ABBONATI

Pr Hub: sulle nuove linee guida ODG, no agli uffici stampa privati in cui operino solo giornalisti iscritti all’albo

Autore: Redazione


La piattaforma partecipativa appartenente ad Assocom ritiene questo punto discutibile dal punto di vista deontologico, incompatibile da quello professionale e pretestuoso in generale

Mercoledì scorso, sono state approvate le linee guida per la riforma dell’Ordine dei Giornalisti, tra le quali appare anche il capitolo “Registrazione degli uffici stampa”, che recita: “Ciascun Consiglio Regionale dell’Ordine istituisce il Registro degli Uffici Stampa pubblici e privati in cui operano solo giornalisti regolarmente iscritti all’albo”. Non è ancora chiaro se s’intenda regolamentare il settore obbligando gli uffici stampa a far lavorare solo giornalisti iscritti all’albo o se si prenda in considerazione solo l’ipotesi di “registrare” uffici stampa con queste specifiche caratteristiche, e quindi con un presunto valore aggiunto. In entrambi i casi, Pr Hub, la piattaforma partecipativa di società di relazioni pubbliche e comunicazione appartenente ad Assocom, ritiene questo punto delle linee guida discutibile dal punto di vista deontologico, incompatibile dal punto di vista professionale e pretestuoso sotto ogni altro punto di vista.

I comunicatori

Già lo scorso anno, Pr Hub aveva rigettato la richiesta dell’Ordine dei giornalisti (diffusa attraverso la nota di Paola Scarsi, consigliere Odg, componente Gruppo Uffici Stampa interno al CNOG e del  GUS – Giornalisti Uffici Stampa), secondo cui l’attività negli uffici stampa privati – come già avviene per quelli pubblici – sarebbe dovuta essere svolta solo da giornalisti. La gestione della comunicazione di un’azienda spetta, infatti, ai comunicatori, per i quali esiste una specifica associazione di categoria con sue regole e principi, e comprende anche gli uffici stampa. Comunicatori e giornalisti svolgono professioni complementari tra loro, ma molto differenti: una dedicata solo all’informazione, l’altra alla comunicazione in senso più ampio, con attenzione ad aspetti quali le strategie aziendali e il marketing, che non hanno nulla a che vedere con il giornalismo.

Le nuove professioni social

Nuove professioni che operano nella gestione dei social media, nelle relazioni pubbliche, nel public affairs, nell’influencer marketing, hanno ben poco a che fare con il mondo giornalistico e con le regole deontologiche che tutelano la professione. Gli uffici stampa privati, in molti casi, comunicano, promuovono e pubblicizzano determinati prodotti, singole piattaforme private, brand dei più disparati settori merceologici, abbandonando quel ruolo meramente informativo, sociale e imparziale che caratterizza la professione giornalistica.

Le difficoltà del settore

In un momento di difficoltà del mondo editoriale, l’iniziativa dell’Ordine rischia di apparire un tentativo di tutela corporativa che si propone di creare nuove opportunità professionali per i giornalisti a discapito di chi opera come comunicatore da molti anni, con una sua professionalità e un percorso formativo decisamente differente da quello giornalistico. Pr Hub ha ribadito quindi la propria preoccupazione per un’iniziativa destinata ad alimentare polemiche e, soprattutto, a creare confusione su professionalità diverse che devono continuare ad avere ruoli distinti e ben definiti. “È altresì preoccupante - si legge in una nota diffusa ieri da Pr Hub - che tale proposta trovi già spazio tra le linee guida approvate dall’Ordine senza che l’ODG stesso abbia mai invitato Pr Hub e le altre associazioni di categoria che tutelano la professione del “Comunicatore” a discuterne”. Per questo motivo Pr Hub propone un momento di confronto con l’Ordine dei Giornalisti, con la partecipazione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’editoria Vito Crimi, utile a discutere su questi temi con l’auspicio di identificare soluzioni comuni, che comprendano regole deontologiche condivise pur nelle diversità dei ruoli e delle professioni.


Tag:

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy