attività di marketing mirato alla prossimità, costruito in modo tailor made sul pubblico target nostro e del partner. Il club sta investendo numerose risorse in questo senso, sfruttando la capacità interpretativa che deriva dai sistemi di raccolta e analisi di dati che può attivare internamente e le possibilità di creazione di contenuti e attivazioni marketing della propria media house. Le possibilità di targettizzare le attività di marketing su un pubblico specifico coinvolgono anche lo stadio, dove l’Inter mette a disposizione dei propri partner internazionali la tecnologia di Digital Overlay per permettere loro raggiungere, in maniera più accurata ed efficace, target di riferimento specifici. Grazie a questo innovativo sistema è infatti possibile geo-localizzare in tempo reale messaggi e campagne di marketing sui LED a bordocampo durante la partita in differenti regioni del mondo. Proprio sull’andamento delle presenze allo stadio, l’Inter ha sfondato quota 1.2 milione di presenze stagionali, chiuso un anno quasi da record con Inter Club (127k members nel mondo, +23% rispetto alla precedente stagione). A oggi sono quasi 40 mila gli abbonamenti rinnovati».

Cosa vuol dire oggi Inter?

«Con il presidente Steven Zhang abbiamo condiviso da subito la visione, ossia riportare l’Inter a vincere, prima di tutto, per poi abbracciare ogni aspetto del marketing per far crescere il valore di marca. La nostra è una vera e propria piattaforma di intrattenimento. Siamo partiti dalle fondamenta del club, siamo stati internazionali, abbiamo modernizzato i valori, abbracciando l’inclusività. Abbiamo creato una media house. Poi abbiamo creato un abito nuovo, quindi rinnovato il logo, un’identità visiva, moderna, minimalista. Con questo abbiamo cercato di attirare nuovi investitori. E i risultati non si sono fatti attendere».

Perché si investe in una squadra di calcio?

«Per motivi B2B e B2C, è un media che crea emozioni. E poi, l’Inter ha una capacità di trattare il dato come pochi, e l’engagement nel nostro mondo è massima. Tifare è un’attitudine. Per fare un esempio prestigioso, il brand Moncler è salito a bordo da poco, a loro abbiamo mostrato le nostre prospettive di crescita, soprattutto sul fronte digitale e le cose hanno subito performato».

A proposito di rete, quella internet, quanto pesa l’elemento social?

«È determinante, come dimostrano i 30 milioni di follower su Facebook. TikTok è il social in cui abbiamo investito moltissimo nell’ultimo anno. Faremo molto anche sulle nostre piattaforme, siamo un’agenzia di contenuti e una media company, possiamo gestire internamente il dato. E guardiamo molto intensamente, come già detto, alla GenZ che fruisce in maniera differente. Per questo deve cambiare l’approccio dei comunicatori, occorre avere una piattaforma valoriale, creare un’attitudine, curiosità, far vedere qualcosa di diverso. Sui social non facciamo vedere l’allenamento. L’interesse è sul conoscere il calciatore, il dietro le quinte. In questo caso il digitale è fondamentale».

Quanto siamo indietro rispetto a realtà estere?

«All’estero sono più avanti, dal punto di vista dei diritti e del commerciale. Noi dovremmo sfruttare l’elemento eccellenze, la storia, le città. Dovremmo sondare ancora di più il mercato orientale e americano. Abbiamo le città, la moda, la storia, il cibo, tantissime possibilità».


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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