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Editoriale Il Fatto mira a crescere in logica integrata: dopo FQ MillenniuM, arriverà il prossimo autunno la piattaforma tv

Autore: V Parazzoli


Il Gruppo di cui sono a.d. Cinzia Monteverdi e presidente Antonio Padellaro lancia il mensile diretto da Peter Gomez e guarda al modello-Netflix per un’offerta pay di contenuti che potrebbero comprendere anche film

Parte domani - come anticipato da DailyMedia di martedì scorso – l’avventura in edicola di FQ MilleniuM, il nuovo mensile di inchiesta e approfondimento diretto da Peter Gomez che va ad arricchire e integrare l’offerta del “sistema” de Il Fatto Quotidiano, con il quale sarà venduto in abbinata obbligatoria nel solo giorno di uscita a 5 euro, per restare poi in edicola per 4 settimane allo stesso prezzo. Ieri, in occasione della presentazione, cui hanno partecipato, oltre allo stesso Gomez, anche Cinzia Monteverdi, a.d., e Antonio Padellaro, presidente di Editoriale Il Fatto SpA, il giornale è stato definito “un monografico aperto, con un tema portante che sarà approfondito in tutte le sue sfaccettature, prima con inchieste e approfondimenti e, poi, con una parte più pop fatta di rubriche, interviste e reportage. Il tutto per indagare, di volta in volta, un mondo e il suo contorno”.

FQ MillenniuM ha una sua cifra stilistica e grafica molto particolare: articoli scritti come fossero romanzi, inchieste lunghe, approfondite e sorprendenti, una squadra di giornalisti investigativi in grado di coniugare scoop con uno stile narrativo che vuol far riscoprire il piacere della lettura, rubriche di grandi firme, immagini, infografiche e reportage, e uno scrittore al mese che regalerà ai lettori una sua particolare visione del mondo. Il progetto grafico ideato dall’art Pierpaolo Balani varierà a seconda dei contenuti, perché è pensato e costruito per aiutare il racconto, supportando visivamente i temi proposti. Insomma, nei propositi - definiti quasi “rivoluzionari”, perché sono quelli di incentivare il ritorno alla lettura di un giornale, tra l’altro rivolgendosi a un target anche più giovane di quello del Fatto Quotidiano stesso -  vuol essere un mensile da collezione, in brossura, stampato su carta pesante e pregiata, e che può essere letto oggi o domani perché fatto di storie non legate alla stretta attualità.

Antonio Padellaro, presidente di Editoriale Il Fatto SpA

Ci sarà un blog ma, quindi, intenzionalmente, non l’attivazione di un sito organico, mentre l’aspettativa diffusionale è di almeno 25.000 copie, con un ritorno netto per l’editore di 50.000 euro a numero dalla pubblicità. Della raccolta si occupa, come per il quotidiano, Sport Network, per conto di Publishare, cui il Gruppo è legato per i suoi prodotti cartacei fino a fine 2017. FQ MillenniuM, comunque, almeno per questo primo numero, ha destato un certo interesse da parte dei clienti, una ventina tra cui alcuni nuovi per il Gruppo, come Banca Intesa, per una trentina di pagine di inserito su una foliazione di 132. Il primo numero è stato tirato in 120.000 copie, e il lancio è sostenuto da una campagna - ideata da Frame by Frame - che, oltre ai media dell’editore, va su Tuttosport e Corriere dello Sport, in affissione nelle principali città sia su circuiti cittadini che nelle principali stazioni metropolitane (in collaborazione con Rapport, società di Gruppo McCann specializzata proprio nella pubblicità esterna), stazioni ferroviarie e aereoporti, spot da 30” su RMC, RMC 2, 105 e Radio Città Futura, e locandine e posizionamenti nelle edicole di tutta Italia. Il claim è: “Trenta secondi? No trenta giorni. Riprenditi il tempo per informarti davvero”.

In ogni caso, Padellaro e Monteverdi hanno detto chiaramente che se la “scommessa” non avrà riscontri, “non verrà per forza tenuta in vita”. I primi 4 numeri sono sicuri, poi si vedrà. In ogni caso, il nuovo periodico contribuirà ad aumentare la raccolta “cartacea” del Gruppo che, l’anno scorso, netto editore, è stata di 600.000 euro su un totale di 3,6 milioni, cifra in crescita del 20% rispetto al 2015. La raccolta digitale - per metà generata dal native, gestito internamente e, per l’altra metà, curata da AdUX (già HiMedia) - è in forte crescita: dopo il +40% dello scorso anno, viaggia nel 2017 al +25%, e l’obiettivo, sempre netto editore, è di arrivare a 3,5 milioni in questi 12 mesi, con un aumento invece a 700.000 euro di quella del quotidiano versione cartacea. Nei primi tre mesi del 2017, la raccolta è cresciuta complessivamente del 5% e, anche se aprile non è stato particolarmente brillante, l’obiettivo per l’anno intero è di incrementarla del 15% rispetto al 2016.

Contenuti video a pagamento

Durante l’incontro, Cinzia Monteverdi ha fornito anche alcune anticipazioni rispetto alla piattaforma televisiva che dovrebbe essere lanciata in autunno e sulla quale le redazioni del Gruppo stanno già lavorando negli studi della nuova sede di Editoriale Il Fatto, sotto il coordinamento di David Perluigi, già responsabile della web tv del Fatto Quotidiano. Il modello sarà quello di Netflix e, cioè, con contenuti a pagamento (intorno ai 10 euro/mese, quindi), che spazieranno dai documentari ai reportage e, sempre in logica di categorie, dalle inchieste all’intrattenimento, ai corti e, anche, ai film indipendenti frutto di eventuali co-produzioni. Non ci sarà pubblicità, mentre il product placement verrà curato internamente. Il nome non è stato ancora svelato, ma ci sarà un lancio pubblicitario, sviluppato sempre da Frame by Frame.

Il Gruppo ha approvato nei giorni scorsi il bilancio 2016, che evidenzia ricavi per oltre 26 milioni di euro, in crescita di 1 rispetto al 2015, con un utile netto di 500.000 euro, raddoppiato rispetto sempre all’anno precedente. Considerando che sta intensificandosi anche l’attività editoriale sul fronte dei libri, il Gruppo si sta dando quindi interessanti e ambiziosi obiettivi di consolidamento sul mercato come operatore integrato a livello di contenuti. Per questo, lo stesso a.d., non ha escluso che, tra un paio di anni, possa essere riconsiderata l’ipotesi di una quotazione, che era stata a suo tempo lasciata cadere, né ha escluso la disponibilità a valutare l’interesse a partecipare al capitale da parte di partner strategici che credano nel progetto, ma senza mire puramente finanziarie.


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Tv

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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