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Womem In Tech: Marta Valsecchi e l’importanza di un lavoro che piace

Autore: Redazione

Marta Valsecchi


Una ricca chiacchierata con il Direttore Operativo Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

Nuova puntata della rubrica Women In Tech: stavolta la protagonista è Marta Valsecchi, Direttore Operativo Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. Dagli inizi di carriera, proprio con una tesi di laurea discussa al Politecnico, al ruolo del digitale, visto come decisiva rivoluzione, dopo quella industriale, non solo nelle professioni, ma anche nella vita, fino al ruolo sempre in aggiornamento di donna in carriera e alla ricerca di un lavoro che piaccia e che sia il frutto di un gioco di squadra. Pronti? Via!

Come ha avuto inizio la sua carriera nel settore della ricerca e di internet?

Con la mia tesi di laurea, che ho svolto nel lontano 2005 con un lavoro sui servizi Mobile all’interno degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. Da subito mi sono appassionata allo studio dei trend dei mercati digitali e soprattutto all’opportunità di supportare le imprese italiane a capire come innovare attraverso le tecnologie digitali. Dopo 14 anni eccomi ancora qua, come direttore operativo di un gruppo che ormai conta un centinaio di persone e che ha un modello di ricerca del tutto originale e stimolante, ossia lo sviluppo di analisi e modelli interpretativi basati su solide evidenze empiriche e spazi di confronto indipendenti, pre-competitivi e duraturi nel tempo, che aggregano domanda e offerta di innovazione digitale.

Quali sono le sfide principali che organizzazioni come la sua si trovano ad affrontare oggi?

Il digitale è ormai pervasivo in qualunque azienda e settore ed è la leva per la competitività futura sia della singola impresa sia del sistema paese. L’investimento in competenze è dunque fondamentale e non riguarda più solo una parte marginale della popolazione aziendale. La sfida è supportare al meglio questa trasformazione con solidi contenuti di ricerca (modelli, stime di mercato, best practice, ecc.) e farlo non solo con le grandi imprese - più aperte e più facilmente raggiungibili - ma anche con il tessuto di PMI che connota il nostro territorio. Per questo stiamo, per esempio, investendo su una piattaforma online che veicola nel modo più efficace possibile i contenuti delle nostre ricerche (report, video, webinar, grafici, ecc.), anche perché la presenza fisica non diventi una barriera per chi non ha la possibilità di partecipare fisicamente ai nostri eventi.

Come descriverebbe gli effetti di tutti questi cambiamenti?

Dopo la rivoluzione industriale portata dalla macchina a vapore e dall’elettricità, il digitale è la nuova rivoluzione che cambia radicalmente tutta la società (imprese, istituzioni, singoli cittadini, ecc.) trasversalmente a qualsiasi ambito o settore. Questo da una parte offre grandi opportunità alle imprese per innovare i propri processi e, sempre più spesso, anche i prodotti e servizi offerti; dall’altro spaventa perché richiede di sviluppare competenze specifiche e di cambiare alcuni modus operandi. Il tutto in un contesto mutevole, perché la velocità di evoluzione delle tecnologie è molto rapida e quindi i tempi di adozione e adattamento devono essere estremamente veloci.

Secondo lei, qual è stato l’avvenimento tecnologico che ha avuto il maggiore impatto negli ultimi anni?

Ce ne sono diversi, ma i due più significativi credo siano cloud e mobile/smartphone. Sono questi paradigmi che hanno cambiato profondamente la vita sia di imprese sia di cittadini. Basti pensare alla facilità di accesso alle informazioni in qualunque momento e da qualunque luogo che ha portato significativi benefici sulle modalità di lavoro. E ora ci troviamo di fronte a nuove innovazioni, come ad esempio l’intelligenza artificiale, che possono portare cambiamenti altrettanto importanti.

Qual è stata la lezione più importante che ha ricevuto nella sua carriera?

Sentirsi contributori attivi del risultato fa la differenza nell’approccio al lavoro. Chiunque, seppur con una mansione molto specifica, deve avere una grande attenzione alla qualità di quello che fa e perché questo avvenga deve percepire che il proprio contributo è importante per il risultato del team/dell’organizzazione. Tale consapevolezza è chiave per chi gestisce dei team. Inoltre, visto che passiamo gran parte della nostra vita al lavoro, fa la differenza fare un lavoro che piace, che dà periodicamente stimoli nuovi e – almeno per quel che mi riguarda - in un contesto che favorisce il gioco di squadra invece che l’individualismo. 

Cosa pensa riguardo la sfida che le donne di oggi affrontano per trovare l’equilibrio tra aspirazioni professionali e vita personale? In questo contesto, quale supporto offre la sua azienda?

Sono diventata mamma 9 mesi fa, quindi è una tematica per me “molto calda”. Non è una sfida banale, ma è giusto giocarla se una donna lo vuole, senza farsi condizionare da vincoli mentali e sociali che spesso ancora ci sono. Una donna realizzata è anche una mamma più felice in grado di valorizzare al meglio il tempo dedicato ai figli e quello dedicato alla propria professione. Per rendere possibile tutto ciò però servono politiche di welfare aziendale e sociale che favoriscano questo equilibrio. Nel nostro contesto siamo molto fortunate perché c’è ampia libertà lasciata a ogni donna di scegliere come gestire il proprio percorso professionale in relazione alle proprie esigenze e situazioni familiari e sussiste un grande supporto tra colleghi nel garantire spazi di flessibilità.

Quale consiglio si sente di dare alle giovani di oggi che vogliono intraprendere una carriera di successo in questo settore?

Di buttarsi. Oggi il digitale offre tantissime opportunità di costruirsi la propria professionalità qualunque siano le proprie attitudini. I giovani (uomini o donne che siano) sono digital native e quindi sono favoriti nello sviluppo di competenze in quest’ambito. Èd è importante però mettere in campo determinazione, proattività, curiosità, desiderio di imparare costantemente. Mi stupisco quando mi trovo di fronte giovani neo-laureati che hanno come fattore principale di scelta del lavoro “il contratto a tempo indeterminato” prima ancora della tipologia di lavoro che andranno a svolgere e di quanto quindi potranno imparare o che manifestano un atteggiamento passivo senza la consapevolezza che sono loro i primi fautori del proprio percorso professionale.

Quale è un elemento di forte soddisfazione del suo lavoro?

Il network che si genera tra i tanti manager coinvolti nelle nostre attività di ricerca. Opportunità che hanno dato il via a tante belle collaborazioni e anche alla creazione di nuovi percorsi imprenditoriali o manageriali.


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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