Interessato all’argomento tutto il settore che si occupa di media, editoria, tv e video, un comparto da 63 mila le imprese in Italia, con 245 mila addetti
Piattaforme digitali, canali tradizionali e corretta gestione dei contenuti audiovisivi a partire dalla tutela del diritto d’autore nelle nuove dinamiche di business. Sulla necessità di fare e chiarezza e trovare soluzioni su questo tema, si è svolto ieri mattina il nuovo convegno organizzato da Asseprim sugli asset intangibili in Unione Confcommercio, dal titolo: “L’Audiovisivo e le nuove evoluzioni. Diritti, proprietà, economie e nuovi business delle immagini e dei suoni in movimento”.
Creare un level playing field
Ospite d’onore il commissario Agcom, Francesco Posterano, presentato dal Presidente Asseprim Umberto Bellini, che ha aperto i lavori. “C’è la necessità di creare un level playing field, un campo di competizione livellato tra operatori tradizionali e operatori che veicolano il loro servizio via internet - ha spiegato Posteraro -. I primi sono oberati di obblighi che non gravano sui secondi. In particolare gli operatori di internet sono molto meno attenti alla tutela del diritto d’autore, necessaria invece per evitare che di inaridiscano le fonti stesse della creatività e che si depauperi il patrimonio culturale del nostro Paese”.
Il comparto dei media
Un tema, come ha precisato Bellini, che interessa il settore di media, editoria, tv e web con ben 63 mila imprese e 245 mila addetti. Comparto centrale in Lombardia, che è al primo posto con 51 mila operatori coinvolti (solo a Milano lavora il 51%) e 12 miliardi di fatturato, pesando quasi la metà sul totale nazionale (28 miliardi). “Proprio nel settore audiovisivo, da tempo - ha spiegato Bellini -, la nostra Federazione è attiva per sostenere il comparto che ha ottenuto e tutt’ora evidenzia un significativo sviluppo, in termini di fatturato e posti di lavoro. La convergenza di settori quali i media e le telecomunicazioni, uniti allo sviluppo tecnologico del digitale, stanno facendo aumentare i consumi di contenuti di tutte le tipologie. Pensiamo non solo al fenomeno delle piattaforme digitali, ma a tutte le produzioni per il web, documentari, filmati aziendali, che sono anche esse un patrimonio economico per le imprese che deve essere tutelato”.