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Mindshare conferma per il 2016 una chiusura a +2,9%

Autore: S Antonini


I primi cinque mesi in crescita del 5,2%; la centrale guidata dal chairman & CEO Roberto Binaghi l’anno scorso ha raggiunto i 650 milioni di billing

Nel 2016 gli investimenti pubblicitari saranno in crescita. Anche GroupM conferma le previsioni già avanzate da UPA e Nielsen sugli andamenti della spesa in comunicazione, con una stima di incremento del 2,9%, vicino quindi al 3% indicato dall’associazione degli utenti e dall’Istituto di ricerca. La holding media di WPP indica inoltre per i primi cinque mesi dell’anno un delta positivo del 5,2% che, al netto di social e search si attesta al 4,4%. Questo, grazie all’ipotesi che aprile si sia chiuso al +6,3%, con una crescita attesa per maggio invece del 3,3%. Un incremento del 3% circa a fine anno significherebbe riportare il monte investimenti a quota 7.621 milioni di euro: «In crescita per il secondo anno consecutivo, anche ancora lontano dal livello che riteniamo dovrebbe avere il mercato» ha commentato Roberto Binaghi, chairman & ceo di Mindshare che ha inaugurato martedì 24 maggio la stagione 2016 degli eventi a marchio “Purple Program” con il convegno “Comunicazione. Distribuzione. Marca. L’Italia che riparte”. I big spender hanno rallentato, la "pancia" del mercato tiene La stima di chiusura, «se il mercato tornasse a considerare il media come una leva strategica di marketing e non una fonte a cui attingere» si aggirerebbe sugli 8.535 milioni di euro. Manca insomma un miliardo di euro che renderebbe lo spending del nostro mercato più in linea con l’andamento del Paese. Si alzerebbe anche la spesa media pro capite, avvicinandosi ai livelli della Francia, che è il mercato più vicino al nostro. Come già più volte detto, dal 2007 al 2015 il mercato pubblicitario italiano è passato da un valore complessivo di 10,5 miliardi a poco più di 7,4, perdendo 3 miliardi, pari a circa il 29% del valore. «E’ come se – dice Binaghi – fosse andato perso il budget di un Paese come l’Olanda». Facendo un confronto con altri mercati europei, l’Italia ha mostrato la peggior capacità di reazione, posizionandosi alle spalle di Francia, che nel periodo preso in considerazione ha perso il 10% degli investimenti, Germania, -2%, e UK che, pur partendo dietro a quest’ultima, ha realizzato una crescita del 14%. Com’è successo? Fast moving, auto e tlc da soli rappresentano 1.500 milioni di investimenti, la metà dei 3 miliardi che mancano al mercato della comunicazione. Tutti i settori sono calati, tranne distribuzione e farmaceutici, e in generale si nota una forte sofferenza nella parte “alta” del mercato, tra le aziende big spender che, dal 2007 a oggi, sono passate da un investimento medio di 62,3 milioni a 48,1, con un calo del 23%. I piccoli investitori hanno diminuito la spesa del 13%, mentre chi ha tenuto meglio in questi anni di crisi è stata la “pancia” del mercato, quelle aziende che investono tra 1 e 25 milioni, in crescita del 2%, passando da 4,4 a 4,5 milioni. Ma a un calo degli investimenti media del 29% non corrisponde un altrettanto severo calo dei consumi, scesi del 5,6% nel periodo preso in considerazione. In questo contesto si inserisce inoltre – argomenta sempre Binaghi -  una riduzione del costo degli spazi pubblicitari del 12,6%, dovuta all’effetto combinato tra la deflazione nei listini delle concessionarie offline e una crescita del 25% del web nel marketing mix, senza effetto deflattivo. Secondo questi indicatori «il calo fisiologico del mercato avrebbe dovuto essere del 18%, 1.000 milioni in meno rispetto a quanto effettivamente è venuto a mancare». Cauto ottimismo per un mercato "convalescente" Sempre per Binaghi, le aziende hanno affrontato la crisi con troppa ansia, adottando un atteggiamento “a breve termine” che si è tradotto in un eccesso della riduzione dello spending. «Se le grandi aziende in Italia tornassero a investire in modo strategico, potremmo assestarci su livelli di mercato europeo, in particolare vicino alla Francia, con una spesa pro capite non troppo dissimile. E’ davvero un peccato che, contrariamente a quanto avviene in altri Paesi, le grandi aziende in Italia non supportino adeguatamente le loro marche. Il pericolo di essere superate da competitor più lungimiranti, che appartengono alla fascia media del mercato, è tutt’altro che remoto». In definitiva, Binaghi, si dichiara «moderatamente ottimista» rispetto a un mercato che continua comunque a definire «convalescente» e rispetto al cui andamento bisogna sempre fare per ogni mese il confronto con l’analogo periodo del 2015, specie riguardo all’autunno che, sempre l’anno scorso, è stato positivo. «Ad esempio – ha continuato – Europei e Olimpiadi danno delle buone prospettive a Rai e Sky ma, poi, bisognerà vedere se genereranno davvero una raccolta incrementale. La crescita attesa per questi 12 mesi è ovviamente trainata dalla tv, ma bisogna chiarire che non è anomala la sua quota sul totale della spesa, quanto invece lo sono quelle degli altri mezzi, compreso il digital, che cresce ma rappresenta una cifra assoluta ancora lontana dagli altri mercati europei di riferimento. Radio ed esterna vanno bene, ma dovranno confrontarsi con il già buon risultato del 2015 mentre, infine, per la stampa, si può parlare solo di un tasso di ulteriore erosione un po’ meno pesante. In ogni caso, siamo al decimo mese consecutivo di crescita e, questo, grazie alla domanda, mentre perché ci sia un incentivo a questo trend anche da parte dell’offerta bisognerà forse aspettare che vadano a regime tutte le operazioni di aggregazione tra editori cui stiamo assistendo in questo periodo». Per quanto riguarda da ultimo le aspettative per Mindshare, che ha registrato un billing di 650 milioni lo scorso anno, sono di riuscire a performare meglio del mercato.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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