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Qual è la tua voice strategy?

Autore: Redazione


Ritorna la finestra sul futuro del digitale con Ale Agostini, che affronta uno dei temi più caldi oggi, intervistando anche Gianluca Varano, Responsabile marketing digital di Gazzetta.it

di Ale Agostini

C’è un nuovo membro della mia famiglia. Non si nutre di crocchette come un cane, ma di quello che sente. Si chiama Alexa Echo, figlia di Amazon, ha messo radici nel mio salotto e cattura l’attenzione dei membri della mia famiglia e dei visitatori che quando lo vedono gli chiedono ricerche vocali, visto che si tratta di un dispositivo condiviso e accessibile a tutti (finalmente si smette di isolarsi con telefoni e smartwatch).

Se guardiamo a dove stanno andando gli investimenti di Amazon, Apple, Google una cosa emerge chiara: il futuro è l’audio. La ricerca con gli assistenti vocali sta crescendo e diventerà onnipresente, per capirlo basta osservare i grandi player della tecnologia e gli investimenti fatti su assistenti a base di AI. I dati dicono che in Usa metà della popolazione ha “usato” o “è interessata” a utilizzare un assistente vocale e poco più di un quinto della popolazione ha “accesso a un assistente vocale” a casa. Amazon Echo ha aperto la strada con una penetrazione del 13%.

Almeno un terzo dei proprietari di Amazon Echo lo usa ogni giorno “e solo il 60% lo usa quasi tutti i giorni”. Lennar, il più grande costruttore di case in USA, sta ora costruendo prototipi di case integrate con Alexa che gestisce i campanelli intelligenti ( il prodotto si chiamava prima RING ed è stato comprato da Bezos), serrature, termostati, luci e Wifi integrato. Gli assistenti vocali cambieranno il comportamento diventando gli interlocutori sia di domande utili (previsioni meteo, allarme, accendi la luce, spegni la luce) che di richieste di shopping

Anche Google sta lottando per accaparrarsi una fetta del mercato degli assistenti vocali.

Da tempo l’Assistente Google attraverso il mobile risponde con la voce a domande su tutto, dalle previsioni del tempo alle ricette e alle notizie. Per soddisfare le richieste di notizie, da poco è nata un nuovo dato strutturato di schema.org (è un insieme di markup che aiutano i motori di ricerca ed il SEO ) chiamato speakable che contrassegna le sezioni di un articolo che sono più rilevanti per essere lette ad alta voce dall’Assistente Google. Quando le persone chiedono all’Assistente Google - “Ehi Google, come ha giocato Higuain in Napoli Milan?”, l’Assistente Google risponde con un estratto da un articolo di notizie e il nome dell’organizzazione che fornisce la notizia. Successivamente l’Assistente Google chiede se l’utente desidera ascoltare altre news e invia anche i collegamenti pertinenti al dispositivo mobile.

Al momento, Google supporta Speakable per i contenuti relativi alle notizie (Google News) in inglese, ma alcune mie fonti in USA mi dicono che entro l’estate 2019 sarà anche esteso a tedesco, francese, spagnolo e italiano. Alcuni nostri clienti SEO internazionali nel settore dell’editoria stanno valutando l’opportunità di fare uso di Speakable, con l’enorme vantaggio di essere i primi (ed unici) ad avere visibilità (acustica) di brand su questi smart device ed esercitare un controllo su ciò che specificamente viene letto ad alta voce agli utenti. Le risposte di Google Assistant sono in genere limitate a 30 secondi, quindi è importante mantenere i contenuti succinti e al punto. In genere il brand che fornisce notizie viene menzionato alla fine (quindi “Ehi Google, come ha giocato Higuain in Napoli Milan? La risposta potrebbe essere “Higuan ha giocato molto bene, secondo Gazzetta.it”.

Parlando di calcio mi è venuto in mente di discuterne con un professionista del digital all’avanguardia con cui lavoro da anni: Gianluca Varano, direttore digital di RCS Gazzetta.it, a mio parere uno dei maggiori esperti di editoria online in Italia.

Dove saranno gli assistenti vocali fra tre anni?

«In casa, in macchina, in tasca. È teoricamente, almeno in parte, già così oggi ma, come dimostrano i dati disponibili, lo sarà sempre di più, perché le situazioni in cui la ricerca vocale si rivela un reale contributo per facilitare la vita delle persone sono moltissime. È facile pensare ad uno switch nel caso delle ricerche geolocalizzate, ma la precisione crescente con cui gli assistenti rispondono e risponderanno, credo possa ingaggiare l’utente medio in una sorta di “sfida” alla tecnologia,  per testare diverse applicazioni e capire fino a dove davvero possa arrivare, creando così un circolo virtuoso. Un altro fattore determinante di crescita è la semplicità di adozione, perché non servono istruzioni, e perché sempre più gli assistenti vocali sono già inclusi nativamente nei prodotti che utilizziamo oppure, dove è necessario un acquisto specifico come nel caso degli assistenti domestici, il costo non è proibitivo».

Le Google Voice Actions sono azioni che puoi completare sulla tua App con comandi vocali. Nei settori che conosci, vedi un’applicabilità?

«Le ricerche dicono che il consumo di news è  uno dei driver per guidare la rapida penetrazione degli assistenti vocali. Ci sono molte situazioni comuni in cui sapere cosa sta succedendo, ad esempio aggiornarsi sull’andamento degli eventi sportivi in tempo reale, può essere un utile accompagnamento ad un’altra attività, ad esempio mentre si è alla guida o in casa in sottofondo mentre si cucina. Un ruolo che prima difficilmente poteva essere svolto da un giornale o un sito web e che invece da oggi è alla portata, anche se con un modello di business tutto da scoprire»

Alexa Echo o Google Home: cosa ti metti in casa?

«Uno dei due già c’è, per l’altro bisogna ancora aspettare un pochino ma sarà senz’altro da provare, poi scegliere non sarà facile».

Nei prossimi mesi testeremo il nuovo Aloha l’assistente vocale di Facebook. Definite oggi cosa dovrebbe fare il vostro un brand con gli Speakable e qual’è la vostra voice strategy.  Perchè il futuro si costruisce oggi! Quali domande hai per me ? Parliamone sul mio Linkedin Ale Agostini.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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