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Il futuro dei brand secondo Astarea per Superbrands: essere rilevanti e sostenibili per aiutare a vivere in un mondo migliore

Autore: Redazione


La ricerca presentata ieri evidenzia fattori critici e linee di sviluppo per i marchi che vogliono avere un ruolo da protagonisti nel futuro

Superbrands ha presentato ieri i risultati della ricerca “Il futuro dei brand”, condotta da Laura Cantoni, A.D. di Astarea. Nata dalla volontà di fornire le possibili direzioni di sviluppo per i brand nel prossimo futuro, è stata realizzata con interviste personali in profondità a 23 manager di alcune delle principali aziende operanti sul mercato italiano e a 7 opinion leader appartenenti al mondo accademico.

I cinque concetti

Dopo un’analisi di contesto che ha ribadito la crescente complessità del mondo che circonda i brand, sono emersi 5 concetti operativi che fungono da pre-condizioni per poter essere “super”.

1.     Agilità: il classico atteggiamento previsionale e progettuale va combinato con meccanismi di adattamento sempre più veloci con una forte implicazione sulla gestione delle risorse umane, la trasformazione radicale dei modelli organizzativi e di business.

2.     Apertura: la necessaria interazione con una molteplicità di soggetti sempre più ampia (politici-istituzionali-economici), implica la capacità di una gestione “a rete” nell’ottica dell’arricchimento delle competenze e dell’ampliamento delle opportunità di crescita.

3.     Presenza: è prepotente la necessità di costruire una forte relazione personalizzata con i singoli individui, capace di valorizzare la componente affettiva, amicale, fondata su una prossimità sia spaziale che temporale: attraverso la materializzazione negli specifici contesti territoriali, la facilità di contatto e accesso all’azienda, la definizione di piattaforme proprietarie-hub con contenuti utili e stimolanti, un’interazione più ricca attraverso tutti i touchpoints e la progettazione di ambienti esperienziali in cui vivere in modo immersivo la relazione tra il brand e il suo pubblico.

4.     Smaterializzazione: dal mood prettamente funzionale fondato sulla qualità dell’offerta prodotto/servizio, si deve passare alla condivisione di valori esistenziali, al trasferimento di emozioni, alla capacità di coinvolgere con una comunicazione fondata sulla propria ragion d’essere e una specifica “posizione valoriale” sul mercato.

5.     Coerenza: l’identità rappresenta sempre più l’asset economico su cui costruire valore e richiede una fede militante per una coerenza a 360° giocata necessariamente su una trasparenza continuativa.

I driver

La ricerca è andata poi a riverificare la validità dei driver per essere considerati Superbrands emersi dalle analisi effettuate in oltre 80 paesi in cui Superbrands è presente e da uno studio di approfondimento condotto da Astarea-Demoskopea 5 anni fa su un campione significativo della popolazione italiana.

·      Trust: resta l’item determinante e si articolerà secondo rassicurazione, risposta personalizzata alle esigenze, reputazione.

·      Leadership: dal significato legato specificatamente alla propria categoria di appartenenza si amplierà al “sistema” complessivo, sempre più allargato, di stakeholders con cui la marca opera definendola un interlocutore privilegiato e competente cui appellarsi.

·      Dialogue: l’idea “fare bene le cose” implicherà oltre alla proposta di contenuti rilevanti e unici, un ascolto attento e la costruzione di una dialettica sempre più efficace tra on e off-line, tra tecnologico ed “umano”, tra virtuale e reale.

·      Societing: il brand per essere “super” deve promuovere soluzioni migliorative per la qualità della vita delle persone ampliando il proprio impegno per la sostenibilità e trasformandosi in un soggetto di cittadinanza, attore proattivo di cambiamento.

·      Dynamism: la presenza continuativa e rilevante del brand deve passare dall’impegno per un’innovazione on-going a più livelli, che richiede la capacità di modificare velocemente i processi produttivi, quelli organizzativi, e di orientarsi verso processi di apprendimento continuativi.

Le cinque raccomandazioni per il futuro

Lo status attuale di Superbrand non è condizione sufficiente a garantire il successo anche per il futuro. Troppi, e troppo veloci, sono i cambiamenti a tutti i livelli, troppo cogenti le problematiche delle società e del pianeta, per non porsi in una dinamica di continua ricerca delle condizioni necessarie per garantire lo sviluppo ed essere sempre considerati “super”. In tal senso emergono 5 raccomandazioni.

1.     Generazione di senso: i Superbrands dovranno farsi portatori di valori che attengono al senso della loro presenza nel mondo, all’interpretazione di quello che fanno, dovranno essere “soggetti di parola” nelle situazioni chiave della vita delle persone, fungendo da punto di riferimento per rispondere ai loro interrogativi.

2.     Nuovo patto per la qualità di vita: i Superbrands dovranno offrire benefit sempre più vicini alle esigenze delle persone (anche quelle di natura esistenziale). Personalizzazione, emozioni, soluzioni per amplificare competenze e risorse individuali, proposizione di modelli di vita più sostenibili, alleggerimento e semplificazione della vita quotidiana.

3.     Coerenza a 360°: per i Superbrands sarà essenziale una coerenza a 360° per l’affermazione della propria identità in un modo riconoscibile e distintivo (offerta, valori, racconti) in tutti i luoghi possibili, dalle piattaforme di comunicazione a quelle di vendita, dall’assistenza, alle pratiche di sostenibilità.

4.     Pregnanza dei processi: connessioni orizzontali: per i Superbrands sarà cruciale la capacità di fare rete, secondo approcci inclusivi che colleghino l’impresa a tutti i soggetti della filiera in cui è coinvolta, le strutture del territorio, le istituzioni amministrative, e anche altre imprese, competitor compresi, alla ricerca della massima efficacia operativa e della promozione di un’innovazione significativa e rilevante per le persone e il pianeta.

5.     Sostenibilità come cambiamento di paradigma: il concetto di sostenibilità deve entrare nelle logiche di business, ben al di là delle pratiche di CSR. Destinare risorse per favorire soggetti o situazioni deboli all’esterno dell’impresa è assolutamente meritevole, ma va anticipata dall’integrazione di pratiche sostenibili in tutti i processi aziendali, dai quelli produttivi a quelli distributivi, dalle modalità di comunicazione a quelle di relazione interpersonale. 

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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