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Pil, elaborare il presente e anticipare il futuro

Autore: D Sechi

Carlo Boldrini


I primi 14 anni dell’agenzia di comunicazione indipendente specializzata in progetti integrati con particolare focus sul digital raccontati dal CEO Carlo Bodrini

Essere indipendenti, non solo un modo di dire, ma una filosofia organizzativa. Certo, all’interno di un mercato globale, con i suoi pro e contro, ma anche con la consapevolezza di potersi muovere secondo i propri precetti, con obiettivi via via cangianti, con soluzioni ogni volta appropriate all’attualità, con uno sguardo sempre vigile verso il dopo. Sì perché, a certi livelli, tener contro degli insegnamenti ricevuti rimane importante, ma adagiarsi su tradizioni e nostalgie è quantomeno pericoloso. Pil, agenzia di comunicazione indipendente specializzata in progetti integrati con particolare focus sul digital, festeggia il 14esimo anno di età che, nella numerologia karmica, simboleggia proprio l’esplorazione e il costante cambiamento: principi che sono alla base del Metodo Reverse, ideato da Pil e trascritto da Stefano Genovese in un omonimo manuale disponibile su Amazon e di cui uscirà presto una riedizione. Fin dagli inizi, nel 2006, la struttura è stata in grado di distinguersi dai competitor per la capacità di ascolto e la fluidità nella comunicazione, plasmandosi sui clienti e adattandosi ai cambiamenti di un settore in costante evoluzione - come quello del digital.

Anni di progressi, affermazioni, nascite

Nel corso di questi anni, Pil ha ottenuto diversi successi incassando dei riconoscimenti molto importanti come il Premio NC Awards per la miglior agenzia emergente nel 2017 e il premio, insieme a Casio, come miglior progetto nella ”Categoria Olistica”. Nel 2010, invece, nasce Ecopil, la divisione nata per soddisfare in maniera specializzata i servizi di natura etica, ecologica e sostenibile, con un occhio di riguardo verso l’ambiente anche da un punto di vista pratico. Tra le ultime novità, oltre a diversi progetti sperimentali e su piattaforme emergenti, sempre nel 2017 è stata inaugurata la Pil Rouge, la sede galleggiante nel Mar Mediterraneo, mentre nel 2019 è la volta della Pil Room, la stanza in cui si percepisce tutta l’identità vibrante dell’agenzia. Altra rivoluzione firmata Pil è stata l'introduzione del format “Press Night”, evento che porta una ventata di innovazione nel panorama dei classici press day milanesi e che nella sua ultima versione di marzo si è svolto in una nuova versione completamente digitale e completamente online.

Il 2020

Raccogliendo le sfide di questo 2020, l’agenzia ha saputo adattarsi ai cambiamenti e rispondere con il lancio della nuova piattaforma TheBuynder, ideata a supporto dei servizi b2b e per la vendita online in full outsourcing b2c. Ci siamo fatti raccontare tutto dal Ceo, Carlo Boldrini.

Quasi tre lustri di carriera: in che modo è cambiato il mercato in questi anni?

«La digitalizzazione in questi anni è stata senza dubbio l’ago della bilancia che ha decretato il successo e la dipartita di molte aziende, anche grandissime e celebri. Non è importante quanto sei bravo oggi, ma quanto lo sarai domani. Noi investiamo molto nei giovani, che ci danno energia e creatività; la generazione Z rappresenta i consumatori di domani e il loro approccio al lavoro è fresco e dinamico. Da sempre mi considero un “aggregatore di talenti”, sono in grado di intuire e sviluppare il talento degli altri. Non è nel mio interesse essere sempre sotto i riflettori, ho un team di validissimi collaboratori che sono esperti nel loro lavoro, e a cui ho sempre dato carta bianca con tutti i risvolti del caso, nell’interesse della loro crescita professionale e nella crescita dell’azienda stessa. In questo momento chi è capace di fare la differenza è l’imprenditore che non guarda al passato seguendo le orme di ciò che faceva 10 anni prima, ma è colui che sa elaborare il presente e ha il coraggio di anticipare le tendenze del futuro».

In che modo opera Pil?

«Pil opera nella continua evoluzione dei propri servizi e del metodo di lavoro. Il Covid ha in qualche modo forzato molte aziende a digitalizzarsi e a reinventarsi con servizi e prodotti che prima non facevano parte del ventaglio delle loro proposte. Noi siamo digitali e dinamici da sempre, abituati a plasmarci per soddisfare le richieste dei nostri clienti e del mercato: è proprio grazie a questa nostra natura che siamo riusciti a sopravvivere al lock down, mantenendo praticamente invariato il fatturato. Il nostro core business è appunto il digital, ci occupiamo di sviluppo web, content creation e production, adv, gestione social e press office, con un maggiore focus sulle digital pr, che vengono integrate all’interno di tutto il sistema. Nel 2020 abbiamo inoltre sviluppato una piattaforma B2B: TheBuynder».

Si parla spesso del Metodo Reverse, di cosa si tratta?

«Reverse è il metodo che abbiamo ideato e raccolto in un libro nel 2018, lo utilizziamo nel lavoro di tutti i giorni per fare impresa in modo eticamente sostenibile; è adatto a qualunque azienda, di qualunque settore. Oggi, per avere successo, un’azienda deve produrre profitto senza tralasciare il benessere di dipendenti e collaboratori sia in termini psicologici, sia sul piano economico. Dalla soddisfazione di chi lavora in un'azienda dipende la sua produttività e, di conseguenza, il successo dell'impresa stessa».

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Con quali settori di mercato lavorate maggiormente o con quali di essi vi trovate creativamente meglio?

«La moda storicamente ha rappresentato un core business del nostro lavoro, ma negli ultimi anni altre categorie merceologiche hanno iniziato a diventare una nuova opportunità su cui puntiamo molto. Parlo per esempio di food&beverage su cui lavoriamo con alcuni brand già da diversi anni, ma anche jewelry, beauty e prodotti di design. Ultimamente non da meno è il comparto del b2b, a supporto del quale proprio durante il lockdown abbiamo lanciato una piattaforma dedicata, The Buynder. Tendenzialmente, a prescindere dal settore in cui operiamo, ci mettiamo in gioco costantemente, pensando alla migliore strategia comunicativa per il brand e applicando il nostro metodo a ogni tipo di progetto».

Il 2020: cosa ha comportato sullo scenario e sulle sorti della vostra struttura?

«Indubbiamente, gli investimenti pubblicitari nel settore della comunicazione hanno subito un rallentamento: il comportamento degli eventi si è praticamente bloccato, lasciando respiro a pochi leader del settore che, con grandi budget, hanno potuto garantirsi qualche attività di questo tipo. Per noi è stato l’anno della consapevolezza, abbiamo capito che siamo sempre stati un passo avanti e che abbiamo la capacità di resistere anche ai grandi urti che storicamente ci possono essere in tutti i settori. Ciò che mi ha reso più felice è vedere come tutti i miei collaboratori si sono impegnati per rimanere vicino ai clienti, nonostante le barriere fisiche imposte dal lockdown».

Desideri e obiettivi: ci sono dei segmenti che non avete ancora trattato e con i quali vi piacerebbe impegnarvi?

«In quarantena abbiamo avuto la conferma di quanto il segmento food in Italia sia forte e limitatamente influenzabile dagli andamenti dello shopping, senza dubbio è un comparto molto interessante sia dal punto di vista di sviluppo digitale che dal punto di vista della solidità economica. Anche il turismo in Italia ha ampi margini di miglioramento, la digitalizzazione della comunicazione nel marketing turistico ha ancora molta strada davanti ed è indubbiamente un segmento che in Italia non può che prosperare. Stimoli interessanti arrivano anche dall’estero, su cui stiamo facendo ricerche».

Ancora 2020: per certi versi non fa testo, visti gli accadimenti, ma in che modo lo chiuderete?

«Le grandi crisi portano anche grandi opportunità e, quando hai pochi fondi da investire, ti affidi ai consulenti che nel tempo hanno meritato la tua fiducia e la tua stima. Grazie ai nostri continui investimenti non solo nelle strutture e nella tecnologia ma anche e soprattutto nelle persone, riusciremo a chiudere l’anno limitando al massimo - per quanto possibile - le perdite economiche e con un team sempre più forte e motivato. Le aziende sono fatte di persone e per noi lavorare in Pil non vuol dire solo recarsi in ufficio, ma vuol dire credere in un progetto comune che in qualche modo ci collega all’archetipo di famiglia, dove ognuno ha solide basi su cui crescere».

Avete qualche campagna in rampa di lancio che può essere già anticipata?

«In Pil abbiamo molti progetti che decolleranno a breve, tra cui la nostra divisione Eco Pil, che presenterà a breve un nuovo progetto e la nuova edizione di Reverse. Non per ultimo, ricollegandoci al segmento turismo, Casacon, un retreat collocato nella perla dell'adriatico (Sirolo) a cui stiamo lavorando con l’auspicio di aprire quanto prima».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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