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Felicità, creatività, ottimismo e aggiornamento costante: in un libro la ricetta di Luca Targa

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Luca Targa


Il CEO di Inside racconta nel suo ultimo volume la ricetta personale per sfuggire alla pigrizia del pessimismo, tra ottimizzazione del proprio operato, coltivazione del capitale umano e innovazione tecnologica. L'agenzia chiude il 2020 con un +22%

Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita! Come gridava, in mezzo alla piazza, un Tonino Guerra, che di guerre ne aveva viste sul serio, ma che in quel momento non si trovava certo in un epoca votata a qualsivoglia conflitto, almeno non di quelli globali e super sponsorizzati. Però, al di là della retorica, che comunque sia, quando rispettosa degli equilibri, rende più saporite le pietanze delle giornate sempre quelle, sempre uguali, il fu poeta, progenitore dei migliori copywriter, non aveva tutti i torti. Sicché, quando il mondo, la vita tutta, scivolano in una situazione di reale crisi, occorre fare un bel respiro, riorganizzare gli obiettivi, colorare il panorama in maniera differente e riprendere. Facile, facilissimo a dirsi, non costa nulla, ma sarebbe bene non parlare bene e poi razzolare in senso contrario, piuttosto fare, che fa rima con dare, l’esempio, per esempio. Così ha fatto Luca Targa, CEO e Responsabile Strategico di Inside, agenzia di comunicazione da lui rilevata quando il secolo delle guerre stava per concludersi e oggi realtà affermata nel settore B2B che, tra un’acquisizione e l’altra, ha chiuso l’anno 2020 con un rimarchevole +22%. Nel mentre, complice anche il primo, indimenticabile lockdown, ha scritto un nuovo libro, intitolato “Ripartiamo dalla felicità. Il punto di vista di un imprenditore sulle sfide di oggi e di domani, ricordando ieri”. Si fa presto a dire felicità, tra mugugni, polemiche e domande insolenti che credono di essere giustificate “ma come si permette di parlare di felicità?! Ma non vede cosa sta succedendo?”. Noi non facciamo parte del circolo dei perenni infuriati, ma dei curiosoni e quindi abbiamo chiesto direttamente a Targa dove risiedano le radici di questa felicità.

Buon anno, dopo i fasti dell’appena trascorso che vi ha visto chiudere con un sonoro +22%. Inaspettato?

«Non del tutto, magari a un certo punto sì, diciamo intorno al mese di marzo. Ma dopo i primi sussulti, ci siamo resi conto che il piano industriale che avevamo predisposto, con tutti i suoi obiettivi, sarebbe stato comunque a portata di mano. È ovvio che qualche budget è stato per così dire congelato, rimandato, ma alla fine la crescita è stata comunque a doppia cifra».

Che la crisi si possa affrontare e addirittura sconfiggere, o perlomeno frenare, facendo leva su una struttura snella piuttosto che a capo di un grande gruppo?

«La storia di Davide e Golia è sempre attuale. Il piccolo vince perché veloce, adattabile, il grade si presenta come leader ma alla fine risulta più pesante. Al di fuori di detti, proverbi e parabole, conta molto la specializzazione. Puoi avere una laurea, e noi l’abbiamo conseguita in comunicazione, poi però devi prendere una decisione e capire cosa vuoi fare da grande: media, mass market, PR?»

È questo che crea quell’ottimismo, quella felicità che permeano il lavoro di Luca Targa e di Inside come raccontato tra le pagine del suo nuovo libro?

«C’è sempre un presupposto: ogni impresa deve essere creativa, deve essere come una stanza sempre ravvivata da un’aria fresca. Essere creativi significa essere felici. In tutto questo, occorre sempre dare uno sguardo alle spalle, perché è la storia a insegnarci, a capire che ogni crisi può essere superata. Trasmettere ottimismo dunque, ma non solo a parole. La vera creatività si esplica in lavori soddisfacenti capaci di vendere un prodotto, un valore e uno legame emotivo».

Cosa significa oggi fare impresa?

«Lasciamo da parte le grandi strutture, in cui si muovono interessi differenti, tra soldi e politica. Le cosiddette PMI per andare avanti devono innovare, devono seguire, quando non anticipare i progressi tecnologici, devono entrare a pieno diritto nel pianeta digital. In caso contrario spariranno. Inside è un mix tra ottimismo, competenza e innovazione».

Cosa si intende per innovazione?

«Il valore di un prodotto innovativo può durare 2-3 mesi, può darti un gap di vantaggio rispetto a una concorrenza che non ci è ancora arrivata, ma poi? La vera innovazione è avere una visione, un programma, un progetto che oggi non può fare a meno di poggiare su basi digital. In giro ci sono aziende considerate di prima fascia che non possiedono software gestionali in rete, che, in pieno lockdown sono rimaste bloccate perché impossibilitate ad attuare lo smartworking. Ci sono dei settori dell’amministrazione pubblica che la scorsa primavera non hanno potuto adempiere al loro ruolo per carenze tecnologiche. Stiamo parlando di eccellenze, presunte».

Come facciamo a essere ottimisti se tutto intorno le cose sembrano non funzionare?

«Perché c’è molto terreno fertile da coltivare, formare»

Quali sono i punti cardine per un’impresa che voglia lavorare ed essere felice?

«Lavoriamo per vendere qualcosa, allora curiamo prima di tutto i contatti, ottimizziamo lo scenario e di conseguenza il nostro operato. Investiamo poi sempre più sul capitale umano, proviamo anche ad appiattire in questo modo il concetto abusato di imprenditoria che prova a imbrogliare il lavoratore e il lavoratore stesso descritto come un fannullone. È un ingranaggio che va avanti solo se le parti lavorano in accordo, l’imprenditore che rischia e offre una possibilità, il lavoratore che la sfrutta. E poi, la tecnologia, occorre sposare in toto l’innovazione digitale. Solo così si potrà essere felici di fare quello che ci piace».

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Inside, il 2021 inizia nel segno della crescita a doppia cifra
Crescono gli investimenti, tecnologici e strutturali, prosegue il coinvolgimento di professionisti specializzati e, di conseguenza, arrivano nuovi progetti qualificati da aziende che si inquadrano come big player all'interno dei vari settori merceologici

A livello globale il 2020 è stato un anno complicato, sia dal punto di vista della salute pubblica che - conseguentemente - da quello economico-finanziario, con un 2021 che inizia tra paure e preoccupazioni soprattutto in merito agli aiuti pubblici legati al Recovery Fund. Eppure, anche all'interno di questo panorama, ci sono aziende che si distinguono per quelli che sembrano dei veri e propri anticorpi alla crisi. Parliamo di realtà che, oltre a resistere, hanno saputo incrementare la loro presenza sul mercato. Tra gli elementi comuni a queste aziende sussistono fattori chiave quali visione, formazione, digitalizzazione, innovazione tecnologica e progettualità. È il caso di Inside, leader nel panorama nazionale della comunicazione integrata come società indipendente, che ha saputo cogliere per tempo questi aspetti, chiudendo un 2020 con un ragguardevole +22%. Un risultato di per sé straordinario se rapportato allo scenario pandemico in atto da marzo, tenendo inoltre in considerazione che il 2019 per l'agenzia associata UNA era stato un anno positivo e di ulteriore crescita rispetto al precedente.

Innesti

Ma Inside, guidata dal CEO e Responsabile Strategico Luca Targa, non ha certo intenzione di fermarsi qui: crescono gli investimenti, tecnologici e strutturali, prosegue il coinvolgimento di professionisti specializzati e, di conseguenza, arrivano nuovi progetti qualificati da aziende che si inquadrano come big player all'interno dei vari settori merceologici. Nella fattispecie l'organico dell'agenzia si sta arricchendo con l’inserimento di un nuovo Project Manager senior e di un 1 junior, che si vanno ad aggiunge ai sei attuali, due ulteriori Social Media Manager all’interno del Team Social, un nuovo creativo, un Sales and Marketing Manager di grande esperienza e, non da ultimo, un Digital Consultant. A corredo di questi innesti Inside ha già provveduto all’acquisto di tre nuove vetture che andranno a implementare l’attuale flotta aziendale.

Penso posiitivo

Gli obiettivi a breve e medio termine? C'è innanzitutto la ferma intenzione di proseguire una crescita a doppia cifra, come spiega l’Amministratore Unico Luca Targa: "I risultati raggiunti nel corso dell'ultimo anno ci hanno ripagato dell'impegno che, come agenzia, abbiamo messo in campo nel cercare di supportare i clienti in ogni momento, aiutandoli ad adottare le soluzioni più congeniali per fare business anche in tempi di crisi. Al di là del fatturato ci incoraggia il fatto che le aziende in portfolio hanno rinnovato attività e partnership anche per il 2021 e, al tempo stesso, abbiamo acquisito nuovi clienti per progetti davvero ambiziosi. Investiamo molto in formazione e personale qualificato: aprendo le selezioni per i nuovi inserimenti sono arrivate centinaia di domande. Al di là della valenza estetica dei progetti offline e digitali che realizziamo, contano i riscontri oggettivi. Quello che proponiamo non è solo un bello che piace, ma un bello che vende. Sulla base di questi principi, un fattore che ci distingue dai competitor è rappresentato dal fatto che ogni nostro progetto si basa sulla garanzia del raggiungimento degli obiettivi concordati con il cliente". Un ulteriore accenno Luca Targa lo riserva al suo ultimo libro "Ripartiamo dalla felicità", uscito poco prima delle festività natalizie. "Al di là dell’incoraggiante performance di copie vendute, mi fa davvero piacere ricevere molti feedback positivi di persone che lo hanno letto e che ne hanno apprezzato il contenuto. Proprio in questo momento particolare che stiamo vivendo - ha precisato il CEO di Inside - credo ci sia bisogno di una visione positiva a livello individuale per uscire nel modo migliore dalla crisi".


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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