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Dal virale al tribale: come cambia la lettura delle notizie

Autore: Redazione

Fabrizio Angelini


Come si informa la Generazione Z e cosa la distingue dai Millennials e dalla generazione X. Lo studio di Comscore

Si tengono genericamente aggiornati sui social ma quando ricercano attivamente notizie e informazioni sui fatti di cronaca preferiscono i siti di news. Lo fanno soprattutto attraverso lo smartphone ricorrendo principalmente alla navigazione in browsing e alle notizie nativamente presenti sul telefono (aggregatori). Gli italiani, soprattutto giovanissimi, stanno cambiando abitudini e per proteggere la propria identità digitale, preferiscono discutere le notizie che leggono con gruppi ristretti di amici rispetto alla condivisione online sempre meno frequente. Questo e molto altro emerge dall’indagine condotta nel mese di luglio 2019 da Comscore, sui campioni rappresentativi della generazione Z, dei Millennials e della generazione X, integrati con i dati di Audience Analytics delle piattaforme. 

Italiani più informati

Gli italiani si informano online e lo fanno significativamente più di inglesi e americani, ma ciò che cambia notevolmente tra le varie generazioni è l’approccio che contraddistingue la generazione Z (under 22 anni) rispetto alle generazioni successive. Il 59% dei giovanissimi legge le notizie online solo quando ha bisogno di informarsi, uno su tre dichiara addirittura di leggere le notizie malvolentieri (un dato che aumenta vertiginosamente tra i giovanissimi americani - 66,1% - e tra quelli inglesi - 53,2%) e un under-22 su cinque trova addirittura la lettura online delle notizie stressante. Un atteggiamento che cambia sensibilmente con l’avanzare dell’età e la maggiore maturità: il 59% degli italiani nella fascia d’età 23-38 anni e il 66% di quelli tra i 35 e i 54 anni infatti si dichiara “assiduo lettore di news” con livelli quasi doppi dei coetanei anglosassoni. Social o siti di news? I social sono la fonte d’informazione primaria dei più giovani (il 43% della generazione Z si informa sui social, il 35% sui siti di informazione, il 16% sui siti generalisti, il 6% su altre fonti), mentre le generazioni più adulte indicano i siti di news come fonte principale.

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Affidabilità

I siti di news degli editori sono tuttavia, trasversalmente per tutte le generazioni, la destinazione privilegiata per chiunque voglia appositamente informarsi online su specifici fatti di cronaca. Parere condiviso dagli intervistati di tutte le età è che i siti di informazione abbiano un’accuratezza e un’onestà nel riportare le informazioni maggiore di quella che si può ritrovare sui portali, nelle notizie nativamente riportate sui telefonini e sui social network. Quindi, quando è ora di informarsi davvero, la fiducia del lettore viene riposta prevalentemente sui siti di news. Le notizie online più affidabili? Quelle locali, sia in termini di onestà che di accuratezza dell’informazione, certamente più accertabile dai lettori dato che le notizie locali sono quelle che i lettori dichiarano di conoscere meglio. Subito a seguire, il lettore online di tutte le età, ripone fiducia nelle notizie di natura internazionale e solo dopo queste arrivano, in termini di fiducia, le notizie nazionali. La prima fonte consultata è sufficiente per ritenersi informati. Oltre l’80% degli intervistati dichiara infatti che già la prima fonte consultata è sufficiente a soddisfare il proprio bisogno informativo e non trova necessario procedere a ulteriori ricerche per verificare la notizia anche ricorrendo ad altri mezzi.

Poca condivisione

Le piattaforme social hanno una capacità di attrazione e tempi di fruizione decisamente superiori ai siti di informazione. Tuttavia sebbene i social spesso siano la fonte di acceso alle informazioni, soprattutto tra i giovanissimi, sono relativamente pochi, e in diminuzione, coloro che postano sui social le news che trovano online. “In Italia si registra un maggiore interesse all’informazione online rispetto a Stati Uniti e Inghilterra, paesi che determinano i modelli di business nel nostro settore. Gli spunti della ricerca sull’utilizzo delle fonti e sulla tendenza a condividere sempre sui social dovrebbero far riflettere sulle strategie distributive basate sulla viralizzazione dei contenuti e sulla misurazione di condivisioni o visualizzazioni di pagina sulle varie piattaforme” spiega Fabrizio Angelini Ceo di Sensemakers che rappresenta in esclusiva Comscore in Italia.

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Device e approfondimento

Per quanto riguarda i device di accesso alle news, tutte le generazioni si informano online prevalentemente da device mobili. A luglio, per esempio, il 42% degli italiani ha consultato i siti di news esclusivamente mediante smartphone o tablet, device che hanno generato il 72% del tempo totale speso nella lettura delle news. La tipologia di device utilizzata influenza sicuramente il trattamento editoriale e la capacità di approfondimento: la durata media di una visita a un sito di news da mobile è di 1,8 minuti mentre quella da desktop è di 5,2 minuti. Su mobile le notizie si fruiscono prevalentemente mediante la navigazione in browser oppure leggendo quelle nativamente presenti sul dispositivo. I lettori di tutte le generazioni preferiscono di gran lunga queste modalità all’utilizzo delle app dei siti di news. La resistenza a scaricare nuove app e la tendenza ad utilizzarne frequentemente solo un numero limitato, costituiscono un freno alla diffusione delle app degli editori come leva di fidelizzazione dei lettori.

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Pagare le news

La generazione X è quella più teoricamente propensa (12%) a pagare un abbonamento per fruire di contenuti di news a fronte del solo 7% di propensione da parte dei giovanissimi della generazione Z, riconducibile da un lato alla loro minore disponibilità economica da un lato e alla minore rilevanza e frequenza di fruizione delle news. La propensione a pagare aumenta sensibilmente però per altre tipologie di contenuti online, video e musica. Sono aumentati, infatti, in maniera considerevole gli utilizzatori di Netflix, Spotify e Apple Music. “La limitata disponibilità a pagare per l’informazione si combina con l’aumento della competizione sulla capacità di spesa per altre forme di contenuti online e ciò potrebbe incentivare la nascita di offerte congiunte di servizi diversi” conclude Angelini.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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