L'executive chairman di Alphabet ha parlato di filmati, di Google, di YouTube e della percezione che i consumatori hanno del marchio. Diversa da quella delle autorità regolatorie europee
L’executive chairman di Alphabet Eric Schmidt, incalzato dalle domande di Mark Thompson, presidente e ceo del New York Times Company, commenta così, con soddisfazione, il primo posto di Google nella classifica dei brand più dinamici stilata da IPG Mediabrands: «Essere dinamici significa avere una strategia chiara da perseguire nell’oggi e guardare con spirito critico e lungimiranza al domani». Le company che nello speciale ranking occupano le prime posizioni - Google e Amazon - sono tutte native digitali e la maggior parte dei marchi presi in considerazione si definiscono tech company. «Per voi essere dinamici è quasi naturale, la trasformazione e lo spirito d’adattamento ai trend fa parte del DNA», lo incalza Thompson. «Già oggi per le cosiddette traditional company la strada è ampiamente spianata verso una loro reinterpretazione in chiave digitale, sull’esempio di quello che già han fatto le tech company e in futuro non escludo che anche loro possano trarre benefici dall’adottare un tale approccio. Anzi, sarebbe auspicabile», spiega Schmidt. Il chairman della più grande e influente società al mondo ha inoltre fatto luce sul fatto che per ottenere un tale successo è necessario saper diversificare il proprio business, pur non tralasciando comunque le attività core, in questo caso la search. Eric Schmidt li ha definiti “hobby business”, nei quali la company ha investito molto negli anni indietro e ora ne sta raccogliendo i frutti. «Essere impegnati in diverse aree ci ha aiutato e fortificato, tanto che oggi i new business sui quali stiamo lavorando sono tra i 6 e i 7 e tutti stanno crescendo», precisa. E non è difficile credergli, basti pensare che dalle parti di Mountain View un business viene definito tale quando raggiunge i 250 milioni di revenue. «Questo approccio al lavoro fa parte del nostro modus operandi, certamente aiutato dalla stabilità che una società come la nostra può garantire, ma soprattutto incentivato dall’attenzione verso il cliente che per noi viene prima di tutto». «Nonostante i problemi soprattutto in Europa che Google sta incontrando a livello giuridico i consumatori continuano a dare fiducia a questo brand e ne appoggiano tanto il pensiero quanto il lavoro», è intervenuto Jonah Berger, associated professor of marketing all’Università della Pennsylvania. E i numeri parlano chiaro, tanto che nel nostro Paese sono oltre il 90% degli utenti ad accedere a internet attraverso Google.
YouTube e la strategia video
Che il video fosse un driver fondamentale e strategico già era chiaro, così come si sapeva che una parte importante del business di Google proveniva dalle attività della sua piattaforma video YouTube, «che qui a Cannes vogliamo valorizzare in modo particolare, lanciando anche qualche importante novità», spiega l’executive chairman. Se c’è stato un periodo storico, a cavallo tra anni ’70 e ’80, nel quale le persone hanno subito il fascino della parola scritta, riscoprendosi “textly” come fa notare il moderatore Thompson, oggi le cose sono cambiate: «Sono sempre più sorpreso di quanto il video stia avendo successo tra gli utenti, con un tasso di penetrazione e di engagement superiore a qualsiasi aspettativa - continua Schmidt-. I Millennial oggi richiedono immediatezza e un’interazione continua, cose che una piattaforma video come la nostra può tranquillamente offrire. E non è un caso se le YouTube Star stanno avendo un successo paragonabile, o forse maggiore, alle star dello show business tradizionale: se da un lato hanno innegabilmente talento da vendere, dall’altro la piattaforma video le aiuta a essere più enganging e quindi ottenere un maggiore riscontro di pubblico», commenta. Dunque, la strategia - l’intuizione di 10 anni fa di comprare YouTube - e un prodotto “strong” - una crescente interattività con gli utenti - hanno reso grande e importante Google sul lungo periodo portandolo ad anticipare quello che oggi è uno dei trend di mercato più forti e decisamente inarrestabili.