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Video, alcune riflessioni in vista dello Iab Seminar in programma domani al MiCo

Autore: Redazione


Il settore traina la crescita degli investimenti pubblicitari ed è ormai sempre più mobile. E, oggi, la sfida più grande si chiama creatività

Per l’intera industry pubblicitaria la parola dell’anno è, senza dubbio, “Video”. Una vera e propria mania che è entrata prepotentemente negli smartphone, dopo essersi affermata, sempre con grande fortuna, sui più grandi schermi dei PC. Aiutata dall’avanzata dei social, questa moda non accenna a fermarsi e sta guadagnando il favore degli investitori pubblicitari che sempre più spesso veicolano i propri budget digitali per sviluppare operazioni video. Un ritorno alla creatività, soprattutto laddove occorre ragionare su grandezze più piccole, vale a dire quelle dei nostri inseparabili cellulari. Nel rapporto tra video e mobile, poi, il 2016 rappresenta un anno spartiacque: secondo Zenith, infatti, a livello globale la fruizione dei filmati avverrà principalmente tramite dispositivi mobili (smartphone e tablet), con quasi 20 minuti al giorno, rispetto ai 16 attraverso dispositivi fissi (sia computer fissi, sia smart TV). Una forbice che è destinata ad allargarsi negli anni grazie alla diffusione di cellulari dotati di display più grandi e a infrastrutture di connettività più sofisticate. antonella-la-carpia Antonella La Carpia

Gli investimenti nel nostro Paese

  Spostando l’attenzione al nostro Paese e al mercato pubblicitario, il Politecnico di Milano non ha dubbi: è il video a trainare lo sviluppo della spesa sui canali digitali. Con una stima di crescita del 34% a quasi 500 milioni per quest’anno, il settore è uno dei più importanti in termini di budget, anche se non è ancora in grado di scalfire la leadership della search. Se poi si scende nel dettaglio, riferendoci però ai soli dati disponibili relativi all’anno scorso, si scopre come la fisionomia degli investimenti in video advertising online sia caratterizzata da uno sbilanciamento verso gli Over The Top, una tendenza comune a tutto il mercato. Nel 2015, infatti, la raccolta video è stata pari a 364 milioni di euro. Come spiega il PoliMi, questo dato è la somma di due componenti: da un lato, la raccolta derivante da YouTube e dai social network, che nel 2015 vale circa i due terzi del totale video e cresce del 40% circa; dall’altro lato, la raccolta sui siti degli editori italiani e sui portali verticali, che vale un terzo del totale ed è complessivamente stabile in valore assoluto. Altri temi, al centro dello Iab Seminar Video, saranno il programmatic e soprattutto la creatività. Una creatività che evolve e rappresenta la base di un innovativo storytelling, che apre relazioni inedite, ingaggianti e durevoli tra utenti e consumatori, in un contesto di crescente complessità.  

Protagonista d’eccezione: la creatività

  Come ha recentemente affermato il consigliere Iab, Antonella La Carpia, a DailyNet «Quest’anno i temi guida dell’evento dedicato al video sono essenzialmente tre: le dinamiche di distribuzione cross screen, lo storytelling e la creatività». E proprio in riferimento alla creatività, nel contesto attuale si presenta come un fattore fondamentale per la riuscita e il successo di una comunicazione video online. Sono finiti i tempi in cui il ritornello “Content s king, Distribution is queen” dominava il mercato, oggi le prospettive si sono evolute, sono diverse. Le prime realtà che dovrebbero cogliere questo messaggio sono le agenzie che, partendo da questa base, saranno in grado di dar vita a comunicazioni di qualità, creando di conseguenza maggiore engagement e offrendo un’opportunità di sviluppo per le strategie di marketing dei brand. Non a caso nel Seminar di domani sarà questo il fil rouge dell’intera giornata, senza comunque tralasciare altri aspetti altrettanto importanti del comparto video, come le dinamiche di distribuzione. L’obiettivo, dunque, sarà sviluppare il concetto di video a 360 gradi.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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