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GfK Italia annuncia la Nuova Stilistica Multimediale, cresce al 63% l’approccio “re-think” dei consumatori “smart”

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L’Insight Summit 2021 è dedicato alle tendenze che influenzano il mercato, il ruolo dei brand, la targetizzazione e la comunicazione in un'epoca influenzata dal Covid; il Presidente Enzo Frasio illustra alcune delle principali evidenze emerse dallo studio

Consumismo “smart”, target e stili di vita definiti anche in base a un consumo dei mezzi di comunicazione sempre più crossmediale, e un fenomeno che rappresenta il cambio di passo tra l’epoca pre-Covid e quella attuale, influenzata pesantemente dalla pandemia anche quando ne saremo usciti: la “cross fertilization” tra generazioni.

Sono le principali tendenze oggetto del GfK Insight Summit 2021 organizzato da GfK Italia, in programma il 24 febbraio 2021. Lo studio si dedica a identificare le evoluzioni di mercato, brand, consumo e media. Questa pandemia ci ha radicalmente trasformati: «Dire che tutto ritornerà come prima è un grave errore – afferma il Presidente dell’istituto di ricerca Enzo Frasio -, intanto perché il consumatore è profondamente cambiato, è molto più consapevole e informato ma soprattutto pretende che i brand adottino comportamenti sostenibili e che siano in grado di dimostrarlo».

Gli studi condotti dallo scorso marzo 2020 a oggi dimostrano che il tasso di “riconfigurazione” o “Re-think” dell’attitudine al consumo da parte degli italiani è passato dal 49% di inizio pandemia all’attuale 63%. Inoltre l’esplosione della multimedialità a un livello che poco più di un anno fa non ci sognavamo neppure è un altro spartiacque tra un “prima” e un “dopo” sul fronte dell’accesso all’informazione ma anche per l’impatto sullo spending pubblicitario. «Queste evoluzioni sono destinate a rimanere» aggiunge Frasio.

I nuovi stili multimediali

GfK ha ritenuto necessario rivedere la classificazione degli stili di consumo e dei target alla luce di un cambiamento irreversibile avvenuto con l’esplosione del digitale, e della crossmedialità che ha investito tutte le generazioni. La “monomedialità” non esiste più, quindi la Nuova Stilistica Multimediale di GfK integra variabili demografiche, socioculturali e psicografiche, comportamentali e attitudinali e di fruizione dei media andando a individuare otto nuove personas della multimedialità.

«E’ una classificazione che prescinde dalle generazioni. Osserviamo “baby boomers” che utilizzano il digitale con disinvoltura, anche rispetto alla “Gen Z”, anziani che modificano il proprio consumo dei media, nonché un fenomeno di “cross fertilization” ossia generazioni che si influenzano tra di loro nell’approccio dei diversi mezzi». Questa “tempesta multimediale” impone alle marche di tenere una linea di comunicazione di fondo unica, ma sapendo che devono parlare a consumatori diversi su piattaforme diverse.

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Crescono gli acquisti in tecnologia e largo consumo

Consumismo “smart” significa che si comprano prodotti sostanzialmente utili, anche se legati ad attività di entertainment. Come minimo comun denominatore c’è la dimensione “at home”, ossia la necessità di riprodurre a casa i diversi aspetti della vita che non si possono al momento vivere fuori: scuola, lavoro, attività fisica, divertimento, cucina creativa. Lo studio evidenzia che gli italiani si stanno adattando al nuovo contesto, che c’è voglia di futuro e che in questa voglia rientrano anche i consumi, in crescita anche se impegnativi e al centro dei progetti per il proprio benessere.

«In ambito tecnologico, prevediamo una crescita a doppia cifra - spiega ancora il Presidente Frasio – di prodotti che da “nice to have” sono diventati “must have” perché mi servono in cucina, per la scuola, per il lavoro, per il divertimento in casa». Un altro “trending topic” è quello del carrello della spesa «sicuramente diminuito rispetto ai mesi del lockdown, ma comunque stabilmente più grande rispetto al periodo precedente». In ambito tecnologico sono molto aumentati i consumi di prodotti come i misuratori di pressione, termometri, bilance, saturimetri, «prodotti salvavita che presentano tendenze molto positive a giudicare dai dati sugli acquisti e dalle indagini qualitative, secondo cui 4 italiani su 10 vogliono tenere sotto controllo la propria salute in autonomia».

Lo stesso accade per esempio con strumenti da cucina di livello avanzato: barbecue, impastatrici, friggitrici. Secondo i dati GfK, nel 2020 le vendite nel settore tecnologico sono cresciute del 5,5% e il mercato ha raggiunto i 15,5 miliardi di euro. Le limitazioni alla mobilità hanno fatto esplodere il ricorso all’online, che pesa per il 24,4% sul settore. Per quanto riguarda l’entertainment, si segnala una crescita del mercato del libro (+1,1% nell’anno, +16,9% a gennaio 2021). Il terzo settore in crescita è quello di smart tv e video on demand, in vista dei grandi eventi sportivi del 2021 (Europei di calcio, Olimpiadi) e passaggio al nuovo standard televisivo entro il 2022.

Il ruolo dei brand

La gestione di questa complessità si fa con i dati, e con la consapevolezza di ciò che il nuovo consumatore “smart” vuole. Intanto, vuole innovazione: secondo lo studio GfK crescono del 6% gli italiani alla ricerca di nuovi prodotti e servizi dall’inizio delle pandemia. Inoltre vuole prossimità, vedi il ricorso ai piccoli negozi di quartiere, e possibilità di comprare online. Vuole prezzi accessibili ma anche qualità, cosa che per esempio ha scoperto di poter trovare nei discount. Infine, vuole benessere, autenticità e sostenibilità. Cambia la piramide dei bisogni, che mette al centro valori come la sicurezza, la fiducia, il sapere esperto; i giovani, inoltre, pretendono che i brand diano anche un contributo al benessere degli individui e del Pianeta.

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Il consumatore vuole che questa non sia solo una promessa da parte di marche e aziende, ma un impegno concreto e comprovato, sia a livello globale sia a livello locale. I brand devono cogliere tutto ciò come dei veri e propri “camaleonti”. E la comunicazione deve essere il racconto veritiero di questo fare concreto. Sempre secondo Gfk, oltre 6 consumatori su 10 sono pronti a cambiare marca se capiscono che non risponde a queste esigenze: «Il consumo è molto più consapevole, grazie alla multimedialità i consumatori posseggono molti strumenti per valutare i prodotti. In tale contesto possono anche verificarsi confusione e fake news, ma i brand forti possono e devono presidiare la propria comunicazione su più media».

Ma soprattutto, le aziende devono essere «fedeli interpreti della storia che raccontano: in questo si concretizzano il purpose e il brand activism, rappresentare un punto di riferimento di cui fidarsi in uno scenario di grande incertezza dove altri player istituzionali come la politica o i media sono meno affidabili».

 

 


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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