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Spotify continua a crescere sull’onda di programmatic audio e artificial intelligence

Autore: Redazione


La società propone contenuti musicali personalizzati grazie a un algoritmo di AI, e aggiorna la sua offerta pubblicitaria potenziando programmatic e formati sui diversi device

Spotify domina da anni il mercato dello streaming musicale, ma negli ultimi tempi sta ritoccando al rialzo i suoi numeri. A livello mondiale, gli abbonati hanno raggiunto i 60 milioni, supportati da 140 milioni di utenti attivi al mese che passano sulla piattaforma, in media, due ore e mezza quotidianamente. La industry dello streaming musicale sta vivendo un momento d’oro, spinta dalla rinnovata attenzione delle associazioni di settore (whitepaper iab) e dell’interesse degli addetti ai lavori, con l’introduzione del programmatic audio e di investimenti su questa tecnologia che coprono oltre il 50% delle revenue pubblicitarie della società. DailyNet ha intervistato Luca Daher, sales director Italia di Spotify, per fare un punto sulle nuove strategie della società.

Qual è la situazione dello streaming musicale in Italia?

Già da qualche anno lo streaming digitale ha assunto buon volume e una certa rilevanza. Per quanto ci riguarda, però, è importante soprattutto la qualità degli ascolti. Ricordiamo spesso ai nostri clienti che non fa testo solamente ciò che ascoltano gli utenti, ma anche quando e come lo fanno. In altre parole, il contesto in cui fruiscono i contenuti. Riteniamo che il formato audio sia uno dei maggiori driver di crescita per il mercato digitale, perché al contrario di altre tipologie di contenuto mantiene la sua efficacia anche quando l’utente non ha gli occhi incollati allo schermo. Nella quotidianità, infatti, l’attenzione è spesso rivolta a qualcos’altro. La musica riesce a raggiungere gli ascoltatori anche come background per una qualsiasi attività.

Quali sono le potenzialità ancora inespresse da questo segmento?

Stiamo ponendo una forte attenzione all’aspetto dell’evoluzione tecnologica, specialmente sulle piattaforme che sfruttano udito e parola, che utilizzano l’artificial intelligence come supporto. L’audio si è arricchito di una serie di contenuti, e infatti alla musica, ora, si accostano per esempio i podcast. Si stanno dunque moltiplicando le opportunità per gli inserzionisti. Inserzionisti che, rispetto a due anni fa sono molto più esperti rispetto a questo segmento. Oggi infatti ne comprendono il valore, al punto che più del 60% dei nostri partner ha aggiunto formati di audio adv al loro planning su Spotify e più del 50% delle nostre revenue provengono dal programmatic audio, che ha avuto un’adozione sorprendente.

Come utilizzate, invece, l’AI sulla piattaforma a oggi?

L’artificial intelligence è da sempre uno dei nostri punti di forza. Puntiamo ad offrire, attraverso i nostri algoritmi, la user experience migliore possibile, sia nel proporre canzoni affini ai gusti degli ascoltatori, sia nel presentargli nuovi artisti. Il dialogo virtuoso con i consumatori ci porta vantaggi anche a livello pubblicitario, per la profilazione dei messaggi. Noi non consideriamo solo i dati socio-demo, ma riusciamo a capire cosa fa l’utente e come si sente. Con queste informazioni, i brand possono chiacchierare con i nostri utenti. Sapere di comunicare con un ascoltatore nel momento in cui lui stesso svolge l’attività più appropriata per recepire il messaggio porta a un’efficacia molto maggiore.

I contenuti musicali hanno il vantaggio chiave di poter essere fruiti nelle condizioni più disparate. Questo vi apre le porte dei device più differenti. Come vi approciate a queste nuove possibilità?

Stiamo lavorando per espandere il nostro raggio d’azione su Connected TV, console, vocal assistant e in-car entertainment. L’ubiquità è importante per coprire il maggior numero di contesti possibile, che ci servono a raccogliere i dati sulle attività di cui parlavamo prima.

Quali ruoli coprono desktop e mobile nelle strategie sulla vostra property?

Stiamo continuando ad assistere a un affinamento delle strategie di comunicazione. Per noi è un po’ tardi per concentrarsi sul concetto di device. È l’utente che guida: se è in target va individuato e raggiunto indipendentemente dal dispositivo. Poi, al nostro interno valutiamo anche i dati che raccogliamo dai device e applichiamo strategie relative a formati e attività.

Siete stati tra i primi a introdurre il programmatic audio. Com’è stato vissuto il processo di adozione? E che risultati ha portato?

Il primo comunicato stampa sull’argomento l’abbiamo rilasciato all’inizio dell’estate del 2016, e ci sembrava troppo presto per presentare un prodotto del genere al mercato italiano. Ora ci sono importanti competitor che hanno lanciato il programmatic audio, tra cui anche alcune radio. Lo IAB ha presentato da poco il whitepaper, e i discorsi sul tema continuano a crescere d’intensità e frequenza. Poche volte ho visto un trend diventare un elemento così diffuso in così poco tempo.

Come si è evoluta successivamente la vostra offerta adv?

Il mese scorso abbiamo aperto l’offerta programmatic video anche al mobile. Per ora, inoltre, applichiamo il programmatic audio solo su mobile, ma stiamo lavorando per espanderlo anche al desktop. Attraverso la nostra PMP, poi, possiamo utilizzare tutti i tipi di targetizzazione, legati anche alle attività e agli umori dei nostri utenti.

Spotify aveva annunciato la volontà di produrre show originali. Qual è l obiettivo strategico Dell occupare il campo dei video?

Testiamo continuamente nuove tipologie di contenuto e svilupperemo le nostre offerte video nel tempo

Quali potenzialità hanno i podcast al giorno d oggi? Come li usa spotify? Esistono già esempi di branded podcast in Italia?

I Podcast sono ora disponibili a tutti gli utenti di Spotify a livello globale. Siamo entusiasti del loro potenziale e continueremo a rafforzare il nostro catalogo nei prossimi mesi.

Avete lanciato due app (spotify for artist - rise) dedicate agli artisti. Volete entrare nella promozione musicale anche a livello di produzione?

Spotify ha recentemente lanciato la app Spotify for Artists per aiutare gli artisti ad ottenere il massimo dalla piattaforma. Rise è un programma per i talenti emergenti, che mira ad identificare e supportare artisti emergenti. Per quanto riguarda la produzione, al momento non possediamo diritti su canzoni, non siamo un'etichetta. Tutta la nostra musica è concessa in licenza dai detentori di diritti e paghiamo le royalties per tutti i brani su Spotify.

Come sta andando Spotify in Italia?

Siamo molto contenti che il mercato italiano stia meritando gli investimenti fatti da Spotify, il nostro team è in forte crescita e siamo felici di raccontare queste novità.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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