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Le dieci cose che non scorderemo del 2018: i Facts & Trends di DailyNet

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Fusioni e acquisizioni nel media e tra agenzie, una rinnovata Cannes, l’uscita di Sir Martin Sorrell da WPP, l’incursione di Amazon nella pubblicità, la nascita di UNA, il GDPR e tanto altro ancora

Va in scena oggi e domani a Milano la sedicesima edizione di IAB Forum, dal titolo “I Am Everywhere - Challenges of Mobile Society”. Come al solito il fulcro dell’appuntamento è rappresentato dalla comunicazione digitale, un settore che, dopo anni di crescita, vive ormai una fase di consolidamento, ma in un contesto di grande innovazione e fermento, soprattutto sotto il profilo tecnologico. La domanda c’è, ma l’offerta rimane concentrata e spesso gli editori soffrono questa situazione. Certo il peggio sembra passato, ma le incertezze politiche ed economiche, tanto a livello interno quanto internazionale, pesano e potrebbero alimentarsi ancora in vista delle europee in programma a maggio dell’anno prossimo. Per UPA, la stima di chiusura del mercato è dell’1,5%, nonostante il clima di scarsa fiducia che ha impatti sui consumi. Per quanto riguarda il digitale, a giugno il Politecnico ha previsto una crescita attorno ai 3 miliardi di dollari, in un mercato iper-concentrato. Ma cosa si nasconde dietro a questi numeri? E cosa è accaduto a livello locale e internazionale nel corso di quest’anno che si avvia alla sua naturale scadenza? DailyNet ha stilato i 10 Facts & Trends che non scorderemo.

1) Il Risiko nello scacchiere  media mondiale

Anche quest’anno il settore media è stato protagonista di una serie di fusioni e acquisizioni che ne hanno ridefinito gli equilibri a livello globale. Walt Disney è riuscita ad assicurarsi gran parte degli asset di 21th Century Fox per oltre 71 miliardi di dollari, vincendo così la battaglia con Comcast, la stessa società che è poi riuscita a rilevare il controllo di Sky. Inoltre, dopo quasi due anni, AT&T ha ricevuto il via libera all’acquisizione di Time Warner, oggi WarnerMedia. Che il capitalismo tenda alla concentrazione non è un mistero, ma la dimensione dei movimenti è stata notevole, senza contare alcune piccole operazioni come il passaggio di Time Magazine nelle mani di Marc Benioff, l’eclettico fondatore di Salesforce. L’obiettivo è ottimizzare i costi e creare sinergie su larga scala, in un contesto di forte digitalizzazione dell’offerta. Nel nostro Paese ci sono stati delle operazioni in ambito digitale, ma anche sul fronte della stampa: da venerdì scorso Panorama è in edicola pubblicato da La Verità, la società dietro l’omonimo quotidiano diretto da Maurizio Belpietro. Il settimanale, che da informativo diventa d’opinione, in precedenza era di proprietà del Gruppo Mondadori. Più numerose sono state le acquisizioni nell’area delle agenzie. A livello mondiale, ma anche tricolore, dove The Big Now è stata comprata da Dentsu Aegis Network. E secondo alcune indiscrezioni del nostro giornale, WPP potrebbe comprare Aldo Biasi Comunicazione.

2) Cannes riscopre la creatività.  E Publicis Italy festeggia

A giugno le agenzie creative sono tornate a riunirsi a Cannes, senza Publicis Groupe ma con una veste rinnovata per l’evento, di cui per la prima volta è stato rappresentante per l’Italia l’ADCI - Art Directors Club Italiano, che ha preso il testimone da Rai Pubblicità. Un format diverso, più vicino alla creatività e alle sue questioni, ma in cui la tecnologia e i grandi colossi del web, hanno giocato ugualmente un ruolo da protagonista. L’Italia si è portata a casa 22 Leoni, un discreto bottino e in crescita sulle 20 statuette dell’anno scorso, anche a fronte di un minor numero di lavoro presentati, ma senza Grand Prix. A dominare è stata Publicis Italy, con 13 Leoni grazie alle campagne pubblicitarie sviluppate per Diesel, il brand di Renzo Rosso che ha cominciato a collaborare con l’agenzia all’inizio dell’anno. DDB Italia ha totalizzato 4 Leoni di bronzo, una prestazione più che soddisfacente per l’agenzia.

3) AssoCom e Unicom insieme: nasce UNA

Alla fine il matrimonio si celebrerà. Le anticipazioni del nostro giornale hanno avuto conferma pochi giorni fa con una nota ufficiale: il matrimonio tra AssoCom e Unicom si farà. Nascerà UNA - Associazione Aziende della Comunicazione Unite, “unico” punto di riferimento per il mondo delle agenzie di comunicazione. A promuovere il progetto sono stati i rispettivi presidenti, Emanuele Nenna di AssoCom, e Alessandro Ubertis per Unicom, coadiuvati dai consiglieri di entrambe le associazioni. La definizione della governance seguirà ora i tempi tecnici per indire nuove elezioni, che si terranno presumibilmente a primavera 2019, e, fino ad allora, a guidare le operazioni sarà uno steering committee, di cui fanno parte oltre a Nenna e a Ubertis, anche Stefano Del Frate, Direttore AssoCom, Andrea Cornelli, Coordinatore di PR Hub presso AssoCom, Gianluca Bovoli, Vice Presidente Unicom, e Davide Arduini, Consigliere Unicom. È anche allo studio una nuova modalità di contribuzione, proporzionale ai fatturati, che garantisca la massima equità per tutti gli associati.

4) GDPR

Il 25 maggio è entrato in vigore il tanto atteso e temuto GDPR, il regolamento europeo che dopo più di quindici anni ha ristrutturato le normative in materia di privacy dei consumatori. Per il mondo della pubblicità le implicazioni sono state diverse, soprattutto nel campo del targeting, dove è richiesto l’esplicito consenso per le attività di tracciamento. Dopo alcuni scossoni iniziali, che hanno favorito attori più grandi come Google, il mercato sembra essersi riallineato e anzi, è proattivo nello sviluppo di nuove soluzioni. Prova ne sono gli investimenti sul fronte mobile, un ambiente che non dipende dai cookie e per questo immune dal GDPR. Il ricorso ai third-party data è calato e si stanno riscoprendo modalità come i second-party data in cui editori e inserzionisti condividono direttamente i dati al fine di migliorare la profilazione. Più in generale il GDPR non ha ancora portato a sanzioni, anche se alcuni giganti del web come Facebook sono stati invitati dall’Ue a fare di più per non incorrere in una multa. Insomma il GDPR non ha prodotto scossoni, ma ha accentuato alcuni cambiamenti in atto sul fronte pubblicitario. Ma per i consumatori cos’è cambiato?

5) Martin Sorrell saluta WPP

Ad aprile Sir Martin Sorrell ha rassegnato le dimissioni e ha lasciato WPP trentatré anni dopo averla fondata. Un percorso che l’ha portato a costruire un impero a colpi di acquisizioni: prima J. Walter Thompson, poi Ogilvy e Y&R, per arrivare alla nascita di GroupM, oggi la più grande agenzia media al mondo. Ora WPP ha un nuovo CEO, Mark Read, un veterano della holding che ha proceduto con le prime operazioni di accorpamento, tra cui quella da cui è scaturita VMLY&R. Per quanto riguarda Sorrell, che detiene ancora il 2% del capitale di WPP, il manager ha fondato S4 Capital, sbarcata sui listini azionari londinesi a fine settembre. La società ha già comprato l’agenzia di produzione digitale olandese MediaMonks, sborsando circa 300 milioni di euro. Secondo le indiscrezioni degli organi di stampa esteri, per accaparrarsi MediaMonks, Sorrell avrebbe sconfitto proprio la concorrenza di WPP. In Italia, il business di WPP viaggia in controtendenza e ha registrato una crescita organica tra il 5 e il 10% nel terzo trimestre. Il colosso britannico ha deciso di uscire da FullSix, di cui controllava ancora circa il 30% dopo il lungo braccio di ferro che aveva messo di fronte l’imprenditore Marco Benatti e lo stesso Sorrell. FullSix è passata nelle mani di Orizzonti Holding, un gruppo operativo in ambito GDO nel Sud dell’Italia.

6) Amazon rising star

Amazon è entrato a tutti gli effetti nell’Olimpo della pubblicità digitale statunitense: secondo eMarketer, il gigante ecommerce sarà il terzo più grande attore in termini di raccolta, dietro a Google e Facebook. I numeri sono ancora relativamente piccoli se paragonati a quelli dei rivali che lo precedono: Google dovrebbe fatturare più di 100 miliardi di dollari quest’anno, mentre Facebook dovrebbe superare di qualche lunghezza i 50 miliardi. Amazon ne prenderà una decina, ma il suo business pubblicitario sta esplodendo, con tassi di crescita del 130%. In questo senso l’ecommerce è favorito come destinazione privilegiata per cogliere l’intento in ottica search, uno dei business più lucrosi e allo stesso tempo corposi per Google. L’impressione è che Amazon continuerà a rafforzare la sua proposta in ambito advertising e le aziende dovranno strutturare la propria presenza. Per questo sono state fondate agenzie esclusivamente dedicate al canale o sono nate unit dedicate all’interno di diverse strutture di comunicazione.

7) Stories

Ormai è Stories mania. Il formato, inventato da Snapchat, sta guadagnando il favore del pubblico mondiale e italiano e gli inserzionisti stanno seguendo questa tendenza. A utilizzare le Instagram Stories sono 400 milioni di utenti al giorno, mentre per Snapchat il valore si attesta poco al di sopra dei 180 milioni di persone. E le Stories stanno acquisendo popolarità anche su Messenger, Facebook e WhatsApp, con i primi esperimenti promozionali che sono partiti da poco per le prime due applicazioni. L’impressione, tra gli osservatori, è che la transizione dal news feed alle Stories non porterà alla morte del primo, ma ricalibrerà gli equilibri interni alle piattaforme social. Le aziende devono capirlo e adattare i propri linguaggi di comunicazione alla verticalità e a contenuti dai connotati differenti. Agenzie, case di produzione, operatori e centri media devono comprendere questa trasformazione e guidarla.

8) Influencer Marketing

Prosegue lo sviluppo dell’influencer marketing, un settore che secondo Business Insider cresce a un tasso annuo del 38,5% e potrebbe arrivare a valere 7,5 miliardi di dollari nel 2022. In questo contesto l’influencer diventa esso stesso media e si lega all’immagine del brand, per seguire obiettivi che vanno dall’awareness fino alla vendita. Il settore ha fatto la fortuna di modelle come Kendal Jenner e la nostra Chiara Ferragni, e ha aiutato le aziende a parlare a un’audience mobile, social e giovane. Rimangono comunque dei nodi da risolvere: soprattutto riguardo a trasparenza e fake follower. Nel primo caso l’influencer è obbligato per legge a indicare la natura di un post, e nel caso sia promozionale, segnalarlo attraverso hashtag come #adv op #pubblicità. Nel secondo, i sistemi tecnologici sono ormai in grado di comprendere se il pubblico di un influencer è genuino o se, invece, è stato parzialmente comprato. Comportamenti che hanno portato aziende come Unilever e L’Oréal a congelare gli investimenti con quegli influencer che non soddisfano i requisiti, preferendo collaborazioni di valore e di lungo periodo. Il vantaggio dell’influencer marketing rispetto ai contenuti direttamente veicolati dai brand è riscontrabile soprattutto nella capacità di fornire maggiore engagement.

9) AI e Blockchain

La tecnologia nella pubblicità è una componente sempre più importante. Sono diverse le soluzioni che sfruttano l’intelligenza artificiale, come testimoniano gli investimenti effettuati da Google e Facebook in questo senso. Non solo, stando a una ricerca di Xaxis e IAB Europe, l’AI sarà la prossima rivoluzione industriale e potenzialmente può rivoluzionare il settore. L’AI è interpretata anche come facilitatore di operazioni di targeting, permettendo di raggiungere con maggiore facilità i consumatori al momento giusto e nel contesto più adatto. Per quanto riguarda la blockchain, per ora sono in corso i primi esperimenti. Un caso esemplare è rappresentato dalla partnership tra Toyota e Lucidity negli Stati Uniti: la collaborazione tra il brand automotive e la società di blockchain technology ha permesso di ridurre l’impatto delle frodi nelle campagne digitali. Toyota ha effettuato una campagna pilota con l’obiettivo di ridurre al minimo lo spreco di denaro: il risultato è un innalzamento del 21% delle visite al sito rispetto a operazioni simili, ma condotte senza il supporto di Lucidity. Una conferma delle potenzialità della blockchain.

10) UPA compie 70 anni

A luglio UPA ha compiuto 70 anni. L’associazione presieduta da Lorenzo Sassoli de Bianchi che riunisce gli utenti pubblicitari ribadisce il suo impegno per la crescita del settore e a settembre ha rilasciato la nuova versione del Libro Bianco per la Comunicazione Digitale con AssoCom, FCP Assointernet, Fedoweb, FIEG, IAB Italia, Netcomm, Unicom. I principali aggiornamenti riguardano nuove linee guida per la Brand Safety e la Brand Policy. Temi che evidentemente necessitano di ulteriori approfondimenti nell’attuale panorama della comunicazione, caratterizzato da tante sfide, ma anche da tante potenzialità. Tutte da cogliere.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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