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Mondadori: ricavi 2018 in calo dell’8,1% sul 2017, ebitda adjusted positivo per il 6,6%

Autore: S Antonini

Ernesto Mauri


Il gruppo editoriale guidato da Ernesto Mauri punta sui libri e riduce l’impatto della crisi dei periodici, che chiudono con una contrazione dei ricavi pari al 9,1% e raccolta pubblicitaria a -5%

Mondadori riduce l’impatto negativo della crisi della stampa sui conti e prepara un futuro meno dipendente dalla raccolta pubblicitaria. Il bilancio 2018 presentato ieri dall’Amministratore Delegato Ernesto Mauri evidenzia per i periodici del Gruppo di Segrate un calo nei ricavi che si attestano a 287 milioni di euro contro i 326,1 del 2017. Il 12% in meno, che al netto delle cessioni di Panorama e Inthera si riduce al 9,1%. Il fatturato pubblicitario scende del 5%, frutto della flessione del 10% nel print (-9% a parità di perimetro, come il mercato) compensata dal +8% del digital. Con una raccolta complessiva di 84,1 milioni di euro lordi, che pesa meno del 10% del fatturato netto, «il Gruppo è sempre meno esposto sul fronte pubblicitario» commenta Mauri. L’ebitda adjusted si attesta a 11,9 milioni, in contrazione di 3 milioni circa sul 2017 per effetto del calo del print, a cui si oppone una crescita della quota digitale a 5,7 milioni contro i 2,2 milioni dell’anno precedente: «Da qui si può solo crescere, mi aspetto che in futuro Mondadori risenta sempre meno della continua flessione dei magazine, che proseguirà anche nel 2019». Anche i ricavi da prodotti collaterali registrano un calo, pari al 21%.

Le diffusioni cedono l’11,1%, ma l’editore conserva la leadership in edicola con una quota del 30,7%: «Se anche perdessimo la leadership non ne farei un dramma» afferma l’amministratore delegato che insiste sul ruolo chiave del digitale nel sostenere il business dei magazine, digitale che cresce nei ricavi pubblicitari e raggiunge un’incidenza del 32%. Mondadori è leader anche in questo settore, grazie all’acquisizione di Banzai, ed esprime un’audience digitale di 28,9 milioni di utenti unici (dato Comscore dicembre 2018), nonché una fan base di 26,3 milioni di contatti. «Con Banzai abbiamo acquisito competenze e la capacità di fare traffico senza pagarlo» commenta Mauri, che individua nel digitale verticale, come Oroscopo.it, opportunità di crescita ma sempre su realtà piccole in un’ottica di rafforzamento.

Per i magazine continua la ricerca di efficienze per compensare la caduta dei ricavi, e resta confermata l’attenzione per i brand profittevoli su cui si concentra il business, da GialloZafferano a Donna Moderna, a Interni, Icon e Grazia. Mauri ha speso qualche parola su Il Giornale, che recentemente è stato oggetto di una offerta d’acquisto da parte di Vittorio Feltri. «Il business perde soldi, noi abbiamo il 36% che venderemmo, ma dubito che qualcuno si comprerebbe una quota di minoranza. Sappiamo che l’azionista di riferimento sta mettendo a punto una serie di strumenti tra cui ammortizzatori sociali per dare una sistemazione definitiva sul fronte economico e finanziario».

I risultati d’esercizio

La società presieduta da Marina Berlusconi chiude il 2018 con ricavi netti consolidati per 891,1 milioni di euro, in calo dell’8,1% rispetto al 2017. Cresce invece l’ebitda adjusted che chiude a quota 90,1 milioni di euro, in miglioramento del 6,6% rispetto agli 84,5 milioni di euro del 2017. Positivo anche il risultato netto rettificato che ammonta a 20,3 milioni di euro, ma cala di 6,9 milioni rispetto al 2017 per maggiori oneri di ristrutturazione. La posizione finanziaria netta migliora del 22% circa e si attesta a -147,2 milioni, dato che si confronta con i -189,2 milioni del 2017. I risultati si riferiscono alle attività al netto di Mondadori France, la cui cessione alla Reworld Media dovrebbe concludersi a fine giugno. Includendo la svalutazione delle attività francesi, l’esercizio si chiude con perdita di 177 milioni rispetto al dato positivo di 30 milioni del 2017.

Da segnalare che la cessione di Mondadori France vale 70 milioni di euro più 5 di earn out. «Abbiamo centrato gli obiettivi previsti – commenta ancora Mauri – e per il 2019 ci attendiamo una leggera contrazione del fatturato consolidato, a fronte di una crescita a una cifra dell’ebitda adjusted rispetto al 2018». L’azienda si attende anche una crescita del risultato netto intorno ai 30-35 milioni di euro, «premessa per ritornare a distribuire dividendi senza compromettere lo sviluppo» se gli azionisti lo vorranno, e un cash flow sui 45 milioni. «Siamo un’azienda più piccola ma sana – ribadisce l’amministratore delegato – senza grandi rischi e una cassa di 50 milioni». Per quanto riguarda gli altri indicatori, L’Ebitda margin di Gruppo nel 2018 è cresciuto al 10,1% dei ricavi consolidati (dall’8,7%), confermando il processo di miglioramento dell’efficienza operativa.

È proseguita inoltre la riduzione del costo del lavoro (-6,7% rispetto all’esercizio precedente; -5,7% circa su base omogenea). Alla fine del il personale dipendente, considerando le attività in continuità, è pari a 2.132 unità, in calo del 6,2% rispetto ai 2.275 dipendenti del 31 dicembre 2017. Il mol totale ha evidenziato un calo di 9,2 milioni di euro a 77,5 milioni di euro rispetto ai 86,7 milioni di euro del 2017. Complessivamente gli oneri non ricorrenti hanno registrato un incremento di circa 14 milioni rispetto all’esercizio precedente, riconducibili alle ristrutturazioni dei business per circa 10 milioni di euro e a minori proventi straordinari rispetto al 2017. Il risultato operativo consolidato dell’anno è pari a 51,2 milioni di euro, in contrazione del 15,2% rispetto ai 60,4 milioni del 2017 per effetto del citato decremento del margine operativo lordo; la voce ammortamenti e svalutazioni è pari a 26,2 milioni di euro, in linea rispetto all’esercizio precedente. Il risultato consolidato prima delle imposte è positivo per 35,2 milioni di euro.

Gli altri settori

Lo sviluppo di Mondadori «si concentra sul settore libri» che chiudono a quota 450,4 milioni di euro, in calo del 6,7% rispetto ai 483 milioni di euro dell’esercizio precedente. Un calo dovuto essenzialmente a una maggiore concentrazione di best seller nel 2017, e alla contrazione della gdo. Nel Mondadori era presente nella top 10 delle vendite con quattro titoli, e nella top 20 con otto titoli. «Siamo aperti a opportunità che si presentino nell’ambito dei limiti imposti dall’Antitrust». Questo vincolo non esiste all’estero, «che non è da escludere». Il mol rettificato ha raggiunto i 84,7 milioni, +11% rispetto al 2017, e la redditività ha raggiunto il 19% circa. Il mol complessivo è pari a 82,9 milioni di euro, + 9% circa rispetto a 76,2 milioni di euro del 2017.

Per quanto riguarda il retail, nel 2018 i ricavi ammontano a 191,8 milioni di euro, in calo del 3,4% rispetto all’anno precedente per via della contrazione del mercato di riferimento del libro, una riduzione mirata dei ricavi del consumer electronics e la razionalizzazione della rete di vendita diretta. Il mol rettificato si attesta a 1,4 milioni di euro, in crescita rispetto agli 0,7 milioni del 2017 e conseguito con azioni di riduzione dei costi attraverso la cessione di negozi non profittevoli. Il margine operativo lordo, che include oneri non ricorrenti per circa 1,4 milioni di euro, si attesta in pareggio. Mondadori France ha registrato ricavi per 305,6 milioni di euro, -7,5% rispetto ai 330,4 milioni di euro del 2017. I ricavi diffusionali (77% del totale) calano del 6% circa rispetto al 2017; i ricavi pubblicitari (print + web) scendono del 7% circa; il print (88% del totale dei ricavi pubblicitari) è in flessione del 7% circa rispetto al 2017; il digital scende dell’11,2% rispetto al -0,5% del mercato. Il mol rettificato del 2018 è a quota 26,1 milioni di euro, rispetto ai 26 milioni di euro del precedente esercizio, quello complessivo è pari a 23,1 milioni di euro, in crescita rispetto a 18,4 milioni di euro nel 2017 (che includeva significativi oneri di ristrutturazione).


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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