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Women in Tech: “Less is more”, il motto di Sara Buluggiu

Autore:

Sara Buluggiu


La Managing Director di Rubicon Project Italy, Spain & MENA, protagonista del terzo episodio della rubrica di DailyNet, racconta la sua carriera e la sua vita nel mondo dell'advertising technology

Torna la rubrica Women in Tech, lo spazio dedicato di DailyNet alle donne che quotidianamente contribuiscono allo sviluppo del nostro settore. Questa settimana protagonista è Sara Buluggiu, Managing Director Italy, Spain e MENA di Rubicon Project. “Less is more” è la lezione che la manager ha imparato da un suo capo americano e non si è più dimenticata. In questa intervista Sara Buluggiu racconta alcuni passaggi della sua carriera, la sua visione del mercato in un ambiente di lavoro che è “family-first”.

Com’è ha avuto inizio la sua carriera nel settore dell’advertising technology?

È successo - come era stato per il mio inizio nel digital - per caso. Lavoravo in Starcom come Digital Director e Marco Bertozzi, mio collega a Londra con cui avevo già lavorato agli albori della mia carriera in agenzia, mi chiama per dirmi che c’è una specie di ad-network da mettere in piedi; sarei dovuta andare a Chicago per una formazione di tre giorni. L’azienda del Gruppo Publicis che era in carico di questa nuova cosa era Vivaki Nerve Center e in soli tre giorni imparai più cose che in anni in agenzia. Nel giro di poco stavo facendo la start-up di Audience On Demand, il primo trading desk di Publicis. Mi piacque da subito, avevo modo di spolverare nuovamente le mie competenze di ad-server e la mia vena Nerd.

Quali sono le sfide principali che aziende come Rubicon Project si trovano ad affrontare oggi?

Rubicon Project è in prima linea per la lotta al fraud e per iniettare quanta più trasparenza nella filiera programmatica; filiera che di suo è viziata da un player monopolista che per definizione non aiuta nessuna industry. Ci vuole educazione di tutti gli attori e un costante lavoro di adattamento del proprio business alle reali necessità. Dal canto nostro vantiamo l’indipendenza che ci permette di muoverci più agilmente garantendo ai nostri clienti innovazione di prodotto costante.

Come descriverebbe gli effetti di tutti questi cambiamenti?

Senza alcun dubbio sono cambiamenti sani da un lato e sfidanti dall’altro. Sani perché danno a tutti l’opportunità di eccellere, sfidanti perché non consentono di riposare mai: non ci si può permettere di smettere di studiare e di confrontarsi con colleghi che - a volte più junior di noi - ne sanno di più e ci permettono di conoscere e trasferire ai C level le novità. Mi sento molto fortunata a lavorare in questa industry: è il miglior anti-rughe che io applichi al mio cervello!

Secondo lei, qual è stato l’avvenimento tecnologico che ha avuto il maggiore impatto negli ultimi anni?

Ce ne sono ogni giorno di piccole e medie dimensioni che sommati portano a un continuo cambiamento; ma in ambito adv è la nascita del protocollo Real Time Bidding è quello che in scala mondiale ha segnato una via di non ritorno. Il mio lavoro di 10 anni fa è in via di estinzione; la definizione del consumatore in cluster socio demografici è destinata ad essere obsoleta; la stessa divisione tra media è un concetto superato. L’impatto sulla pubblicità è stato ed è - come dicono gli americani - disruptive.

Qual è stata la lezione più importante che ha ricevuto nella sua carriera?

Mi ritengo una donna fortunatissima: ho avuto capi e collaboratori eccezionali. La lezione però che mi salva la vita ogni giorno è una massima di un mio capo americano “less is more”. Il mio ruolo è di far capire alle persone che cosa sia il programmatic, come funziona Rubicon Project e grazie a questa massima so che la simplificazione è ciò che aiuta le persone a non sentirsi spaesate in un ambito che non gli appartiene. A volte è meglio un acronimo in meno ma un parallelismo in più per rendere tutto più famigliare. Quindi, sì: Less is More.

Cosa pensa riguardo la sfida che le donne di oggi affrontano per trovare l’equilibrio tra aspirazioni professionali e vita personale? In questo contesto, quale supporto offre Rubicon Project?

Rubicon Project è una azienda fantastica dove davvero le persone sono “famiglia”, in particolare il mio team qui a Milano ma è proprio nel DNA dell’azienda. Non ho mai avuto conflitti tra famiglia e lavoro un po’ perché non penso di essere la tipica mamma italiana che sente il dovere di tallonare stretto il proprio figlio per sentire di fare il proprio dovere di genitore in maniera adeguata, un po’ perché “family first” è un mantra per tutti a tutti i livelli in Rubicon Project.

Quale consiglio si sente di dare alle giovani di oggi che vogliono intraprendere una carriera di successo in questo settore?

Anzitutto Fatelo! Ho una posizione aperta da mesi e vorrei assumere una ragazza visto che ho un team tutto azzurro ma non ci sono donne che si candidano; secondariamente è un ambito dove le capacità di multitasking e relazionali di una donna hanno modo di esprimersi al meglio. Bisogna essere curiose, precise e decisamente flessibili! insomma è perfetto per una donna.

Quale pensa sia “the next big one” in advertising? E qual è la sua preoccupazione maggiore?

Mi piace pensare che sia un approccio ai media veramente incentrato sull’utente dove la differenza tra esperienza e comunicazione pubblicitaria sia talmente labile da non essere più percepito; questo è possibile grazie alla tecnologia che pervade ormai le nostre vite e che ci permette di fare singolarmente esperienze personali e personalizzate. Proprio a questo tema è legata anche la mia preoccupazione perché l’eccesso di profilazione rischia di portarci all’effetto “bolla” in cui ciascuno di noi viene esposto solo a stimoli che in qualche modo gli sono vicini uccidendo di fatto la capacità di essere stimolati da nuove cose e di confrontarsi con concetti a noi alieni. L’equilibrio tra le due facce della medaglia è la grande sfida.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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