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Vanity Fair: volano le diffusioni in edicola con i numeri del lockdown, sul digitale 10 milioni di impression

Autore: S Antonini

Simone Marchetti


Il direttore Simone Marchetti spiega come il settimanale sia un network di contenuti in grado di coinvolgere con carta, web e social; la versione “Quarantine” del festival “Stories” sfiora i 2 milioni di contatti

Paradossalmente, la clausura imposta per fronteggiare l’epidemia di Covid-19 sta spingendo le diffusioni in edicola, nonostante il ricorso massiccio all’informazione online e alla comunicazione digitale. Il fenomeno investe il settimanale di Condè Nast Vanity Fair, che da quando il Paese è in lockdown esce temporaneamente con una periodicità quindicinale. Il numero #iosonoMilano dell’11 marzo 2020, primo uscito dopo la chiusura per l’emergenza ha registrato una crescita del 62,4% delle vendite rispetto all’anno precedente (in Lombardia è stato distribuito gratuitamente anche negli ospedali, ndr); quello successivo del 25 marzo, intitolato #IOCISONO il cui ricavato è stato devoluto all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha avuto un incremento del 78,5%.

Da ieri è in edicola il nuovo numero dedicato ai sogni, con la copertina rielaborata da Dane Shue della Saatchi Gallery che ritrae John Lennon, mentre il numero precedente, di cui non sono ancora disponibili le performance di vendita, riportava un’opera di Francesco Vezzoli che ritraeva la bandiera italiana.

Da magazine a network

«Abbiamo scoperto che questa emergenza ha spinto la gente a ricercare la qualità, le storie e l’aderenza alla realtà che stiamo vivendo. Ci siamo detti: non alimentiamo la paura, ma raccontiamo questa situazione alla nostra maniera e cerchiamo di guardare sempre oltre, sfruttando tutti i mezzi a nostra disposizione: giornale, sito, social».

Il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti spiega le ragioni di questi risultati: «Il lockdown rappresenta per noi una accelerazione del processo di trasformazione da magazine a network, attivato già da tempo, con la consapevolezza che la tradizionale separazione tra diverse piattaforme è superata. Quando lavoriamo alla realizzazione del numero lo pensiamo già declinato sui vari mezzi video, social, web, cartaceo».

Un esempio di questa sinergia lo offre l’esperimento effettuato in occasione dell’uscita di #iosonoMilano: i lettori potevano scaricare una gif con una mascherina che potevano applicare alla propria foto profilo social per condividere la loro solidarietà con il nostro Paese.

«Questa idea è stata ripresa da tante persone tra cui celebrità internazionali rafforzando il messaggio e anche spingendo all’acquisto tanto è vero che il numero dopo il pubblico è tornato a comprare. C’è una grande fame di informazione ma non la si soddisfa più con il solo prodotto cartaceo, bensì con un network di offerte». La modalità di pubblicazione ogni due settimane dovrebbe terminare a giugno, ma la periodicità dipenderà anche dai temi, «se meritano di rimanere in edicola più tempo».

La sinergia con il digitale

Benché i rapporti umani siano insostituibili in generale, e nel lavoro editoriale in particolar modo, il digitale ha dimostrato di essere uno strumento indispensabile di lavoro ma anche di nutrimento per le relazioni in un momento di forzata separazione fisica.

Sul fronte dell’offerta digitale, Vanity Fair ha registrato – con i tre numeri del lockdown fino a oggi – oltre 10 milioni di impression e un livello di engagement di 4,5 milioni di persone. L’edizione “Quarantine” del Festival “Vanity Fair Stories” in onda su Instagram con i racconti delle celebrities che si confessano al pubblico del settimanale ha raggiunto quasi 2 milioni di contatti: «Il format prende una forma contemporanea che manterremo oltre questa emergenza. Abbiamo scoperto una nuova modalità, semplicemente mettendoci in ascolto dei bisogni dei lettori e siamo riusciti a catturarne altri».

Crescono gli abbonamenti digitali grazie all’operazione di download gratuito “Vanity Fair for you” (+15.600) e all'accordo con Vodafone (+37mila). Grazie al nuovo modo di pensare al giornale «abbiamo raggiunto una platea internazionale e numeri incredibili, è evidente che non torneremo indietro – continua Marchetti -. Questi risultati sono frutto della lungimiranza dell’amministratore delegato Fedele Usai, della sua visione modernista capace di abbracciare il cambiamento e il rischio. Inoltre devo ringraziare la nostra squadra, con la redazione e i vice direttori Malcolm Pagani e Cristina Lucchini, che ha capito quali sono le sfide da affrontare».

Il numero in edicola

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Se i numeri precedenti sono stati dedicati a Milano, all’Italia, a coloro che stanno combattendo questa lotta globale in prima linea e alle imprese italiane, il nuovo numero di Vanity Fair, in edicola da ieri 22 aprile parla di sogni. Il settimanale ha chiesto ad alcuni grandi interpreti del nostro tempo di leggerne lo spirito e di trasformarlo in visione, in futuro, in prospettiva. Scrittori come André e Manuel Vilas, musicisti come Claudio Baglioni, stelle del cinema come Pierfrancesco Favino e Alice Rohrwacher e altri protagonisti delle arti e dell’impresa hanno disegnato le loro raccontando un tempo inedito, scrivendo in prima persona e immaginando un mondo nuovo in cui niente sarà come prima. Un mondo in cui superare la riflessione di Hegel «Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia è che dalla storia l’uomo non ha imparato niente» e non dissipare la lezione nascosta in queste settimane di dolore, passione e speranza.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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