Alcuni degli elementi sui cui editori e brand sono chiamati a concentrare la propria attenzione
Video, mobile, dati, marketplace, attribution: sono solo alcuni degli elementi sui cui editori e brand sono chiamati a concentrare la propria attenzione nel 2016 secondo le previsioni di Aol.
La visualizzazione verticale
Secondo il guru del digitale, Mary Meeker, la visualizzazione di video in verticale rappresenta ormai il 29% del tempo totale speso sui nostri schermi. Una delle sfide che dovranno affrontare i brand che vogliono far leva sul video “in verticale”, è la volontà di investire per creare contenuti pensati per il mobile, o lavorare con partner che possano rieditare e riadattare gli spot televisivi in questo nuovo formato. Per Aol questa è un’opportunità per trovare nuovi modi di coinvolgimento del pubblico e avere una nuova leva di monetizzazione dell’inventory video.
Mobile Experience
Il 2016 per Aol sarà l’anno in cui ci si concentrerà per rendere la Mobile Experience più qualitativa. Il consolidamento di piattaforme pubblicitarie tecnologiche per mobile continuerà nel 2016 con clienti che guarderanno con crescente attenzione alle piattaforme omnicomprensive. I pubblicitari e i brand cercheranno modi efficaci ed efficienti per gestire e distribuire i messaggi curando tutti gli aspetti delle campagne digitali. L’attribution a livello utente dimostra quanto i brand abbiano sottovalutato il mobile – i brand che l’hanno utilizzata subito hanno di molto aumentato gli investimenti su questo mezzo. L’attribution era la barriera principale per lo spostamento dei budget verso questo device. Man mano che questa feature viene resa disponibile sul mercato a livello di utente, si vedranno nuovi investimenti sul mobile poiché gli inserzionisti possono collegare direttamente le impression con gli investimenti fatti e possono apportare correzioni nelle campagne in base ai risultati in tempo reale. Aol prevede una rapida crescita dei private marketplace nel 2016. Questo tipo di scambi sono cresciuti ben oltre le aspettative originarie e sono diventati veri meccanismi in grado di soddisfare le vendite dirette.
First-Party Data: sempre più importanti
Utilizzare dati proprietari, first-party, risulta essere molto più efficace che aggregare e combinare dati indipendenti di terze parti. Un’opportunità accessibile a tutti grazie alla disponibilità di tecnologie sempre più agili.
Soluzione all’Ad Blocking? Migliorare la creatività
L’ad blocking ha dominato i titoli dei media per buona parte del secondo semestre del 2015, ma le barriere reali al click sono un insieme di diversi fattori di cui l’ad blocking è la punta dell’iceberg. Questo fenomeno ha di fatto posto l’accento su un problema latente. I clienti stanno dicendo agli inserzionisti e agli editori che l’esperienza fornita è scadente - e vorrebbero si facesse qualcosa in merito. La metà - se non di più – delle ragioni dell’ad blocking devono ricercarsi nell’industria pubblicitaria nel suo complesso. Da tutti i punti di vista: dagli annunci troppo pesanti o troppo lenti, alla creatività non appropriata per il tipo di mezzo, alla mancanza di alta qualità, di pertinenza, o di targeting mirato.
Data Science
Solo perché si possiedono dei dati, non significa che ci sia bisogno di usarli. E se si è bravi ad usarli, potrebbe anche non essere necessario farne un grande uso. Quindi, secondo Aol, l’utilizzo della parola “Big Data” non è pertinente quando si vuole definire la “Data Science”, ossia ottimizzazione e previsione delle attività di marketing basate sull’analisi di dati. Magari non si può diventare una grande società di dati, ma si può diventare una società che fa grandi cose perché in grado di sfruttare i dati e la data science nel migliore dei modi.
Multi-touch attribution & media mix modeling
Multi-touch attribution (bottom-up) e media mix modeling (top-down) due concetti, finora in rotta di collisione, costituiranno un modello unificato che rappresenterà il mega trend nel 2016. I grandi brand stanno studiando la multi-touch attribution per capire come possa in futuro aiutarli materialmente a ottimizzare la spesa pubblicitaria. La tecnologia esiste già, ma è il cambiamento organizzativo e la volontà di abbattere i silos all’interno di agenzie e società che renderà possibile usare e attivare questi strumenti, invece di guardarli soltanto su una dashboard dall’aspetto accattivante. Molte realtà si sono già rese conto che non ha più senso avere un team che si occupa di mobile, uno di social, uno di display, e uno di search. Secondo Aol si possono avere degli specialisti, ma non bisogna gestirli separatamente oppure misurare il ROI separatamente, perché l’azienda non ne beneficerà.