Una nuova strategia più restrittiva sulle opzioni di targeting sarà applicata prima delle elezioni nel Regno Unito, del voto degli Stati Uniti nel 2020, e nel resto del mondo a gennaio
Dopo i suoi concorrenti Facebook, Twitter e Snapchat anche Google ha espresso la sua posizione relativamente alla sua strategia pubblicitaria politica sulla sua piattaforma, ponendo limiti più severi su come gli annunci elettorali possono giungere agli utenti in fase di targeting. Il gigante della ricerca limiterà gli annunci elettorali puntando su età, sesso e posizione generale (fino al livello del codice postale) per evitare che i partiti abbiano troppa influenza individuale. Gli inserzionisti politici potranno invece continuare a fare targeting contestuale, come servire annunci a persone che stanno leggendo un post o guardando una storia su un particolare argomento come l'economia, le questioni sociali e il cambiamento climatico. Google ha puntualizzato di non aver mai offerto opzioni di "micro-targeting granulare" per annunci elettorali e che gli inserzionisti politici verificati in precedenza negli Stati Uniti sono autorizzati a pubblicare solo annunci basati su schede elettorali pubbliche e affiliazioni politiche generali (di sinistra, di destra e indipendenti). "Questo, allinea il nostro approccio agli annunci elettorali con pratiche consolidate nei media come la tv, la radio e la stampa, e si traduce in annunci elettorali più ampiamente visti e disponibili per la discussione pubblica", ha detto Scott Spencer, Vicepresidente del Product Management di Google Ads.
Cambiamenti in atto
Google ha avvertito che "ci vorrà del tempo per implementare questi cambiamenti", ma si è impegnato a iniziare ad applicare il nuovo approccio a partire dal Regno Unito entro una settimana, prima delle elezioni generali del 12 dicembre. Questo sarà seguito da un'introduzione nell'Unione Europea entro la fine dell'anno e nel resto del mondo a partire dal 6 gennaio 2020. Google ha anche "chiarito" le sue politiche pubblicitarie con ulteriori esempi per rendere più esplicito quali contenuti sono vietati. Gli annunci proibiti ora includono media manipolati e falsificati come deepfakes, dichiarazioni fuorvianti sul processo di censimento e annunci o indicazioni "dimostrabilmente false" che potrebbero "minare significativamente la partecipazione o la fiducia in un processo elettorale democratico. Tuttavia, ha aggiunto che si aspetta che il numero di annunci politici su cui dovrà agire "sarà molto limitato", perché "nessuno può ragionevolmente giudicare ogni rivendicazione politica, domanda o insinuazione". Una posizione diversa da quella di Twitter, che ha deciso di vietare del tutto la pubblicità politica e di limitare quella che considera "causale" e che si trova ora ad affrontare il gigantesco compito di fare esattamente quello che Google ha detto di non poter fare: "rispettare la policy 100%”. Dall'altro lato, Facebook permetterà qualsiasi tipo di pubblicità politica sulle sue piattaforme, anche quelle false. L’aggiornamento della policy di Google è stata messa in atto in risposta alle "recenti preoccupazioni e dibattiti sulla pubblicità politica e sull'importanza della fiducia condivisa nel processo democratico", ha osservato l'azienda. "Vogliamo migliorare la fiducia degli elettori negli annunci politici che possono vedere sulle nostre piattaforme pubblicitarie. Indipendentemente dal costo o dall'impatto della spesa sulle nostre piattaforme, riteniamo che questi cambiamenti contribuiranno a promuovere la fiducia nella pubblicità politica digitale e nei processi elettorali in tutto il mondo.