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Sport Network ai Mondiali con i nuovi siti di Corriere dello Sport e Tuttosport

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La concessionaria presenta il restyling desktop dei portali delle testate: focus su UX e viewability. L’intervista al Chief Digital Officer, Sergio Abate, e al Direttore Digital Advertising, Carlo Pasquazi

Il Mondiale di Calcio in Russia è alle porte e, nonostante la mancanza della nazionale azzurra, l’Italia è pronta a seguire l’evento con grande passione. Lo sono i tifosi, senz’altro un po’ delusi, e lo sono soprattutto i giornali e i media tricolori. È il caso di Sport Network, la concessionaria del Gruppo Amodei, che è pronta a scendere in campo insieme al suo pubblico di lettori per raccontare la manifestazione in scena da giovedì 14 giugno al 15 luglio. Con tante novità: a partire dalle nuove release desktop dei siti internet di Corriere dello Sport e di Tuttosport, come raccontano a DailyNet Sergio Abate, Chief Digital Officer, e Carlo Pasquazi, Direttore Digital Advertising di Sport Network.

Partiamo dal restyling dei siti...

Sergio Abate: Si tratta di una normale operazione per il nostro Gruppo, che a cadenza biennale completa il restyling delle versioni online di Corriere dello Sport e di Tuttosport, il cui direttore editoriale è Ivan Zazzaroni. Il processo di rivisitazione viene avviato nel secondo semestre dell’anno dispari per concludersi a ridosso del grande evento calcistico estivo, in questo caso i Mondiali di Calcio in Russia. Per noi rappresenta un grande plus da proporre a clienti e partner interessati a legarsi ai nostri brand editoriali, perché così hanno a disposizione un sito più moderno e in linea con gli ultimi trend digitali. L’operazione di restyling, curata internamente dal mio team, si riferisce soprattutto alla user experience del consumatore con l’obiettivo di rendere la navigazione più semplice e veloce. Un circolo virtuoso che arricchisce il percorso dell’utente con contenuti testuali, immagini e video correlati e innesca un meccanismo di coinvolgimento e fidelizzazione che nei primi mesi dell’anno ha generato una media di 250 milioni di pagine viste per entrambe le testate (fonte Analytics, ndr). Il tutto in una logica di costante approfondimento della notizia. In termini numerici ci attendiamo dei risultati tangibili per la fine dell’anno, anche se chiaramente la stagione estiva è molto attiva sul fronte sportivo, anche al di là dei Mondiali. E in questo caso parlo di calciomercato, ma anche motori e altre discipline.

Carlo Pasquazi

Cosa cambia, invece, a livello pubblicitario?

Carlo Pasquazi: Fondamentalmente i formati pubblicitari sono rimasti gli stessi, sia lato piattaforma, sia per quanto riguarda la vendita diretta. Con l’aggiunta di alcuni formati native, più impattanti e perfettamente inseriti nel contesto editoriale, pensati per aumentare la performance e rispondere ai principali KPI richiesti dal mercato, su tutti la viewability, che in questo caso arriva al 100%. Dal punto di vista dei formati più classici, ossia riconducibili al segmento display, ci siamo adeguati agli standard della Coalition for Better Ads, escludendo alcuni Rich Media e ottimizzando il tutto sempre in direzione di soddisfazione dei KPI. Il progetto di restyling è stato accolto con grande interesse da sponsor di settore merceologici: hanno sposato l’iniziativa ben cinque brand delle aree automotive, media/editoria ed entertainment. Ci terrei, poi, a sottolineare un ulteriore elemento: la nuova veste del sito desktop è molto importante perché è da questo canale che ancora passa la gran parte degli investimenti dei nostri clienti. Ed è importante poter disporre degli strumenti più aggiornati e in linea con le richieste dei nostri utenti.

Parliamo dei Mondiali di calcio, come vi siete attrezzati per l’evento?

Sergio Abate: Abbiamo avviato una serie di importanti iniziative editoriali, su tutte vorrei evidenziare la produzione di format video direttamente dalla sede di Roma con i nostri giornalisti. Si tratta di prodotti di commento che puntano sulla qualità e sull’analisi approfondita. Il video è al centro dei nostri investimenti già da qualche anno ma il Mondiale ci dà un’ulteriore occasione per sfruttare questa forma di comunicazione, molto cara agli utenti e altrettanto agli inserzionisti.

Carlo Pasquazi: Devo dire che quando l’Italia non si è qualificata alla manifestazione di Russia è stato uno scossone. Ma il Mondiale c’è ed è l’evento sportivo più importante dell’anno. Sicuramente ci sarà grande seguito sui nostri mezzi, prevediamo aumento di traffico e, in generale, un grande grande coinvolgimento del pubblico. Per quel che riguarda l’offerta commerciale, abbiamo creato prodotti per tutte le tipologie di clienti e per tutte le tasche: si va dai pacchetti premium, riservati ai main partner che hanno sponsorizzazioni importanti, ai pacchetti che chiamiamo contestuali, ossia legati a contenuti editoriali che trattano varie tematiche - come food e finanza - molto appetibili per aziende non direttamente coinvolte con i Mondiali, con l’obiettivo di attrarre sponsor di varia estrazione, fino ai custom project legati in particolare a due concorsi che abbiamo varato, ai social e a un innovativo progetto chatbot. Nonostante l’Italia non partecipi al torneo c’è un buon fermento da parte dei clienti e dei centri media. Per questo vediamo l’evento come una grande opportunità e in tantissimi si sono già rivolti a noi, dall’automotive al tech, dalle banche al largo consumo, fino al beverage.

Sergio Aabate

A proposito di social, come utilizzate il canale?

Sergio Abate: Siamo molto attivi tanto da aver creato all’interno dell’area Publishing della concessionaria una vera e propria funzione Social che collabora a stretto contatto con la redazione digitale. Oltre alla normale veicolazione dei contenuti, puntiamo molto su short content che vanno a promozionare i nostri siti, portando traffico. Facebook e Instagram sono importanti veicoli di traffico, soprattutto il primo, anche dopo il recente cambio d’algoritmo che ci ha portati a rivedere la nostra strategia in una logica di mix tra post organici e contenuti paid. Quello che osserviamo è un trend di crescita costante, che ci auguriamo prosegua anche nei prossimi mesi.

Da poco avete lanciato una soluzione promozionale dedicata ai chatbot, può descrivercela in dettaglio?

Carlo Pasquazi: BannerBot è stata lanciata a marzo grazie alla partnership con HeJ!, società leader in Italia nell’intelligenza artificiale per il conversational advertising. L’obiettivo di formati pubblicitari con chatbot integrato è quello di stimolare gli utenti ad aprire un dialogo costante e duraturo con le aziende al fine di favorire una relazione diretta. BannerBot ci permette di cavalcare un trend importante e creare per i nostri clienti dei progetti con l’obiettivo di ingaggiare il più possibile i consumatori, creando un dialogo diretto azienda/utente, attraverso un semplice click. Sicuramente la soluzione, che rientra nel campo dei progetti speciali, richiede parecchia semina e per avere continuità c’è bisogno di tempo: occorre spiegarla bene a clienti e centri media, inquadrandola e tarandola su esigenze specifiche. Siamo in una fase di evangelizzazione, consci del grande valore che BannerBot può portare al mercato.

Vorrei affrontare con voi il tema degli esports, un settore ancora poco sviluppato, ma dalle enormi potenzialità. E di grande interesse...

Sergio Abate: Abbiamo lanciato un canale dedicato agli esports all’interno dei siti di Corriere dello Sport e di Tuttosport e abbiamo in concessione il sito Esporters.it. Siamo attivi su questo fronte da gennaio e stiamo registrando buoni livelli di traffico e di coinvolgimento. In particolare perché così riusciamo a raggiungere il target dei nativi digitali, altrimenti molto difficile da colpire. Abbiamo grande ottimismo per il futuro. Carlo Pasquazi: Mi ricollego a quanto detto da Sergio: per noi l’esports è un settore davvero importante. Sotto il profilo pubblicitario lo stiamo esplorando e siamo in contatto con altre realtà editoriali per allargare ulteriormente il network e avere un’offerta sempre più competitiva. Con grande attenzione alla qualità.

Infine, qual è l’andamento in questi primi mesi dell’anno?

Carlo Pasquazi: Siamo in linea con gli obiettivi digital che ci eravamo posti. Sicuramente ci aspettiamo un buon risultato sul Mondiale, e speriamo di chiudere positivamente, com’è accaduto negli ultimi quattro anni, dove ci siamo difesi abbastanza bene e abbiamo segnato una crescita importante della raccolta.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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