Lo dice una ricerca Prometeia sviluppata nell’ambito del progetto UNA+, che vede l’associazione presieduta da Emanuele Nenna e Google insieme per promuovere l’innovazione indispensabile per la ripartenza
Le agenzie digitali generano 27,6 miliardi di euro di valore aggiunto nell’economia italiana, pari all’1,7% del prodotto interno lordo. Quindi risultano particolarmente strategiche in questa fase di ricostruzione post Covid all’insegna dell’innovazione. Lo rivela una ricerca Prometeia condotta nell’ambito del progetto UNA+, che vede l’associazione delle aziende di comunicazione insieme a Google Italia promuovere processi di formazione e di digital transformation diretti alle agenzie piccole e medie del nostro Paese.
La ricerca è stata presentata ieri da Alessandra Lanza, Senior Partner Prometeia, nell’ambito di un convegno organizzato da UNA a cui hanno partecipato Marco Gay, Vice Presidente di Confindustria Digitale, e Diego Ciulli, Public Policy Manager di Google Italia.
Alessandra Lanza, Prometeia
«Obiettivo di UNA+ è portare cultura digitale sul territorio italiano – spiega il Presidente di UNA Emanuele Nenna -, per farlo abbiamo dovuto dare una dimensione al fenomeno, dimostrando che con l’1,7% del PIL è una industry tutt’altro che marginale».
L’identikit delle agenzie digitali
Le agenzie digitali sono tutte quelle imprese che offrono almeno un servizio nell’area web e tecnologie digitali per implementare strategie di marketing, comunicazione e vendita. In Italia sono 28mila, con un impiego di oltre 156mila addetti e un fatturato di oltre 21 miliardi, in crescita del 5% l’anno, oltre tre punti percentuali in più rispetto al settore dei servizi per la comunicazione. Anche la redditività si attesta su livelli superiori (6.5) rispetto al benchmark (4.7).
Sono in prevalenza piccole aziende, oltre il 90% ha meno di 10 addetti, e si concentrano in particolare nel Nord, con il 50% in Lombardia dove esprimono il 27% del fatturato totale, ma con qualche presenza anche nel Lazio (15% della presenza, 17% del fatturato) e in Campania. L’occupazione delle agenzie digitali è caratterizzata da una presenza superiore alla media di giovani, di cui il 30% fino a 35 anni, il 50% in più rispetto alla media italiana, di donne, impiegate in questo settore per il 42%, il 7,6% in più rispetto alla media italiani, e di persone che possiedono un titolo di studio terziario (40%).
Le attività digital di queste imprese rappresentano in media quasi il 40% del loro fatturato e valgono circa 8 miliardi di euro e, nonostante una flessione dei ricavi attesa per il 2020, la componente digitale del fatturato rappresenta un importante driver di crescita per il prossimo biennio in cui si prevede un incremento sostenuto.
Per quanto riguarda le aree di offerta maggiormente presidiate, tra le prime tre si annoverano il web (86%), il marketing/comunicazione (64%) e i social media (56%), con una varietà di servizi che affianca allo sviluppo di siti web (71%), alla gestione dei social (51%), allo sviluppo dell’e-commerce (46%), una offerta molto articolata di servizi di marketing e comunicazione (branding, e-mail marketing, eccetera).
Gli investimenti di Google
Il progetto UNA+ ha anche l’obiettivo di accreditare le agenzie che vi partecipano presso i potenziali clienti. L’iniziativa sarà inclusa anche in “Italia in Digitale”, il nuovo piano di Google per accelerare la ripresa economica del Paese attraverso progetti di formazione, strumenti e partnership per supportare le aziende e le persone in cerca di opportunità lavorative.
Per sostenere queste iniziative nonché i progetti di formazione sviluppati con Unioncamere, Google ha messo in campo investimenti per complessivi 900 milioni di dollari in cinque anni, destinati anche e per la maggior parte alla creazione di due Cloud region in Italia, nonché a sostenere un programma di grant pubblicitari destinati alle aziende italiane.
Spiega Diego Ciulli: «Il digitale ha dimostrato come la tecnologia possa aiutare persone e imprese nelle proprie sfide lavorative e imprenditoriali. L’esistenza di questa industria interna è una notizia. Noi siamo abituati a pensare l’Italia come dipendente dall’estero. Per me la sfida è fare il mercato sviluppando competenza all’interno del Paese».
«Se le agenzie hanno un ruolo così importante perché aiutano la crescita delle aziende – commenta Nenna -, UNA con il suo programma di formazione crea opportunità per le agenzie di accreditarsi presso le aziende, e stiamo lavorando perché la competenza si estenda sul territorio».
L’impatto sull’economia italiana
Dalla ricerca emerge anche il peso esercitato da settore delle agenzie digitali sull’economia del Paese, sia in modo diretto attraverso le proprie attività, sia in modo indiretto con la propria filiera e l’indotto. Le agenzie digitali hanno contribuito a generare 27,6 miliardi di euro di valore aggiunto nell’economia italiana, pari all’1,7% del PIL.
Le attività strettamente digitali rappresentano il 38% del totale (0,7% del PIL). Secondo le rilevazioni di Prometeia, ogni euro di valore aggiunto genera in media ulteriori 2,1 euro nell’economia per un moltiplicatore totale di 3,1, mentre l’occupazione sostenuta dalle attività di questo comparto ammonta a oltre 433mila unità.
Soprattutto, le agenzie digitali svolgono il ruolo di leva per il rafforzamento del brand, l’innovazione e l’incremento della competitività. Il settore digitale è un abilitatore di business: lo studio calcola che un aumento della spesa in questi servizi del 10% medio nei prossimi tre anni produrrebbe una crescita potenziale del contributo all’economia italiana a 9 miliardi dai 2 miliardi scarsi generati dal 2014 al 2018.
Altro fattore che fa la differenza, è l’impatto positivo sulle esportazioni che favorirebbe la crescita delle imprese italiane a livello internazionale. «Il digital è un acceleratore straordinario – commenta Marco Gay - ma serve un lavoro di sistema. Le competenze rappresentano un tema cruciale, perché abbattono le barriere di genere, quelle culturali, e permettono evoluzione del mercato del lavoro. In questa visione le agenzie hanno un ruolo straordinario perché possono influenzare l’evoluzione del mercato, comunicando anche a livello internazionale. Noi riteniamo che con un lavoro di squadra si possa riagganciare la ripartenza».
La competenza è centrale
La crescita quindi non ci può essere se non aumentano la cultura tecnologica del management delle imprese, e le competenze digital in generale: «Ci sono milioni di consumatori in più nel mondo che possono essere facilmente raggiunti grazie al digitale. Andare online e l’e-commerce non sono più una scelta ma una necessità indispensabile, e i concorrenti stranieri lo stanno facendo» commenta Gay.
E aggiunge Nenna: «Bisogna accelerare e cogliere tutte le potenzialità legate alla digital transformation. Ci sono aziende che ancora decidono di non investire nel digitale, forse per mancanza di una corretta conoscenza del settore. Per questo il prossimo passaggio di UNA+ sarà offrire alle piccole e medie imprese, insieme alla cultura, la possibilità di investire, grazie a Google che metterà loro in mano un capitale per crescere con il digitale».
«La fase di ripresa post Covid rappresenta un’occasione unica per compiere quel “salto digitale” che possa portare l’Italia insieme all’Europa sulla frontiera hi tech, il terreno sul quale, nel futuro prossimo, si giocherà la sfida mondiale sulla competitività – conclude Alessandra Lanza -. È quindi fondamentale mantenere la massima attenzione su tutte le realtà digital perché da queste dipenderà una buona parte della crescita nel futuro».