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Riccardo Cioni: uno sguardo da insider al mondo degli eventi e della creatività in Italia

Autore: Redazione


L’Amministratore unico dell'agenzia La Buccia e ideatore della Notte dei Pubblivori in Italia, premiato nel 2018 per la sua carriera da creativo che dura da oltre 35 anni, ha spiegato a Dailymedia cosa significa oggi lavorare in questo settore in continuo fermento

di Anna Maria Ciardullo
Riccardo Cioni, personalità di spicco nell’universo della creatività italiana, vanta oltre 35 anni di carriera, nei quali ha esplorato tutti gli ambiti della comunicazione e, in particolare, il mondo degli eventi, comparto in cui è specializzata la sua agenzia, La Buccia, fondata nel 1983 con sedi a Milano e Firenze. Nella seguente intervista a DailyMedia, un excursus della sua carriera che lo vede, tra l’altro, anche tra gli ideatori  di “Karaoke”, nota trasmissione con Fiorello, della Notte dei Pubblivori, del Galà della Pubblicità e di importanti eventi per grandi brand, e una panoramica di cosa significa oggi affacciarsi a questo settore, sia per chi si appresta a iniziare il proprio percorso, sia per chi ha già esperienza, ma deve acquisire nuove competenze per cavalcare l’onda del cambiamento in atto. Riccardo Cioni Cosa significa oggi essere un creativo rispetto a quando ha iniziato la sua carriera? La creatività ha da sempre gli stessi codici, le stesse matrici. Cambiano gli strumenti espressivi, il contesto e le finalità. Servono cultura personale e cultura del proprio lavoro, che devono essere alimentati costantemente. A questi, si aggiunge la capacità di essere contemporanei. L’evoluzione del settore è un’evoluzione di sistema: oggi, tutti dichiarano di “fare” eventi perché, rispetto alla pubblicità tradizionale, gli eventi sono diventati un asset fondamentale nel mondo della comunicazione delle aziende, giusto, ma trovo invece che sia verificata un’involuzione rispetto all’originalità di ciò che viene realizzato e prodotto. Quanto ha influito l’italianità nel suo percorso creativo personale? Essendo fiorentino, quasi niente. Oserei dire che la “fiorentinità” ha influito sul mio percorso creativo. Nascere nella città che ha la maggiore concentrazione di opere d’arte nel mondo, dove è nata la manifattura e le botteghe artigiane, andare a scuola attraversando piazze che sono delle scenografie e sviluppare quindi il senso delle proporzioni; tutto questo ti aiuta a potenziare la tua creatività. Sboccia automaticamente, perché vivi la creatività quotidianamente e puoi condividerla con gli altri, anche con i creativi che a Firenze arrivano da ogni continente. Questa è stata la mia scuola. Nel complesso però sono un cittadino del mondo, l’amore per un’idea originale mi spinge ad allargare i miei confini e le mie esperienze personali e professionali senza pregiudizi. Di recente, ha ricevuto un premio alla carriera, come personalità che ha saputo interpretare un ruolo di primo piano e di stimolo alla crescita culturale ed economica del mondo degli eventi. Come descriverebbe il suo ruolo in questo contesto? Guardando al passato, ripercorrendo la mia carriera nell’event-marketing, mi rendo conto di aver avuto un atteggiamento pionieristico verso il lavoro. Ho sempre cercato di vedere il cambiamento delle cose con anticipo, precorrere le tendenze, cercare di essere il primo a scoprire nuove frontiere. Mi è capitato spesso di essere il primo per il desiderio di aprire nuovi orizzonti professionali, nuovi media, nuovi strumenti di comunicazione, nuove tecnologie e nuovi format. Insomma, in parte un pioniere e in parte una nave rompighiaccio. Anche oggi, mantengo lo stesso atteggiamento. Ci parli un po’ de La Buccia com’è nata e quali sono i suoi punti di forza? A Firenze dire “sei una buccia”, in modo ironico, indica dire “sei uno scarto”, la parte che si butta via. In realtà la buccia ha sostanza e forma; noi lo usavamo per affermare il nostro essere fuori dall’establishment, fuori da certi stereotipi. Questo spirito ha sempre contraddistinto il nostro approccio alternativo al mercato. Il nome La Buccia prende ispirazione da un locale underground che, con un gruppo di amici, gestivamo e in cui suonavo. Un luogo alternativo che univa e dava voce a grafici, scenografi, creativi, architetti, musicisti e pittori. Essere una comunità di menti connesse e pensanti, che vedono un progetto di comunicazione in modo originale è il punto di forza che continuiamo a sostenere e portare con noi, da sempre. Stare sul palcoscenico, o eventualmente dietro le quinte, ci permetteva di osservare le reazioni della gente, oggi, potremmo chiamarlo un big data analytics “live”, che ci ha permesso di proporre soluzioni mirate e sempre più all’avanguardia. Lei ha organizzato moltissimi eventi nella sua vita, ricorda uno in particolare con orgoglio? Li ricordo tutti con la stessa emozione, perché questo è il sentimento che abbiamo dedicato ad ogni manifestazione ideata e prodotta per i nostri clienti. Ci sono però momenti magici e irripetibili che si imprimono nella mente di chi, ancora oggi, approccia questo mestiere con sentimento e immaginazione. Ricordo un tramonto di luglio di alcuni anni fa, stavo attraversando il tetto della Fortezza da Basso a Firenze, percorrendo un viale di nasi di pinocchio di gesso bianco alti 3 metri che avevo concepito come viale di accesso, all’evento che organizzavamo per celebrare l’anniversario dei 100 anni di Pinocchio al Pitti Bimbo. Non ho provato orgoglio, ho compreso profondamente il significato della parola “emozione”. Il controluce e le prospettive di questo red carpet mi hanno regalato un fotogramma indimenticabile. Volgendo lo sguardo al futuro prossimo, quali sono i principali trend, legati all’universo degli eventi, da tenere d’occhio? Per il futuro, ma è un futuro che è presente già adesso, ciò che è maggiormente legato agli eventi è la live experience, intesa come un “crossroad”, il punto nevralgico e di contatto in cui convergono tutti i messaggi del brand. Ed è per questa responsabilità strategica che un evento deve essere progettato con la giusta visione prospettica della marca. La nuova sfida per il mercato degli eventi è pensare in grande, perché tutto è possibile se possiamo immaginarlo. Creare eventi proprietari per i brand, ad esempio, che trattino temi relativi alla sostenibilità e all’inclusione, che abbiano una loro ripetibilità nel tempo e quindi possano generare connessione di pensiero intorno a temi che per le aziende, e tutti noi, sarà fondamentale. Tornando a La Buccia, facciamo una piccola panoramica dell’anno che è passato e sui progetti per il prossimo? Il 2018 per La Buccia si è chiuso con una serie di successi, di nuovi progetti e significativi premi vinti. Cerchiamo di continuare su questo trend e di gestire l’eccellenza dei risultati del 2018. Abbiamo degli obiettivi commerciali e strategici ambiziosi e impegnativi; per la fine del prossimo anno abbiamo novità molto interessanti ma è troppo presto parlarne adesso. Partendo dal suo sguardo privilegiato sul mondo della creatività di oggi, cosa si sentirebbe di consigliare a chi si appresta a intraprendere una carriera in questo settore? Per i giovani e non, che sentono un particolare trasporto per il nostro lavoro, consiglio di investigare a fondo la propria creatività, partecipare a molti eventi in prima persona, tenere d’occhio lo sviluppo tecnologico e costruirsi un pensiero strategico. Le aziende ricercano un tasso di qualità elevatissimo, che può essere sostenuto soltanto sviluppando una visione del progetto, non più bidimensionale, bensì tridimensionale. Per ultima cosa, consiglio di provare ad immaginare se stessi tra dieci anni di e cercare di pensare a quale sarà il proprio ruolo. Qual è il prossimo sogno “professionale” che le piacerebbe divenisse realtà? Un sogno? Che non esistesse più la concorrenza, ma che il mercato richiedesse una collaborazione attiva tra le migliori professionalità del nostro settore. Non ho mai visto le altre agenzie come concorrenti ma possibili partner per scambiare il proprio know how. Ma, la protezione dei clienti non lo permette ancora, dovremo aspettare un’intelligenza artificiale che sviluppi questo progetto super partes. Comunque, le analisi dei big data ci indiano che il Q.I. di ogni categoria professionale cresce grazie all’interscambio reale delle conoscenze. Mi piacerebbe, quindi, immaginarci come una barriera corallina dove la vita si genera dalla convivenza, dalle connessioni e dal lavoro di tutti. é un’utopia possibile che darebbe valore e potere alla creatività ed è stimolante immaginare che si realizzi.

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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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