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PHD Italia: il podcast strumento di comunicazione complementare per la costruzione della marca

Autore: S Antonini

Daniela Della Riva, Chief Strategy Officer PHD Italia


L’agenzia promuove una riflessione con il Tavolo tecnico di OBE e presenta una ricerca DOXA sull’utilizzo del contenuto audio per potenziare l’advertising

Si parla di podcast da almeno dieci anni ma questo mercato, soprattutto come mezzo di comunicazione, è ancora tutto da costruire. Infatti, se è chiaro che il consumo di contenuti audio è esploso nell’ultimo anno, è molto meno chiaro come questo fenomeno possa essere sfruttato opportunamente dai brand. Ma è senz’altro un fenomeno pieno di potenziale. Secondo Ipsos, nel 2020 gli ascoltatori di podcast sono passati dal 26% al 30% nella popolazione tra i 16 e i 60 anni.

Alla luce di questo trend, in seno a OBE si è costituito un Tavolo tecnico dedicato al monitoraggio del branded podcast guidato da Georgia Giannattasio, fondatrice dell’agenzia Mentre. Il tavolo sta lavorando alla definizione di questo mercato e un primo passo è stato fatto nei giorni scorsi con il rilascio del White Paper che indica la terminologia corretta per definire il mercato del branded podcast. Un mercato che necessita di numeri, per esempio su brand che hanno utilizzato questo strumento con successo, ancora difficili da reperire perché le piattaforme di diffusione non indicato dati sui download, «quindi non è ancora possibile creare benchmark – spiega Georgia Giannattasio, portavoce del Tavolo tecnico OBE -. Noi stiamo lavorando alla creazione di case history per cercare di dare un quadro al di là di quei casi sostenuti da attività di pr».

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Georgia Giannattasio

 

Le analisi di PHD Italia

Nell’ultimo anno, l’ascolto di musica in streaming è stato del 60,8%, mentre quello delle radio online del 39,2%; 25,1% l’ascolto di podcast e 37,1% l’utilizzo di del voice command per le ricerche. Infine, l’uso dello smart speaker è stato del 18,1%.

Perché il ricorso a tanto audio? «Siamo sovraesposti alle piattaforme di video call, la famosa “Zoom fatigue”, e le persone stanno cercando sempre di più una esperienza d’ascolto anche sui social come dimostra il boom di Clubhouse, sebbene in frenata» spiega Daniela Della Riva, Chief Startegy Officer PHD Italia, che ha organizzato un webinar sul tema. «Oggi dobbiamo riflettere sulla costruzione di una identità audio da affiancare a quella visiva, che non è più sufficiente» anche perché se al cervello servono 0,2 secondi per registrare uno stimolo visivo, ne bastano 0,05 per uno audio. Il tema dell’efficacia audio quindi è centrale, e secondo Ipsos è un elemento che scarseggia se è vero che su oltre 2000 video adv analizzati solo il 6% ha dimostrato di avere asset sonori efficaci.

La ricerca DOXA

Secondo uno studio DOXA, condotto l’anno scorso su un campione di 1000  casi rappresentativo della popolazione digitale italiana tra i 18 e i 64 anni, il mondo dei podcast è noto al 90% degli italiani (digitali), e nel 39% dei casi è molto ben conosciuto. Sono conoscitori molto giovani: al 50% hanno tra i 18 e i 24 anni, al 48%  tra i 25 e i 34. Gli heavi user sono il 64%, con una frequenza media di 2 o 3 volte alla settimana (32%).

Sono in maggioranza uomini e utilizzano soprattutto Spotify, e lo smartphone. Importante sottolineare che la modalità di utilizzo è multitasking: cioè lo si ascolta mentre si fa altro (63%). «Si crea quindi una competizione nell’ascolto ma c’è un 37% che non fa nulla e se lo gode in esclusiva» spiega Antonio Filoni, Head of Digital Offering DOXA. I peak time sono la mattina e la sera (34%), ma soprattutto il pomeriggio (47%). Gli utenti ci mettono pochi minuti per capire se gradiscono il contenuto, quindi è fondamentale conquistarli alle prime battute, ed è fondamentale che i contenuti siano facilmente rintracciabili attraverso una ricerca sul web. La durata ideale del podcast è di 30 o 15 minuti, massimo 45. È apprezzata la serialità, però deve passare poco tempo tra una puntata e l’altra.

Un media complementare

La presenza di pubblicità è ricordata nell’80% dei casi. Nell’81% dei casi, gli utenti si sono detti favorevoli all’ascolto di contenuti prodotti ad hoc dalle aziende. I brand hanno quindi l’opportunità di diventare editori: il pdocast si rivela un ottimo strumento di costruzione della marca «ma è fondamentale avere una strategia, nonché obiettivi e target chiari» spiega Giannattasio.

Un podcast, secondo il Tavolo di OBE, è un contenuto audio on demand, inedito, creato scritto e prodotto per l’ascolto a cui una volta caricato sulla piattaforma ci si può abbonare, creando una community.  Non sono repliche audio, non catchup content, non sono audiolibri, non audiofile singoli, non sono registrazioni eventi, e nemmeno trasmissioni radiofoniche caricate dopo la diretta.

Perché un brand dovrebbe utilizzare il podcast come strumento complementare di comunicazione? «Perché abbiamo troppi contenuti video, un affollamento in cui è difficile scegliere e l’attenzione cala velocemente – dice Giannattasio -. Il podcast promuove un ascolto attivo e l’immaginazione, nonché copre varie aree della customer journey». Ma non è sufficiente a scalzare la comunicazione video.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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