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Fixool, l’home service a cinque stelle

Autore: D Sechi

Leonardo Tirassa


Le giovani vicende della Data Driven Platform che raccoglie e soddisfa le richieste e le esigenze di clienti e professionisti del settore che in Italia vale 23 miliardi. Ce ne parla il CEO Leonardo Tirassa

Quando la giornata sembra promettere bene, con il sole alto, il cielo pulito e le prospettive ottime, ecco rompersi il boiler. Smarrimento, incredulità, irritazione, richiamo veloce di tutto il pantheon, nessuna risposta, forse sono tutti in ferie. Meno male che ci sono i motori di ricerca, una delle più grandi invenzioni della storia umana. Ed eccolo arrivare l’idraulico, lui, la sua valigetta degli attrezzi e il suo preventivo. Ma alla fine, con la riparazione riuscita, sempre lui dice di essersi sbagliato, la conferma arriva dalla parcella, anche detta salasso. Che si fa? Si paga, può capitare. Ma poi un tarlo si fa strada durante il pomeriggio, rapisce la sera, prende in ostaggio la notte. Non va bene. Rapido check tra amici e parenti: è tutto vero, è capitato anche a loro, ritrovarsi senza metà stipendio per la rottura di uno stipite, per il sistema elettrico improvvisamente latitante, per il gas che non sbuffa più… Ed è capitato anche a Leonardo Tirassa, CEO di Fixool (https://www.fixool.com/), azienda che sorge sul classico malcontento di cui sopra e che si muove nel mercato dell’home service, un settore che in Italia vale 23 miliardi di euro.

Quando nasce Fixool?

«L’idea spunta nel 2016, dopo una disavventura domestica con conseguenze economicamente molto costose. Un’opportunità di business che si concretizza nel maggio del 2017. Il mercato dell’home service si poggia su due tipi di mal di testa: quello del cliente, impegnato nella ricerca di una figura professionale di cui potersi fidare, e quello del professionista che vuole lavorare e vuole essere pagato. Prima di dare avvio al progetto, abbiamo intervistato circa 200 operatori, chiacchiere dalle quali sono scaturiti aneddoti assurdi, come la signora che propone un pagamento in vino!».

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Leonardo Tirassa

Fixool rappresenta dunque una sorta di ponte tra operatori e clienti?

«In realtà facciamo molto di più: gestiamo tutto, dal pagamento, alle proposte reali di lavoro. Abbiamo un servizio clienti proprietario. Informiamo a 360 gradi e per questo abbiamo lanciato un magazine gratuito (come del resto il portale), https://comefare.fixool.com/ che oggi può contare su 60.000 utenti unici al mese. Fixool è un portale di servizi di installazione, manutenzione, riparazione e assistenza per ambienti indoor (casa, ufficio, negozi e attività commerciali, laboratori, piccole e medie imprese). Siamo l’unico player italiano in grado di gestire end-to-end tutto il processo. Fixool riduce il sommerso; amplifica le opportunità di business per gli artigiani, che demandano alla piattaforma l’intero processo di prenotazione del lavoro, pagamento, fatturazione e rating; fa emergere inedite opportunità di sinergia nel tessuto produttivo locale; favorisce la nascita di micro-distretti produttivi, che dal digitale vivano poi come nuovi tasselli di economia reale».

Il cliente perché dovrebbe fidarsi dei professionisti presenti su Fixool?

«Perché sono tutti certificati. Non stiamo parlando di semplici moduli di accettazione, bensì di un vero e proprio iter di selezione, superato il quale arriva il contratto di affiliazione. Operatori ai quali non manca nulla: partita IVA, listino prezzi, assicurazione».

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Quello dell’home service è un mercato quasi in sotto traccia, che si da per scontato probabilmente, come funzionano le cose all’estero?

«In Italia, il segmento vale 23 miliardi, secondo solo all’alimentare, secondo le ricerche Istat. Analoghe esperienze internazionali, più radicate, sono Zoofy in Olanda, Fantastic Services in UK e Home Advisor in USA; quest’ultima fa parte del gruppo IAK che oggi vale 5 miliardi di dollari. La stessa Amazon ha cominciato a investire nel settore negli Stati Uniti. Fixool ha già creato parecchio interesse e siamo stati avvicinati da alcune multinazionali».

Una sintesi che vi definisca?

«Siamo una Data Driven Platfom che opera nel settore dell’home service, che vuole accelerare la digitalizzazione di questo mercato, generando un sistema di vantaggi per tutti i protagonisti della filiera, con un obiettivo ben preciso: creare un’esperienza a cinque stelle. Ultimamente, a causa della pandemia, è cresciuta l’esigenza di sanificazione degli ambienti. Non ci siamo fatti trovare impreparati, abbiamo stretto un accordo con una realtà del segmento e abbiamo organizzato un servizio appropriato».

Dove vi muovete al momento e cosa offrite?

«Il nostro servizio al momento comprende il Nord Italia, da Milano a Bergamo, da Torino a Bologna, ed è in espansione. Sono 18 le categorie operative disponibili e 400 le tipologie di lavoro offerte».

Sito e magazine sono gratuiti, come vi muovete nel campo della raccolta pubblicitaria?

«lavoriamo con un grande eserto dio SEO e SEM e con lui volgiamo creare un ecosistema pubblicitario legato al nostro settore».

Intanto è andata a buon fine l’attività di crowfunding…

«Abbiamo raccolto 300.000 euro da investitori, anche internazionali, tra i quali lo stesso Zoofy. Ora inizia il secondo round da 200.000 euro. Intendiamo rafforzare la leadership nel mercato dell’home service, estendere la nostra presenza nell’intero Paese e superare i 1.000 interventi entro il 2020, conquistare nei prossimi 7 anni il 10% della componente digitale del mercato italiano dell’Home Service».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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