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Audipress analizza le differenze nel rapporto con la stampa tra Millennials e Baby Boomers

Autore: Redazione

Ernesto Mauri


L’elaborazione dei dati 2018/III dà avvio a un percorso di esplorazione dei comportamenti di lettura della popolazione italiana che si svilupperà nel corso del 2019

Da una parte i Millennials, il gruppo demografico di chi è nato tra il 1983 e il 1999, la prima generazione a essere cresciuta con internet e le nuove tecnologie; dall’altra i Baby Boomers, nati tra il 1946 e il 1963, la generazione a oggi con il più alto potere d’acquisto. Audipress – l’indagine ufficiale di riferimento per la lettura di quotidiani e periodici – ha analizzato quanto sono distanti nella loro relazione con la stampa queste due generazioni, attraverso un’elaborazione dei dati 2018/III, in un percorso di esplorazione dei comportamenti di lettura della popolazione italiana che si svilupperà nel corso del 2019.

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I giovani non hanno dimenticato la carta

I Millennials sono comunemente ritenuti portatori di valori, atteggiamenti, attitudini, comportamenti multimediali profondamente diversi rispetto alle generazioni precedenti, in particolar modo in relazione ai Baby Boomers. Se è vero che i siti di informazione digitali sono la principale fonte di notizie per la maggior parte degli under 35, sta emergendo anche in vari mercati internazionali che i giovani non hanno dimenticato la carta e che apprezzano anche fonti informative “non algoritmiche”. L’iperstimolazione multipiattaforma a cui siamo sottoposti segna una diffusa tendenza a riprendersi il controllo delle fonti, della qualità dell’informazione e dell’attendibilità. E si tratta di un atteggiamento intergenerazionale.

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“I dati Audipress mostrano che il gusto informativo e la capacità di selezionare le fonti più valide e attendibili nascono e si rafforzano in buona parte in famiglia e proprio in questo ambito si trasferisce anche l’abitudine alla lettura”, commenta il Presidente di Audipress Ernesto Mauri. I Millennials che lavorano e vivono ancora in famiglia leggono di più rispetto ai coetanei che non vivono più con i genitori (65% vs 59,6%) e tra i Baby Boomers chi vive con figli legge mediamente di più di chi vive da solo (65,3% di chi vive con figli Millennials vs 61,8%). Come sottolinea Mauri, “emerge con chiarezza questa peculiarità della stampa di saper mantenere le proprie specificità anche in un momento di profondo cambiamento delle modalità di informazione ed esposizione multimediale da parte delle nuove generazioni, riuscendo a trasmettere la propria rilevanza e qualità sia tra i Millennials sia tra i Baby Boomers”. Si parla molto di divario tecnologico (“digital divide”) e di cesura intergenerazionale, ma ci sono valori e bisogni profondi che ricongiungono le generazioni nella fruizione di fonti informative che svolgono ruoli sociali rilevanti, dando vita così a una sorta di fil rouge che le connette.

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Abitudini differenti

Se tra i Baby Boomers i livelli di lettura aumentano al crescere del reddito familiare e del segmento sociale di appartenenza, tra i Millennials la lettura sembra essere un’abitudine più trasversale, meno influenzata da questi parametri sociali e più omogenea sul territorio, superando le tradizionali dinamiche geografiche. I giovani mostrano di apprezzare soprattutto i mensili (il 27.5% ne legge almeno uno al mese vs il 19.7% dei Boomers), mentre i Boomers sono più vicini alla lettura dei quotidiani (33.7% vs 27.2% dei Millennials, nel Giorno Medio). Emergono peculiarità coerenti con i diversi profili generazionali anche considerando le frequenze di lettura e la fonte di provenienza.

Per i Millennials la lettura è un po’ meno sistematica e fedele in termini di frequenza (con una differenza maggiore tra le due generazioni soprattutto per quotidiani e settimanali, con circa 10 punti percentuali di distanza nella fruizione ad alta frequenza), in linea con un approccio trasversale a diverse fonti di informazione, in una dieta mediatica varia e funzionale alle proprie esigenze. Si conferma per questa generazione anche un approccio più strumentale al consumo della copia, spesso letta in condivisione con familiari o amici, in casa o fuori casa, a conferma anche della maggior attitudine allo sharing. Il documento completo “Millennials vs baby Boomers”, elaborato da Doxa sulla banca dati Audipress 2018/III, è disponibile sul sito HYPERLINK www.audipress.it nella sezione News. 


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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