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ComScore, l’Ad Blocking è ridotto ma colpisce target importanti

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Dall’intervento di Fabrizio Angelini, ceo di Sensemaker, società che rappresenta comScore in Italia, emerge anche il predominio delle Over The Top nel mercato italiano

Tra le testate nazionali e internazionali sono in molti a indicare i problemi a cui devono fare fronte i publisher. La direzione verso cui puntano le dita degli esperti sono principalmente due, considerate vere e proprie piaghe per il marketing digitale contemporaneo. Questi spauracchi si chiamano “ad blocker” e “traffico invalido”, e Fabrizio Angelini, ceo di Sensemaker, che rappresenta comScore in esclusiva per l’Italia, è stato molto chiaro nel fotografarne la situazione durante il convegno di presentazione della Ricerca dell’Osservatorio Internet Media, organizzato dal PoliMi.

Ad blocking

L’adozione di queste tecnologie è un grosso problema, ma in alcuni Stati pesa più che in altri. Se in Germania sono il 37% degli utenti desktop a utilizzarlo, in Francia sono 30 su 100, in Usa 18 e in Italia “solo” 13. E la percentuale di adopter sui dispositivi mobili, nella Penisola, è ancora più bassa. Va però considerata la fascia di popolazione che lo utilizza: «la maggior parte di quelli che ne hanno installato uno sono altospendenti o millennials - spiega Angelini - . I dati di penetrazione non creano ancora grossi shock tra editori e marketer, ma in realtà l’audience che inibisce le inserzioni è molto valida». Gli utilizzatori, poi, non fanno distinzione tra i vari siti. Una volta inserito il plug-in sul browser, è difficile che lo disattivino sulle destinazioni che offrono una user experience di qualità eccellente, e quindi le pessime peculiarità di alcuni rischiano di inquinare realmente tutta la filiera.

Delivery

«Fortunatamente in Italia la viewability è molto alta. I publisher hanno fatto un lavoro molto concreto sulle inventory, tanto che i più virtuosi hanno tassi di visibilità maggiori al 66%. Gli Over The Top sono autoreferenziali, e questo non depone sicuramente a favore della credibilità dei dati che presentano. Al contrario, sono sempre di più gli editori che aprono a misurazioni terze. È questo il modo per risultare veramente trasparenti» continua Angelini. A minacciare la viewability sono i parametri entro i quali viene assegnata la view e il traffico non umano, una delle aree grigie del programmatic adv.

Targeting

Per quanto riguarda il raggiungimento delle giuste audience comScore ha sviluppato Bid Ratings, un prodotto che aggiunge parametri sulla qualità degli spazi, tra cui l’affollamento della pagina, in modo da stabilire con precisione il valore dell’inserzione in pagina.

Uno sguardo alle opportunità

Gli OTT stanno allargando il loro raggio di azione e di controllo del mercato, assorbendo una fetta sempre più grande della torta degli investimenti, «quasi tre quarti, e solo su mobile raccolgono circa l’80% del totale» aggiunge Angelini. Ma mentre per quanto riguarda il mobile è molto difficile strappargli del terreno, il video è un campo di battaglia piuttosto favorevole. L’81% dei video, infatti, è fruito senza audio. Quindi non è dimostrabile se la visualizzazione è passiva o no, soprattutto stando ai parametri che utilizzano i colossi per assegnare le view.

A margine dell'evento DailyNet ha posto un paio di domande ad Angelini: Il mercato raggiungerà i 2,4 miliardi di euro entro fine anno?

Il numero è credibile, ma la crescita potrebbe essere concentrata su pochi, ma grandi, poli. L’accordo che abbiamo sottoscritto con Banzai è stata una buona mossa per controbilanciare le attività degli OTT, ma sono ancora troppo forti. I due grandi driver attuali sono mobile e video: il primo è governato da delle legacy tecnologiche che lo rendono un monopolio dei colossi internazionali; il secondo, invece, è un segmento che può essergli conteso perché i video sono in mano agli editori e le inventory sono scarse. Chi ha in mano i contenuti ha buone possibilità di monetizzare.

Il programmatic invece sembra frenare la sua crescita. È d’accordo?

C’è un problema di trasparenza e di efficienza. Alcuni player hanno zone grigie, come ad esempio l’incidenza del traffico non umano sulle video ads erogate con questa tecnologia. Un altro punto di dibattito sono i costi della tecnologia, che l’investitore non percepisce, ma che in realtà hanno un certo peso sulla società che mette a disposizione i servizi. È sicuramente un elemento su cui fare chiarezza. Inoltre, ci sono altre tecnologie su cui i costi di intermediazione sono più bassi, e non è difficile che i clienti delle strutture programmatiche facciano con questi un paragone. Il problema è che si parla di cose diverse, e quindi anche i prezzi variano.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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