L’operazione non ha effetti sulla concorrenza, hanno spiegato i giudici federali, dando ragione al colosso nella disputa con l’amministrazione Trump
Un giudice federale ha rigettato ieri l’appello del Dipartimento di Giustizia statunitense che aveva fatto leva su tematiche di concorrenzialità per tentare di bloccare l’acquisizione di Time Warner (oggi WarnerMedia) da parte di AT&T. Le azioni del gigante delle telecomunicazioni hanno subito guadagnato terreno in seguito alla pubblicazione della sentenza. Dunque il matrimonio, che in realtà è già avvenuto, si farà: "La fusione tra queste aziende innovative ha già prodotto significativi benefici per i consumatori, e continuerà a farlo per gli anni a venire. Pur rispettando l'importante ruolo che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti gioca nel processo di revisione dell'operazioni, siamo fiduciosi che la decisione unanime di oggi del D.C. Circuit porrà fine a questa controversia", ha dichiarato David McAtee, General Counsel di AT&T, in una nota. AT&T aveva ricevuto il semaforo verde già a giugno da parte del giudice Richard Leon, secondo cui il mega-merger da oltre 85 miliardi di dollari è legale. Quindi era stata comunicata la decisione del governo statunitense di fare appello alla giudice di Leon, ponendo l’accento su come il deal avrebbe comportato una riduzione della concorrenza nel segmento della pay tv. L’appello era stato formalizzato a luglio e ieri è arrivata la decisione giurisprudenziale, che secondo diversi commentatori è di buon auspicio per future operazioni di M&A nel settore, la cui tendenza di crescita è stata rallentata dalla politica del presidente Trump e della sua amministrazione. A proposito di Trump va ricordato che WarnerMedia controlla la CNN, testata finita nel mirino del presidente americano.