ABBONATI

Cannes Lions: come Gimlet Media ed eBay hanno trasformato i branded podcast in un media di successo

Autore: Redazione


Quali sono le caratteristiche che rendono un podcast uno strumento di comunicazione di qualità? Lo hanno spiegato Matt Lieber, president e co-founder di Gimlet Media e Claire Dixon, vp global communications di eBay

dalla nostra inviata a CANNES, Anna Maria Ciardullo
Il podcasting è riemerso come un media popolare per lo storytelling e la comunicazione, l’audience è in crescita del 23% dal 2013 e i brand lo stanno prendendo sempre in maggiore considerazione per le loro content strategy con una costante crescita degli investimenti. Il gigante del retail online eBay ha recentemente stretto una partnership con l’agenzia Gimlet Creative, fondata dai veterani di This American Life e NPR e di recente nominata da Fast Company come una delle dieci media aziende più innovative del mondo ad aver creato uno dei co-branded podcast ad aver ottenuto il maggior successo nella categoria. A inizio di settimana scorsa, Dentsu Aegis Network ha anche annunciato di aver rilevato una quota della sigla londinese. Il podcast Open for Business di eBay, infatti, ha rotto le barriere su ciò che potrebbe essere lo storytelling di marca e lo ha dimostrato scalando quasi immediatamente le charts. Al Festival Internazionale della creatività Cannes Lions, un incontro moderato da Jeff Beer, staff writer di Fast Company, Matt Lieber, president e co-founder di Gimlet Media e Claire Dixon vp, global communications di eBay hanno spiegato la loro ricetta per un podcast di successo, un misto di storie autentiche e un sottile lavoro di sponsorizzazione come modo per evidenziare la propria posizione sul mercato. «eBay è un brand saldo nell’immaginario collettivo che vanta un alto grado di riconoscibilità, si potrebbe tranquillamente dire che chiunque abbia qualche ‘eBay story’ da raccontare ma, nonostante ciò, c’è ancora molto la percezione che tutto ciò che si vende sulla nostra piattaforma rientri nella sfera del second hand o delle aste. Al contrario, l’80% di ciò che vendiamo è brand new e abbiamo pensato di usare i podcast per far passare questo messaggio soprattutto ai brand», spiega Dixon. «Quando eBay ci ha chiesto la partneship abbiamo pensato che fosse una piattaforma perfetta per raccontare le storie dei piccoli business e abbiamo studiato un narrative creative show rivolto principalmente a loro. Volevamo che fosse interessante ma con un messaggio utile e che avesse altrettanto un risvolto pratico per le imprese», continua Lieber. Le storie che animano i podcast devono essere rilevanti sia per i brand sia per chi le ascolta, non tutti i brand, infatti, sono necessariamente adatti per la creazione di storie audio brandizzate. I podcast possono avere successo solo se interessanti e adatte a questo media. Tutte le audicence sono difficili da raggiungere ma raccontando storie avvincenti con un punto di vista concreto e facilmente comprensibile (che nel caso dei podcast sono anche servite on demand e non in modo intrusivo) il livello di engagement sale vertiginosamente. «Ci vuole il coraggio di fare cose interessanti perché la chiave di volta per il successo di un podcast è il word of mouth che è capace di attivare», aggiunge Lieber prima di spiegare quali sono le caratteristiche principali a rendere un podcast un prodotto di successo. Secondo il creativo sono tre: la qualità dello storytelling, la capacità di offrire una companionship experience, letteralmente di farci compagnia come se fosse un passeggero che chiacchera con te in auto e, infine, deve insegnare qualcosa. Il time spent degli utenti si è spostato e anche i dollari si stanno spostando in questo momento di flessione del mercato positiva per i branded content, le percentuali di persone che segue i podcast in USA, ad esempio, è raddoppiata rispetto all’anno scorso. Il podcast stimola l’immaginazione perché non vedi nulla e questo è un’ottima opportunità per i brand di umanizzare il loro messaggio da servire rendendolo più efficace. «All’inizio dell’esperimento con questo nuovo media abbiamo pensato che sarebbe stato difficile, che forse avremmo dovuto parlare di più di eBay in modo promozionale tradizionale, altrimenti non avrebbe funzionato, ma abbiamo scelto di rischiare e i risultati sono stati moltissimi download che hanno portato tantissimi nuovi iscritti», continua DixonBeer, moderando la conversazione pone allora una domanda ai due speaker intervenuti: un podcast non può certo essere un semplice spot di 20 minuti, che promuove eBay in questo caso, ma ci vuole un equilibrio tra promozione e contenuto, qual è? «Nella prima stagione non abbiamo inserito alcuna ads - spiega Dixon -, ma abbiamo imparato che gli ascoltatori non sono disturbati da messaggi rilevanti così nella seconda stagione abbiamo aggiunto alcuni annunci audio ma solo di brand connessi con il nostro come FedEx ad esempio e ha funzionato, l’audience non ne ha risentito. Da una stagione all’altra abbiamo imparato molto», ha risposto la portavoce di eBay. Infine, prima di congedarsi i due hanno dispensato dei consigli per i brand che stanno considerando di usare i branded podcast nella loro content strategy: «Non puoi solo fare uno show bello, ma deve essere anche rilevante», risponde Lieber. «Credo sia una sfida che ha senso intraprendere solo se si trovano le giuste partnership, credo che siano la chiave di volta se non si ha un team interno dedicato». Anche la sua interlocutrice concorda, «raccomando caldamente i podcast ma serve un team forte per creare contenuti strutturati, non è sufficiente il solo team marketing, ci vogliono expertise dirette come la creazione di contenuti, serve tecnologia, microfoni, piattaforme, software e i tool sono importanti quanto l’expertise. I podcast non sono un contenuto che si presta bene al fai da te. Il valore dell’audience, però, è molto più alto rispetto a quello della radio perché è esattamente l’audience a cui tu vuoi parlare e che sceglie di fare opt in di sua spontanea volontà», conclude Dixon.

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy