Content is king, context is emperor: si può riassumere così l'intervento del ceo di Socialdeviant Marc Landsberg al Festival di Cannes
Snapchat e Periscope non hanno una timeline, Facebook ha recentemente introdotto il servizio Live e, non solo per questo, lo si può definire a buona ragione una real time platform. La costruzione e le strategie introdotte dai vari social network, dall’inizio o in corso d’opera, vanno in un’unica direzione e sono emblematici di un fatto: il web è un luogo sempre più effimero e lo storytelling deve adattarsi. E questo lo si deduce facilmente dal modo in cui gli utenti fruiscono dei contenuti. «A questo proposito, mi faccio una domanda - ha esordito al Festival di Cannes Marc Landsberg, founder e ceo di Socialdeviant-. Come fanno i brand a creare messaggi che possano avere una certa durata online, quando gli stessi messaggi sono creati per auto distruggersi in 3,2,1…?». Landsberg ha mostrato diverse slide nelle quali è emersa chiaramente la contraddizione tra il modo di agire dei marketer e le esigenze dei consumer, due mondi che viaggiano parallelamente e sembrano non riuscire a trovare un punto d’incontro. «Ma, a ben vedere, in questo incessante rincorrersi esiste un touch point che mostra come i brand possano comunicare in modo costruttivo con una realtà così effimera. E dirò di più: c’è la possibilità di veder crescere un rinnovato concetto di creatività e una nuova generazione di creativi», spiega il ceo di Socialdeviant. Ecco quali caratteristiche dovrebbe avere oggi un contenuto per sopravvivere nell’ephemeral web:
- da un lato deve essere rilevante per un determinato target di persone, dall’altro deve tener conto delle tendenze culturali e sociali in atto in quel preciso momento;
- deve essere scritto non da un “publisher”, ma da un partecipante a quella stessa community: ciò significa entrare in stretta sinergia con il gruppo di persone di riferimento per capire le loro esigenze e il momento adatto per inviare il messaggio, solo nel caso in cui la sua pubblicazione ne valga realmente la pena;
- “content is king, context is empereor”: investire budget non a flusso continuo bensì solo quando si percepisce che il contesto lo permette e può garantire una performance.
«Dunque - conclude Landsberg - i brand devono sapersi adattare a tendenze, audience e contesto di riferimento per ottenere il massimo da piattaforme che, per loro natura, non possono garantire successi sicuri e duraturi. Solo così le strategie avranno dato i loro frutti».