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Promuovere il Made in Italy in Cina: Retex spiega come costruire strategie vincenti

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Santiago Mazza, Digital Advisor di Retex


La società che aiuta i retailer nella sfida all’innovazione e unico trusted partner di WeChat in Europa ha partecipato al Netcomm Forum 2019, dove Dailyonline ha incontrato il digital Advisor, Santiago Mazza

Il mercato cinese è intrigante per molte aziende in cerca di crescita in Asia. Si tratta di uno dei più grandi mercati eCommerce a livello mondiale e le transazioni sulle sue piattaforme mobile non hanno rivali nel mondo (il transato online in Cina equivale a 1 milione di operazioni digitali al minuto in media). Ma l'attività sul mercato cinese non può prescindere da un'equa quota di insidie, che richiedono la conoscenza e il rispetto di alcune regole e politiche relative al business nella regione. Per comprendere meglio questo scenario, Dailyonline ha incontrato Retex, società che aiuta i retailer nella sfida all’innovazione e unico trusted partner di WeChat in Europa.  L’azienda ha partecipato al Netcomm Forum con la sua divisione Digital nell’area dedicata, per la prima volta quest’anno, proprio alle aziende che operano nel mercato digitale cinese. «Se si desidera avviare un'attività di eCommerce in Cina, è necessario dotarsi di una serie di elementi, imprescindibili per il successo su quel mercato – spiega Santiago Mazza, Digital Advisor di Retex -. Oltre alla barriera linguistica, a politiche di ingresso complesse, che spesso richiedono molti mesi per il go to market, a leggi stringenti sulla sicurezza della rete a alle difficoltà relative all’organizzazione della logistica, molto sensibile è anche il tema culturale. I consumatori Cinesi sono attratti dai marchi stranieri, ma sono anche molto esigenti, e senza una strategia di comunicazione che rispecchi i loro interessi, si rischia di non riuscire a colpirli affatto, o peggio di crearsi una reputazione sbagliata. Si tratta di un percorso a ostacoli, dove è necessario ragionare sempre in ottica bidirezionale, ossia tenendo conto da un lato le esigenze del proprio brand e dall’altro quelle specifiche del pubblico che si intende colpire, così da spingerlo non solo ad acquistare prodotti italiani, ma possibilmente anche a recarsi in Italia per acquistarli».

Partner affidabile

Per le aziende che non vogliono correre tali rischi, trovare un'agenzia affidabile per gestire tale complessità è, dunque, un passaggio obbligato. Sono, infatti, necessaria competenze, risorse e tecnologie utili a costruire esperienze d’acquisto uniche e distintive. Grazie alla partnership esclusiva con WeChat in Europa, Retex si posiziona sul mercato proprio come il tramite naturale di tale approccio culturale e comunicativo, e di consolidamento della presenza commerciale in Cina, per tutti i brand occidentali. «È molto importante dare un'occhiata da vicino e regolare il posizionamento del marchio e le caratteristiche del prodotto prima di entrare nel mercato cinese. Ad esempio, le generazioni post-90 e post-00 sono oggi la forza trainante dietro la vendita al dettaglio di abbigliamento. Per i marchi di moda stranieri che si rivolgono alla classe media o alle donne mature, potrebbe essere necessario pensare a un look più giovane e fresco per attrarre le consumatrici cinesi. Un altro esempio, ha a che fare con la superstizione, i cinesi considerano il numero quattro come una cifra sfortunata, usarlo nel prezzo di un articolo potrebbe essere un deterrente per la mancata vendita», continua Mazza.

Approccio olistico

Per vincere la sfida del mercato cinese è necessario, dunque, un approccio olistico, che tenga conto della sua crescente complessità, per garantire ai clienti cinesi l’esperienza d’acquisto che “si aspettano” e alla quale sono abituati. «Bisogna tenere presente che in soli nove anni in Cina hanno digitalizzato un intero Paese e nell’uso delle piattaforme, come WeChat, hanno condensato un’innumerevole quantità di servizi, al punto tale che un utente cinese può anche prendere la patente di guida o legalizzare le pratiche di divorzio direttamente sull’app. Non esiste alcuna differenza tra l’esperienza online e offline, ormai divenuta totalmente fluida in Cina. Anche nei punti vendita, ad esempio, dove le persone vanno più spesso per toccare con mano il prodotto, ma poi lo acquistano direttamente online. Se, dunque, da un lato un primo passo per colpire la Cina è quello di essere presenti su WeChat, che rappresenta la piattaforma più rilevante per gli utenti, il valore crescente di una strategia omnicanale, online to offline e viceversa, e il fenomeno sempre più diffuso del social commerce, rendono necessario un approccio al mercato a 360°. Per questo, il punto d’arrivo non è solo WeChat, ma è necessaria, ad esempio, anche una presenza ragionata sulle altre piattaforme digitali, come Weibo, Baidu, Douyin, Little Red Book, TikTok e così via, che sono molto in voga tra gli utenti. Un altro elemento cruciale riguarda i principali opinion leader (KOL) sono presi sul serio in Cina. Secondo un rapporto della PwC, il 29% dei consumatori cinesi utilizza i social media per vedere cosa sostengono le KOL e le celebrità, contro il 13% a livello globale».

I database e il CRM

Poiché la maggior parte dei database dei clienti in Cina non utilizzano indirizzi e-mail o li controllano di rado, gli account ufficiali WeChat e Alipay sono i migliori per il CRM (il tema dei pagamenti è un altro elemento fondante, in Cina contanti e carte di credito sono superati e si sta già affermando l’uso del riconoscimento biometrico facciale). L'invio di messaggi a questi account assicura che gli utenti ricevano aggiornamenti e informazioni. Il back-end di varie piattaforme di social media può anche fornire dati ben strutturati e informativi sui clienti, rendendo più facile analizzare le loro esigenze e preferenze. La gestione del database clienti, però, è molto importante. Tutti i numeri sono più grandi in Cina. Ha una popolazione enorme e ci saranno un sacco di clienti con cui trattare se tutto va bene. Un servizio clienti online rapido ed efficace è anche un'aspettativa tra la maggior parte dei consumatori cinesi. Un buon sistema di CRM è anche un modo efficace per aumentare il coinvolgimento dei clienti e stimolare un buon passaparola. «L’impatto organizzativo e dei relativi costi è dunque un fattore chiave da tenere presente, che un interlocutore come Retex può agevolare su tutti i fronti. Dal 2015, quando abbiamo lanciato la unit dedicata alla Cina, abbiamo gestito oltre 150 aziende che hanno approcciato con successo il mercato cinese e che supportiamo in tutte le attività sopra elencate come, mediazione culturale, storytelling, advertising, innovazione, tecnologia, gestione dei dati, gestione delle piattaforme, logistica e tanto altro. Il mercato cinese per il Made in Italy è una sfida che può garantire enormi vantaggi, ma solo se affrontata con gli strumenti giusti».

 


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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