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Google, il futuro dell’Italia è nelle PMI, aiutiamole

Autore: D Sechi

Paola Marazzini


Incontro delucidativo nella sede milanese del gruppo, con rappresentanza americana a confermare importanza e limiti attuali della piccola media impresa. Ma i problemi possono essere risolti, con strumenti ben precisi che stanno già tracciando la nuova strada

Paola Marazzini è preoccupata. Niente panico, eppure la Director Strategic Partnership di Google non perde l’occasione per sottolineare i ritardi che rallentano la crescita del nostro Paese. Ce ne sarebbero a iosa, si ha l’imbarazzo della scelta, ma dalle parti del motore di ricerca dal quale mezzo pianeta dipende, ci si sta focalizzando sul ruolo fondamentale svolto dalle PMI sul tessuto industriale del nostro Paese. Anche giustamente, considerati i numeri che, in quanto tali, non mentono. Quasi per avvalorare simili timori è giunto a Milano un sostanzioso plotone targato Google  proveniente  dagli Stati Uniti, guidato da Kim Spalding, Global Product Director Ads per le PMI, ossia colei che gestisce il team che si occupa dei prodotti di Google per le piccole e medie imprese e i mercati emergenti.

La realtà delle PMI

E così, ieri, a Milano, le due manager, praticamente in coro, hanno sottolineato dati noti, ma sempre cangianti e quindi rinfrescabili nelle menti degli smemorati, che sono i più. Con una veloce sintesi, si può affermare che: quasi la metà delle imprese dichiara che far crescere il proprio business sia il principale obiettivo per il prossimo anno; per il 70% delle imprese la maggior parte del fatturato viene generato in Italia; il 35% non ha un sito web aziendale; il 75% non ha attivato una campagna sui motori di ricerca o sulle mappe.

Vorrei ma…

Si tratta di dati-sentenza derivati da un recente studio commissionato da Google per capire quali siano i principali obiettivi delle piccole e medie imprese italiane. E allora, si scopre che la crescita del proprio business è la priorità numero uno (44%). Lo studio ha analizzato anche l’uso degli strumenti per la pubblicità online e ha evidenziato la necessità espressa dalle PMI di avere accesso a strumenti veloci e facili da usare per promuovere la propria attività. Per il 61% delle piccole e medie imprese italiane, trovare nuovi clienti è la sfida più importante per il 2020, mentre la fidelizzazione dei clienti attuali lo è per il 44% delle imprese intervistate. Per il 30% la sfida principale sono invece l’aggiornamento tecnologico o un’attività di promozione efficace.

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Kim Spalding

 

Farsi riconoscere

Le piccole e medie imprese italiane hanno obiettivi chiari, ma allo stesso tempo non utilizzano tutti i vantaggi degli strumenti disponibili. Si è già scritto della mancanza di un sito aziendale come pure della scarsa propensione a gestire campagne sui motori di ricerca o sulle mappe. Più del 50% ha dichiarato di voler essere presente online per trovare nuovi clienti e più del 40% vuole far aumentare la conoscenza del proprio brand.

L’export che cresce a vista d’occhio

Anche se il 70% delle imprese intervistate dichiara che gran parte del proprio fatturato è generata in Italia, l’export ha un ruolo fondamentale per la crescita delle piccole e medie imprese. Lo dimostra il volume di ricerche su Google dei prodotti del Made in Italy, che è aumentato del 56% negli ultimi tre anni, fra il 2015 e il 2018. Il dato presenta la crescita delle parole chiave per i prodotti del Made in Italy nelle categorie Alimentare, Arredamento, Auto, Abbigliamento e Turismo. I prodotti italiani vengono cercati in tutto il mondo e l’aumento delle ricerche è un fondamentale indicatore delle potenzialità dell’export e dell’interesse dei consumatori per i prodotti del Made in Italy, come confermato dal Rapporto Ice con la crescita del 3,8% degli scambi internazionali di beni e servizi nel 2018.

Made in Italy che passione

Brasile, India, Portogallo e Stati Uniti sono i paesi per i quali il traffico di ricerche legate al Made in Italy registra una crescita superiore alla media, rivelando un’attenzione sempre maggiore per l’Italia e le sue eccellenze produttive. Anche nelle più vicine Francia, Germania e Regno Unito l’interesse per il nostro prodotto è in crescita. In termini di crescita di interesse, il turismo registra il maggior grado di aumento dell’attenzione da parte degli utenti con un +82% delle ricerche dal 2015 al 2018. In forte aumento anche le ricerche legate all’Alimentare (+51%), seguite da Auto (+21%) e Moda (+49%).

Il ruolo di Google

Le possibilità sono enormi, le mancanze pure, ed ecco perché Google si sta spendendo ormai da anni in un processo che qualcuno ha osato definire, non a torto, di evangelizzazione. Non stiamo certo parlando di una onlus, ma si dota il tessuto industriale nazionale di una marcia in più, tutti se ne giovano, compreso Google, in un chiaro e forte effetto domino. Kim Spalding lo dice chiaro e tondo: «I titolari delle piccole e medie imprese svolgono spesso molti ruoli all’interno dell’azienda e hanno poco tempo a disposizione, ma anche i più impegnati sono consapevoli che la pubblicità online è fondamentale per acquisire nuovi clienti e guidare la crescita. Grazie all’applicazione del machine learning e delle più avanzate tecniche di automazione, Google Ads offre le campagne intelligenti (Smart Campaign) per aiutare le piccole e medie imprese a raggiungere i loro obiettivi di business”.

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Gli strumenti

L’azienda ha quindi esplicitato in maniera pragmatica e pratica le sue metodologie di sostegno delle PMI, illustrando le qualità di tre strumenti che stanno raccogliendo applausi e consensi in ogni dove: Google My Business, Smart Campaign e Market Finder. Incontriamoli a uno a uno.

Google My Business

Uno strumento gratuito che aiuta le piccole imprese a creare e gestire il proprio profilo Google quando i clienti trovano le attività commerciali sulla Ricerca Google e su Google Maps, aiutandole ad attirare nuovi clienti. Con Google My Business, le piccole imprese possono: attirare nuovi clienti con informazioni utili e aggiornate; fidelizzare i clienti e comunicare direttamente con loro; scoprire come le persone interagiscano con la scheda dell'attività; creare un sito web ottimizzato per i dispositivi mobili gratuitamente e in meno di 10 minuti. È uno strumento che permette la personalizzazione del proprio spazio in rete, dal link, all’immagine del profilo, al logo, alla galleria di foto. Esattamente un anno fa, è stata lanciata l'app Google My Business, gratuita e facile da usare, che consente ai proprietari delle piccole imprese di mettersi in contatto con i clienti, ovunque si trovino. Inoltre è possibile creare un sito web semplice dall'aspetto professionale in meno di 10 minuti, e oltre un milione di piccole attività sono riuscite a creare così il proprio sito web. C’è anche l’opzione Post che consente di condividere le novità. Quindi, pubblicare gli eventi, i prodotti e i servizi, un modo per fornire un ulteriore motivo ai clienti per scegliere questa attività.

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Smart Campaign

Le campagne intelligenti utilizzano la tecnologia del machine learning per creare e ottimizzare annunci pertinenti basati sulle informazioni fornite da un'attività commerciale, dal suo sito web e dalla sua scheda Google My Business. Le attività commerciali possono scegliere gli obiettivi che ritengono importanti da misurare, per esempio le telefonate ricevute, le vendite o le richieste di informazioni sul proprio sito web e le visite in negozio. L'esperienza è semplice ed efficace: in Italia le campagne intelligenti si stanno rivelando il 60% più efficienti nel mostrare gli annunci al pubblico più interessato. Una volta scelto l’obiettivo, Google lavora attraverso il machine learning per ottimizzare la campagna e incentivare i risultati desiderati dall'inserzionista, come le interazioni sul sito web, le visite in negozio o le telefonate. Il machine learning crea automaticamente in pochi minuti annunci che possono essere pubblicati su Google Search e su oltre 3 milioni di siti e app sulla Rete Display. Una volta configurata la campagna pubblicitaria, la tecnologia lavora per ottimizzarla automaticamente al fine di produrre i risultati desiderati dall'attività commerciale. Grazie alle campagne intelligenti, gli inserzionisti possono tenere traccia del rendimento dei propri annunci e verificarne l'efficacia nell'attirare potenziali clienti.

Market Finder

I proprietari delle PMI sono esperti quando si tratta di clientela locale, ma non hanno altrettante informazioni su come aprirsi a nuovi paesi e tutto ciò che questo comporta, come per esempio cultura, tendenze di consumo, norme per le esportazioni e opzioni di pagamento per i propri prodotti. Di fatto, il 70% delle PMI dichiara di non avere sufficienti dati per trovare il mercato migliore in cui espandersi e il 60% ritiene che le barriere operative e di marketing siano gli ostacoli più grandi da superare per avere successo all'estero. Che fare? Abbracciare Google Market Finder. Si tratta di una piattaforma gratuita che guida le aziende in ogni passaggio, rendendo disponibili i dati di Google e le competenze dei partner in un unico strumento. Il percorso interattivo di Market Finder aiuta gli utenti a individuare una serie di nuovi Paesi e mette a disposizione dati dettagliati e specifici per quei mercati, dalle ricerche effettuate su base mensile per i prodotti alle tendenze di mercato. Con queste informazioni, le aziende possono iniziare a pianificare una strategia di marketing e allo stesso tempo trovare una serie di informazioni per le proprie operazioni internazionali, inclusi l'assistenza clienti, i pagamenti e gli aspetti legali della commercializzazione. L'Italia è il primo Paese per utilizzo di Market Finder in Europa, seguita dalla Germania e dal Regno Unito. Lo strumento offre guide, video e suggerimenti, per facilitare il più possibile le piccole e medie imprese nelle tre fasi del percorso di espansione all'estero: trovare i Paesi potenziali migliori per la propria azienda; prepararla per il mercato globale grazie a strumenti, guide e suggerimenti di localizzazione dettagliati; farsi conoscere, fornendo risorse formative sul marketing digitale per assicurare che le persone possano rintracciare l’azienda. Per esempio, mostra come creare campagne Google Ads efficaci e adatte al paese prescelto, attraverso una serie di semplici case study, guide e video.

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Tutte cose veramente interessanti e risolutive, ma qualcuno potrebbe anche dubitare. Ed ecco allora arrivare, in presa diretta, in carne e ossa, le testimonianze di chi si è avvicinato agli strumenti offerti da Google e, senza quasi rendersene conto, ha visto decollare letteralmente il proprio business, verso dimensioni prima neanche sognate.

LisolaStore

Azienda familiare nata con la passione per i tessuti, il nonno è stato uno dei primi a portare i ricami fiorentini a Milano negli anni 40. Nel 2000 hanno aperto un negozio a Milano e Google My Business si è rivelato molto utile. In media, ogni tre mesi più di 800 persone visitano il sito, più di 300 utilizzano le indicazioni stradali per raggiungere il negozio e più di 100 chiamano il numero telefonico. Nel 2018 è stato lanciato il negozio online, per creare un canale diretto di comunicazione con i clienti e per vendere tessuti di qualità in tutto il mondo. Google Ads è il primo canale di traffico del negozio online e in seguito all'adozione delle Smart Campaigns e il supporto dell’agenzia di marketing SicomunicaWeb, l’ecommerce ha raddoppiato le entrate e generato un aumento del 200% delle transazioni (tra il 2018 e il 2019). I due titolari Antonio Cannavò e Renato Ballone sono ancora stupiti e decisamente contenti.

Lanieri

Giovane azienda che produce abiti della tradizione tessile del Made in Italy e offre il servizio di un sarto digitale che produce le migliori manifatture italiane, da inviare in tutto il mondo. Il cliente può acquistare presso uno dei negozi fisici o sulla piattaforma online. L’azienda ha usato Market Finder per confermare la validità dei propri investimenti e per pianificare le azioni future. La Francia ha già portato ottimi risultati con una crescita del fatturato del 60% anno su anno ed il 15% in più di nuovi clienti. Perché Lanieri, partita in rete, ha poi compreso di avere bisogno anche della presenza fisica, ha quindi aperto una serie di shop a livello europeo e si è trasformata in una vera e propria azienda multichannel.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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