ABBONATI

The Way Magazine, dalla nuova Milano al mondo nel segno della bellezza

Autore: D Sechi


Dall’EXPO alla rinascita di Milano, al mondo: un magazine racconta il mondo del design e della creatività. Le parole del fondatore Christian D’Antonio

Una Milano da vivere, da amare, da bere. Ma la nebbia? Il freddo? Il sole, chi l’ha visto? La gente poi… Una città dura, intransigente, che non guarda in faccia nessuno, che lavora, il Duomo, la moda, S. Siro e le sue luci. Milano è la lunga teoria dei luoghi comuni, che però hanno fatto il loro tempo. Resiste ancora qualche avamposto legato a laboriosità, serietà e grigiore, ma ha perso mordente. E anche la visione pubblicitaria e caricaturale viene sempre meno citata. Che è successo?

La ripresa di una città

È accaduto che Milano, dopo gli spaventi giudiziari di due decenni orsono, si sia riorganizzata, portata in braccio da giunte di colori differenti ma, alla prova dei fatti, sempre lungimiranti. E nel restyling urbanistico imponente e pure assolutamente sopportabile, è arrivato pure l’exploit tanto atteso, il celebre EXPO che, nel 2015, ha catturato l’attenzione del mondo intero. Al punto che l’entusiasmo a tre anni di distanza sembra tutt’altro che sopito e, di fatto, ha reso Milano una città in costante divenire, ricca di suggestioni sempre differenti, o almeno percepiti come tali. E in un panorama nazionale sempre sul ciglio della depressione.

La nascita

Ad annusare da subito, o quasi, questo profumo di ulteriore cambiamento, lo step definitivo che ha reso Milano un centro socio culturale di portata internazionale sono stati, tra gli altri Christian D’Antonio e Francesco D’Agostino. Il primo, da sempre impegnato in ambiti mass mediologici o prossimi, l’altro pure, ma nelle vesti di editore. Un bel giorno si son guardati in faccia, ci hanno pensato un po’ e poi hanno fondato un magazine digitale, “The Way Magazine”, nato con l’intento di mettere in vetrina la creatività e i suoi processi all’interno del capoluogo lombardo. Una città non più o non solo legata al lusso, alla ricchezza, alla laboriosità, alla moda.

Christian D'Antonio, in primo piano, e Francesco D'Agostino
La bellezza

«D’acchito, abbiamo deciso che avremmo scritto solo sulle cose belle, dando così la cifra stilistica del progetto», ricorda quei giorni nell’ultima canicola milanese del 2018. «Ed è stato solo un punto di partenza, perché poi da Milano, che rimane il centro dell’idea, abbiamo portato The Way Magazine (sito) ovunque, andando oltre i confini del nostro Paese, che intanto può contare sullo sguardo interessato, critico e competente di 8 collaboratori dislocati lungo lo Stivale». E poi, ecco arrivare report dalla Fashion Week di New York e dalla Design Week di Dubai. Il tutto corroborato dalla musica e dai suoi protagonisti. E l’iniziativa ha cominciato ben presto a destare curiosità trasversali al punto che sono iniziati anche i lavori su commissione, libri e organi di informazione legati alle cosiddette associazioni professionali.

I numeri raggiunti

Ed eccole le cifre, tra l’altro fresche, perché risalenti allo scorso luglio, fatte registrare dal magazine: «26mila page views nel mese preso in considerazione, 1/10 di queste operazioni provenienti dagli Stati Uniti. Ma l’interesse arriva anche da Paesi Arabi, India, Sud America. Ci scrivono, vogliono sapere dello stile italiano che fa tendenza. Sono gli aspirational giovani o i giovani top spender dei paesi emergenti che si innamorano del racconto dell’eleganza italiana. Siamo anche in grado di operare una suddivisione per target: 3000 contatti provengono da una fascia di età tra i 25-34 anni, 2500 tra i 35-44, 2200 tra i 45 e i 54, 1500 tra i 65», specifica D’Antonio. Il magazine ha siglato un accordo con un’agenzia di digital marketing, la WMag di Alessandro Moscatelli che spinge su Google e sulla Seo. «E i risultati non si sono fatti attendere, visto che a luglio abbiamo totalizzato un +211% di sessioni uniche. L’obiettivo, che crediamo raggiungibile è arrivare entro fine anno a 50.000 views mensili». Inoltre, dall’inizio dell’avventura, febbraio 2016 al 31 agosto del 2018 sono stati pubblicati oltre 4.000 articoli.

La pubblicità

Il carico pubblicitario «Va forte sulla home, mentre all’interno funzionano maggiormente i redazionali. A investire sono le Gallerie d’Arte, gli artigiani, il settore che può essere identificato nell’area delle piccole medie imprese».

Iniziative

Grazie a un legame forte con il quartiere NoLo, nord di Loreto, a Milano, la zona densa di artisti e creativi, The Way Magazine ha partecipato fin dall’inizio al contest di talenti Festival di San NoLo e ha anche organizzato momenti di incontro col pubblico offline: «Le cose procedevano bene online - dice D’Antonio - e allora abbiamo trasportato le interviste nella dimensione reale, col pubblico che poteva intervenire. Gli incontri “Oi Dialogoi” hanno avuto molto successo, e grandi nomi come Emilio Isgrò, Pao, Giò Manzoni. Per la settimana del design 2018, in concomitanza con l’apertura degli spazi del Fuorisalone che hanno raccolto visitatori da tutto il mondo, siamo stati presenti con Casa NoLo, un’iniziativa di aggregazione in uno spazio fisico aperto a tutti. Questo evento di una settimana è stato realizzato presso uno showroom di modernariato, Arredamenti Moiotti e con l’impegno degli animatori di Radio NoLo, la neonata webradio di quartiere». Evidentemente a NoLo le sinergie dal basso funzionano e The Way Magazine si è gettata a capofitto nel racconto della vivacità culturale di Milano.

La presenza cartacea

The Way Magazine è stato presente dall’8 all’11 settembre allo Yachting Festival di Cannes, e racconterà a fine mese anche il Monaco Yacht Show e il corrispettivo di Genova. Eventi ai quali è stata e sarà protagonista con una versione cartacea decisamente corposa: 36 pagine, con il 33% delle quali di pubblicità, 11 tabellari e il resto redazionali. «The Way Magazine, senza che il tutto possa apparire come un controsenso, ragiona su un progetto sempre più spostato verso la carta che, non è un mistero, attira maggiormente l’interesse degli investitori», conclude Christian D’Antonio. L’evoluzione continua.


img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy