Si tratta di una delle evidenze emerse dal report globale prodotto da IAB dedicato al live streaming
Sul sito ufficiale di IAB Italia è disponibile un estratto dello studio “Live Video Streaming: A Global Perspective” che riguarda le principali novità legate alla fruizione del live streaming nel nostro Paese. Lo studio, pubblicato a giugno da IAB US è uno spaccato del settore a livello globale.
Maggiori evidenze
L’Italia ha partecipato con un campione di 200 consumatori e tra i risultati più significativi emerge che per l’84% del campione la fruizione dei video digitali è un’esperienza quotidiana, con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente, in particolare per il sesso maschile (89%) e per la fascia 18-34 (85%). Tra i contenuti preferiti, serie Tv e sport. I contenuti fruiti in live streaming provengono per lo più da network Tv e social e lo smartphone è in assoluto il device più utilizzato per fruizioni veloci (95%). La smart TV è, invece, il mezzo preferito per una fruizione più lunga: il 35% del campione 18-34, infatti, la utilizza tra una e due ore al giorno.
Digital video e adv
Una parte importante dello studio si concentra inoltre sul rapporto tra fruitori di video in live streaming e annunci pubblicitari. Dalla ricerca emerge che il 48% del campione preferisce visionare video in streaming che contengono annunci pubblicitari, piuttosto che pagare un servizio. Solo il 9% della fascia 18-34, infatti, pagherebbe per visionare un video senza annunci, contro il 22% della fascia 35+. Il 60% degli intervistati afferma di avere una reazione collegata all’esposizione pubblicitaria online che spazia dal ricordo del brand, al click, alla ricerca di ulteriori informazioni.
Maggiore creatività
La maggior parte del campione ritiene che l’affollamento degli annunci online sia paragonabile a quello della televisione e allo stesso tempo considera i formati poco profilati e quindi non in linea con i propri interessi. Il 25% del campione intervistato è d’accordo però nel riconoscere agli annunci pubblicitari una maggiore creatività rispetto a quelli televisivi.