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WPP cede in Borsa dopo una trimestrale sotto le attese; e per Kantar cerca un partner

Autore: Redazione


La holding di cui è CEO Mark Read ha registrato ricavi e crescita organica in flessione sia nei nove mesi sia nel trimestre luglio-settembre. Lascia il direttore finanziario Paul Richardson. L’Italia però è in controtendenza, con una crescita organica compresa tra il 5 e il 10% nel Q3

È stata un’altra trimestrale al di sotto delle attese per WPP, la più grande holding al mondo sul fronte del fatturato. E dopo aver rilasciato i risultati al 30 settembre, ieri mattina, la società ha ceduto diversi punti percentuali in Borsa a causa di una revisione al ribasso dell’outlook: l’azienda, infatti, per il 2018 si attende entrate in calo tra il -1 e il -0,5%, a fronte di precedenti stime di crescita dello 0,3%. Anche la redditività dovrebbe diminuire ed essere inferiore a quanto preventivato in precedenza. Il CEO Mark Read ha annunciato in una nota le prossime strategie per affrontare un contesto di mercato che ha definito “in evoluzione strutturale”. Queste comprendono anche la vendita di una quota di Kantar Group, approvata dal board. Ancora, il direttore finanziario, Paul Richardson, lascerà la società nel 2019, dopo ventidue anni. Dopo un incontro a New York a inizio mese, che ha riunito i vertici mondiali di WPP, la società rilascerà un aggiornamento della sua visione strategica il prossimo dicembre. Read ha detto al Wall Street Journal di voler proseguire la politica di semplificazione, leggi consolidamento, nell’ottica di favorire i rapporti con i clienti. Il manager vuole anche investire sui talenti, a causa del debole andamento delle agenzie creative tradizionali e questo potrebbe portare ad alcune acquisizioni, in particolare nell’area della tecnologia creativa. Ma soprattutto mira a rendere WPP la destinazione preferenziale dei talenti creativi.

I risultati

Nel terzo trimestre dell’anno il giro d’affari di WPP è calato dello 0,8% a 3,75 miliardi di sterline, mentre nei novi mesi il fatturato è sceso dell’1,6% a 11,25 miliardi di sterline. Anche la crescita organica è negativa e in contrazione dell’1,5%. Risultato che si attesta al -0,3% prendendo in considerazione il periodo gennaio-settembre. I new business nei nove mesi sono stati pari a 4 miliardi di dollari. Il titolo sui listini finanziari ha perso quota e oggi WPP non è più la holding di comunicazione e marketing a più elevata capitalizzazione, superata da Omnicom. Solo ieri, infatti, è arrivato a perdere il 20% per chiudere intorno al -13%, per un valore di mercato complessivo di 11,3 miliardi di sterline. A pesare sull’andamento in WPP è il Nord America, una regione in cui faticano anche le rivali, come la sopra citata Omnicom e Publicis Groupe. Per quanto riguarda l’Italia, nel terzo trimestre il nostro Paese ha registrato una crescita organica tra il 5 e il 10%, segnando risultati positivi e in controtendenza rispetto ad altre aree.

Trasformazione

“La trasformazione di WPP richiede un’azione decisa e un pensiero radicale, e la nostra performance nel terzo trimestre del 2018 rafforza la nostra fiducia verso tale approccio - ha dichiarato Read -. Il rallentamento riflette un ulteriore indebolimento delle nostre attività in Nord America e, in particolare, delle nostre agenzie creative. Come già detto in precedenza, il settore sta affrontando un cambiamento strutturale, non un declino, ma in passato siamo stati troppo lenti nell’adattarci, troppo complessi e non abbiamo investito abbastanza in parti fondamentali del nostro business. C’è ancora molto da fare e abbiamo intrapreso una serie di azioni per affrontare questi problemi e migliorare le prestazioni”.

Debito in diminuzione

“Abbiamo già iniziato ad attuare questa strategia, identificando gli investimenti e le azioni di ristrutturazione necessarie per semplificare le operazioni. Ci siamo mossi rapidamente per migliorare il nostro bilancio, effettuando 16 cessioni, principalmente investimenti non-core, per una raccolta di 704 milioni di sterline. In conseguenza di ciò, e di una rinnovata attenzione al capitale circolante, il nostro debito netto è diminuito di 925 milioni di sterline rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dalla mia nomina a CEO avvenuta a settembre, abbiamo messo in atto altri di questi piani con la creazione di VMLY&R, una nuova agenzia di brand experience formata dalla fusione di VML e Y&R”.

Le gare

Nei nove mesi WPP ha acquisito circa 4 miliardi di new business, alternando vittorie ad alcune perdite di clienti. A proposito Read ha voluto sottolineare come la collaborazione con Ford, il cui account creativo è stato assegnato a BBDO, rimane comunque forte e trasversale a diverse operazioni, tra cui planning e buying. “Se da una parte abbiamo perso pitch (principalmente media) in relazione ad American Express, GSK, HSBC, Opel e United Airlines, dall’altra abbiamo mantenuto importanti rapporti commerciali con questi clienti. Abbiamo anche vinto e difeso con successo le gare adidas, BP, Hilton, Hilton, Mars, Mondelez, Shell, T-Mobile e Panadol di GSK. I nostri successi evidenziano i nostri punti di forza, ma dobbiamo rendere più semplice per i clienti l’accesso ai talenti e alle competenze di tutta WPP”.

Kantar

WPP ha anche detto di voler cedere una quota di Kantar Group, la sua unit di ricerca al centro dei riflettori negli ultimi mesi, mantenendo una partecipazione strategica nella società, “a beneficio dei suoi clienti”. WPP non rivela i dati economici di Kantar, ma secondo alcuni analisti l’azienda vale circa il 15% del fatturato totale della holding. La cessione sarebbe una sorpresa: se n’è chiacchierato fin dalle dimissioni di Sir Martin Sorrell, avvenute ad aprile, e molti analisti hanno sostenuto questa ipotesi. Che permetterebbe a WPP di ottimizzare la sua posizione finanziaria, in particolare per quanto riguarda il debito, andando anche a semplificare l’organizzazione, ritenuta troppo complessa e oggetto di un processo di consolidamento interno avviato da Sorrell e proseguito dallo stesso Read, come testimonia la già citata nascita di VMLY&R. “C’è una significativa opportunità per sviluppare Kantar come società leader a livello mondiale. Crediamo nel suo potenziale ma, date le nostre priorità, dobbiamo fare scelte difficili e pensiamo che il modo ideale per sbloccare questo potenziale sia con un partner strategico o finanziario. Il Consiglio ha approvato un processo formale di revisione delle opzioni strategiche “. WPP ha detto di aver già ricevuto alcune manifestazioni d’interesse. Secondo il Wall Street Journal, che nella tarda serata di mercoledì ha anticipato la notizia, WPP vuole cedere una quota di controllo. A tal proposito la società si è limitata ad affermare che rimarrà proprietaria di una non meglio definita quota di azioni.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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