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Internet Motors: MotorK e IAB Italia raccontano il futuro dell’automotive

Autore: Redazione


Tra nuove tecnologie e campagne interattive, il settore automobilistico è sempre più digital, anche se i millennial italiani comprerebbero online di tutto, tranne l’auto. Gli investimenti online del settore pesano appena il 13%, a fronte di una quota di mercato totale in crescita del 30%

di Anna Maria Ciardullo

Internet Motors, giunto alla sua diciottesima edizione, è l’evento di riferimento per il digital automotive, organizzato da MotorK e IAB Italia come importante momento di confronto sulle dinamiche del mercato e la sempre più forte correlazione tra investimenti in tecnologia e campagne pubblicitarie digitali.

Spazio di crescita

A dare il benvenuto alla platea della seconda giornata dedicata a case auto e industry, ieri, sul palco Marco Marlia ceo e co-founder di MotorK e Daniele Sesini, direttore generale di IAB Italia.  «La partnership con MotorK è molto importante per IAB, attivo anche su settori verticali, tra i quali l’automotive si distingue come secondo settore per gli investimenti pubblicitari in Italia, con un valore di oltre 900 milioni di euro. Gli investimenti in digitale pesano ancora solo per il 13%, per cui, è un comparto interessante e anche dal potenziale di crescita ampissimo sul versante online», commenta Sesini.

Daniele Sesini
Il settore in dati

Per fare una panoramica del comparto è intervenuto Alberto Dal Sasso - managing director TAM & AD Intel - che ha presentato i dati relativi al settore automotive raccolti da Nielsen. L’Italia è un mercato ancora ristretto, 20 volte più piccolo di quello statunitense e un quarto di quello inglese, ma ha anche un grande spazio di crescita trainato soprattutto dal digitale. Nel 2016 il mercato pubblicitario valeva circa 8,2 miliardi di euro in crescita dello 0,4%, ma sono anni che questo dato rimane essenzialmente piatto. Il digital (+7,7% in linea con gli altri Paesi europei ) e la radio (+5,4% in linea con la media internazionale) sono gli unici a crescere e stanno anche confluendo molto tra loro, mentre la stampa (- 7,1%) e la tv (-1,6%)  continuano a faticare. Il digitale si porta dietro un terzo degli investimenti (29,8%) ma la tv attira ancora la maggior parte dei budget di comunicazione (45,8%). Sul totale digital, la search pesa il 34% e continua la crescita di social (+20,2%) e video (+13,9%). La quota di investimenti in digital nel 2016 era del 27,8%, quest’anno è cresciuta arrivando intorno al 30%.  Al 34,4% si attesta, invece, la crescita nel settore dei beni durevoli di cui l’automotive fa parte. Il comparto è cresciuto di più rispetto alla media del mercato del digital advertising (+8,8% nel 2017 e +9,4% nel 2018) con un peso sul totale mezzi di circa 1 milione. Dominano la tv con il 46,4% e il web (38,8%) dove il mobile pesa per il 33,4%. Video, social media, display e, soprattutto, search sono i canali sui quali investe maggiormente il settore auto. Secondo i dati riportati da Gianluca Melchiorre, sr industry manager automotive di Google, l’online search (94% di cui il 65% da smartphone) e il video (73%) sono i canali principali che influenzano la decisione di acquistare un’auto.   La quasi totalità delle aziende hanno cominciato a lavorare con YouTube, ma i video spesso sono ancora adattati dal formato televisivo e non creati ad hoc. Facebook si conferma il social network più utilizzato seguito da Twitter, con tutti gli altri molto più indietro, ma ci si aspetta un’ampia crescita di Instagram nel 2018.

L’audience non è più stagionale

L’audience del comparto automotive raggiunge quasi i 23 milioni di reach media (totale individui) e di 12,7 milioni sul web, dove vi è un maggiore peso dei target 35-40, mentre sul mezzo televisivo è più presente il target senior. Il dato interessante è che le audience hanno ormai una variabilità molto bassa a livello stagionale anche se questa tendenza ancora non è seguita all’unisono dagli investimenti che seguono molto, invece, le logiche di stagionalità tipiche delle strategie media più tradizionali.

La tecnologia influenza la creatività

Secondo Massimo Di Gennaro, sales director di Teads, la creatività sul digitale deve avere la capacità di intercettare l’attenzione dell’utente, toccando anche leve emotive. Dunque, affinché sia forte, è necessario che ci sia un elemento di interattività capace di premiare in termini di percepito di brand, di ad recall e così via; «la chiave è la capacità di innovare e proporre sempre nuovi stimoli in un mondo dove la comunicazione invecchia velocemente» spiega Di Gennaro. Concorda Corrado Massaro, head of sales di Oath, che sottolinea come migliori esperienze, guidino migliori performance. I dati consentono di costruire dei segmenti di interesse che possono essere via via affinati per veicolare messaggi rilevanti e personalizzati, i formati innovativi e la qualità dei contenuti fanno poi la differenza.

Artificial Intelligence e machine learning

Giovanni Miragliotta, direttore Osservatori Artificial Intelligence, industry 4.0, Internet of Things del Politecnico di Milano, ha presentato sul palco dell’evento i risultati del primo osservatorio sull’AI per comprenderne le possibili applicazioni sul mercato. La penetrazione è ancora bassa e il 50% dei progetti è ancora in fase di sperimentazione. Sono gli assistenti virtuali e i chatbot le tecnologie intelligenti più utilizzate e che trovano facilmente applicazione in tutti i settori, mentre l’uso dell’AI nell’automotive raggiunge appena il 7%. Ma la percentuale più ampia (35%) è riscontrabile nell’ambito dell’uso del machine learning per il data processing, con intensità di utilizzo che variano da settore a settore e che vede il suo picco nei comparti ricerca e sviluppo(29%), finance (29%), compliance and operation (36%) e marketing and sales (21%). Un esempio di come utilizzare l’AI, l’ha fornito Christophe Bize, vp data and mobile analytics di Ogury, spiegando la raffinata tecnologia proprietaria di targeting basato sul machine learning che permette alla company di avere un punto di vista privilegiato sull’intera customer journey.

Le sfide del retail

A Internet Motors piacciono le contaminazioni, per questo, sono intervenuti anche brand che operano in comparti affini come, ad esempio, il retail. Le sfide del retail condivise da tutti i settori indistintamente sono state individuate da Vanessa Venturin, capo progetto comunicazione, media e negozi di Le Roy Merlin, e sono tre: la necessità di sostenere il brand dove la concorrenza diventa sempre più agguerrita, interpretare le necessità e i desideri di consumatori estremamente diversi tra loro e poco fedeli (dove l’aiuto del dato è la chiave per adattarsi e creare comunicazioni efficaci) nondimeno, fornire un’esperienza omnicanale distintiva che prepari al meglio all’acquisto. L’utilizzo dei giusti dati, nel modo corretto è necessario per trovare nuovi clienti e mantenere gli altri, misurando sempre i risultati per ottimizzare le strategie che performano meno. Un’altra sfida del retail è quella di mantenere l’equilibrio tra web e spazio fisico. «Gli strumenti tecnologici cresceranno più velocemente rispetto alla capacità degli utenti di digerirli. Per questo, il processo di acquisto resta ancora un ibrido tra l’esperienza online e offline», commenta Marlia.

I millennials non si fidano del web

Il 63,2% degli under 35 non comprerebbe mai un’auto nuova online senza prima averla toccata con mano, dato che scende al 58% se si tratta di un veicolo usato. I millennials italiani, abituati a comprare online qualunque cosa, optano, dunque, per un comportamento più riflessivo quando l’oggetto in questione è l’auto. Dopo una prima ricerca online, puntano al test drive, alla visita in concessionaria e, a sorpresa, al confronto con un esperto. Sono questi i principali risultati di un’indagine condotta dai portali DriveK e Subito.

Burocrazia: meglio digital

Per il 61% di chi vuole l’auto usata questa è “solo” un mezzo di trasporto, percentuale che supera il 75% tra chi la cerca nuova. Siamo molto lontani dallo stereotipo di utilizzo della macchina come strumento di espressione del proprio status.  Il prezzo rappresenta, infatti, la variabile determinante per la scelta del veicolo (indicato da oltre il 90% del campione di DriveK) ben più forte dell’estetica del veicolo (68%) e del marchio (30%). Tra chi punta all’usato, il 47% dei millennial vorrebbe spendere meno di 10.000 euro. Se è vero che i millennial non hanno intenzione di acquistare online l’auto, il web resta comunque una risorsa fondamentale. Il 76% degli under 35 alle prese con l’auto nuova vorrebbe poter gestire le pratiche amministrative online, il 50% il finanziamento e il 34% le pratiche della permuta dell’usato. Chi sta cercando l’auto usata, invece, auspica un live stream del veicolo, magari con la consulenza in diretta del concessionario.

Partner

Top Partner di IAB Internet Motors sono stati AutoScout24, Eng4Auto, Facebook, Google e Teads; Oath, Ogury e Subito sono stati Premium Partner mentre Findomestic e Pentana Solution sono stati Event Partner. DailyNet ha partecipato in qualità di media partner.


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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