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iCorporate, i sarti della comunicazione aziendale chiudono il 2019 a +16%

Autore: D Sechi

Sergio Pisano


Un fatturato in crescita a 2,2 milioni di euro per la società di consulenza specializzata in comunicazione corporate, finanziaria e di crisi. Incontro con l’A.D. Sergio Pisano che ci racconta come il digitale abbia cambiato lo scenario

Trovarsi improvvisamente in mezzo al classico guado, tra incertezze e pii desideri: che fare? Tra esigenze di cambiamento che potremmo definire fisiologiche, la famigerata crescita, il classico passo in avanti, per non rimanerne tre indietro. O magari è successo qualcosa che sta minando le fondamenta della propria reputazione, costruita in anni di faticoso operato; un’ipotesi, quest’ultima, non certo campata in aria in un’epoca, come l’attuale, così affezionata agli stati di crisi. Quindi, che si può fare? Esiste un numero verde che metta a disposizione il foglio di istruzione per uscire da una situazione non più gradita? Ebbene sì. O meglio, ci sono delle società di consulenza specializzate nella comunicazione corporate, finanziaria e di crisi, capaci di elaborare strategie per la gestione della reputazione aziendale e del management, integrando il digitale con il presidio dei media tradizionali. Un nome: iCorporate, la struttura guidata dal Presidente Esecutivo Francesco Foscari e dall’A.D. Sergio Pisano ha rilasciato i dati del suo 2019: un fatturato di 2,2 milioni di Euro, una crescita del 16%, un team composto da 22 professionisti, che si è giovato di 4 nuovi ingressi. Risultati raggiunti grazie a una nuova infornata di clienti, ben 15 new entry, tra le quali Amplifon, Arsenale SGR, Arval Italia, BVA-Doxa, Indaco Sgr, LCA Studio Legale, Medtronic Italia e JLL Italia, solo per citarne alcuni.

La Content Factory

A favorire il momento di espansione, anche la decisione di attuare, nel corso dell’ultimo biennio, un processo di riorganizzazione interna che ha portato alla creazione di practice sinergiche tra loro e attive nei settori corporate e crisis management, finanziario e digitale, guidate dai practice leader Melissa Lovisetto, Eleonora Meneghelli, Arturo Salerni e Nicholas Scalino. A ciò si è aggiunta, nel corso del 2019, l’integrazione di alcuni servizi ad alto valore aggiunto che hanno portato alla costituzione di una Content Factory interna, composta da figure professionali specifiche e dedicate alla creazione e pianificazione di strategie creative che vanno a declinarsi in contenuti visuali e testuali.

Abbiamo incontrato l’Amministratore Delegato Sergio Pisano, al quale abbiamo cercato di carpire alcuni commenti sull’attuale contesto di mercato e qualche segreto del successo di iCorporate.

Perché iCorporate è una realtà strategica per un’azienda?

Partiamo da un semplice presupposto: iCorporate nasce in un momento storico particolare caratterizzato dalla crisi della carta stampata con conseguente riduzione del numero di contenitori utili e appropriati per raccontare notizie e storie di aziende e dall’avvento del digitale che ha reso tutto più complesso, multidimensionale, e soprattutto non facilmente controllabile. Nel 2013 abbiamo scelto di posizionarci sul mercato con un’offerta che fosse in grado di coniugare l’esperienza maturata nel corso degli anni nelle media relations tradizionali con la nuova dimensione del digitale. Questo ha fatto la differenza. Al centro mettiamo il contenuto e lo decliniamo sui vari canali a seconda delle necessità e degli obiettivi dei nostri clienti. 

Voi di cosa vi occupate?

iCorporate si occupa di comunicazione corporate, finanziaria e di crisi attraverso un modello di business totalmente integrato tra ufficio stampa tradizionale e attività digital. Siamo verticali nel servizio, ma orizzontali nei settori. Tra i nostri clienti ci sono fondi di venture capital, società di private equity, quotate, aziende attive nel settore delle utilities. Oltre a studi legali, banche, società di gestione, player retail, grandi brand che vanno da Amplifon a Whirpool EMEA. Acquisiti in forma diretta oppure, più frequentemente, tramite gare…

Meglio la prima opzione?

Non è detto. Ogni anno partecipiamo in media a circa 20-25 consultazioni, soprattutto nel periodo compreso tra giugno e settembre, quando le aziende sono in via di definizione dei budget per l’anno successivo. Le gare, quando sono organizzate e gestite in maniera seria e trasparente, sono vere e proprie opportunità non solo di business ma anche di crescita per i professionisti; servono a valorizzare i più giovani, aiutano a pensare, fare ricerca, a “vendere” un’idea. Fortificano la componente psicologica e cementano la tecnica, che rappresenta il punto di partenza, la base che ti permette di identificare sempre una soluzione e verificarne la fattibilità.

Una case history esplicativa del vostro operato?

Ne potrei citare molte ma se devo scegliere un esempio scelgo Twitter, social network che ha ritrovato di recente un nuovo brio. La gestione di un brand come Twitter ti consente di entrare in contatto con un numero infinito di argomenti che vanno dalla cronaca, alla finanza, da fatti legati al costume, allo sport, etc ogni giorno, minuto, secondo. E qui entriamo in gioco noi. Partiamo dai dati per arrivare a dare risposte, creare storie che siano di interesse per i media e di valore per il cliente. Al di là del caso specifico, ogni situazione aziendale che ci offre l’opportunità di lavorare al fianco del top management per trovare soluzioni a problemi strategici rappresenta per noi un caso di successo.

Chiudete in crescita a doppia cifra il 2019, cosa vi attendete per il 2020?

I primi mesi del 2020 ci permettono di guardare al futuro con ottimismo e con una previsione di crescita in linea con quella dell’anno precedente.
Ciò implica di non smettere mai di ascoltare il mercato per adattarsi a esigenze che sono in continua mutazione e cogliere eventuali opportunità di crescita anche per linee esterne.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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