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Verizon acquisisce Yahoo per 4,8 miliardi cash

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L'annuncio ufficiale è arrivato oggi: prevista l'integrazione con AOL, da cui nascerà una società leader nel digital advertising. Ancora lontanissima, però, da Google e Facebook

Alla fine non ci sono state sorprese: Verizon ha acquisito Yahoo per 4,83 miliardi di dollari cash. L’annuncio ufficiale è arrivato oggi, con una nota che ha confermato le sempre più insistenti voci degli ultimi giorni. A spuntarla è stata la società di telecomunicazioni che potrà sfruttare i propri asset nel campo dei dati mobile, facendoli lavorare in armonia con le capabilities tecnologiche di AOL e i brand editoriali di Yahoo. Un colosso che sarà in grado di competere con Google e Facebook nel campo del digital advertising, di cui diventa il sesto attore per entità di investimenti, proprio dietro ai due giganti americani e al trio cinese Baidu, Alibaba e Tencent. “Poco più di un anno fa abbiamo acquisito AOL per migliorare la nostra strategia volta a fornire un collegamento cross-screen tra consumatori, creators e inserzionisti - ha affermato in una nota il ceo e chairman di Verizon Lowell McAdam -. L’acquisizione di Yahoo posizionerà Verizon come top global media company e aiuterà ad accelerare il nostro flusso di entrate nel segmento del digital advertising”. Come nota il WSJ, il prezzo della transazione sarebbe stato impensabile solo qualche anno fa, quando Yahoo capitalizzava oltre 120 miliardi di dollari. Con questo annuncio si chiude un'era per una delle prime aziende hi tech della Silicon Valley e se ne apre un'altra per il gigante americano. Entrambe le società hanno aperto in Borsa con variazioni molto modeste.  

La chiusura dell'operazione per il Q1 del 2017

Domani sera è prevista la trimestrale di Verizon e gli occhi sono puntati sull’operazione, la cui conclusione è prevista per il primo trimestre dell’anno. Nel nostro Paese non è ancora chiaro cosa succederà: uno scenario possibile, ma non corroborato da alcuna verifica, è che AOL possa occuparsi della vendita della pubblicità delle properties Yahoo. Attualmente la concessionaria di riferimento è Mediamond. Sono escluse dal perimetro dell’acquisizione le partecipazioni in Alibaba - valutata 31 miliardi - e in Yahoo Japan - 8,3 miliardi. Anche i brevetti di Yahoo non sono compresi mentre le proprietà immobiliari, compresi gli headquarter di Sunnyvale, passeranno nelle mani di Verizon.  

Yahoo verso l’integrazione con AOL

Yahoo verrà integrata con AOL, acquisita da Verizon l’anno scorso per 4,4 miliardi di dollari, e Marni Walden, evp & president of the Product Innovation & New Businesses organization di Verizon guiderà il processo di transizione. Proprio Walden è stata uno dei manager che ha voluto più fortemente l'aggressione del segmento media da parte di Verizon e che si è occupata del lancio dell'app video dediucata ai millennials go90. Il ceo di AOL Tim Armstrong, secondo indiscrezioni di mercato, dovrebbe essere a capo della nuova società mentre Marissa Mayer, attuale ceo di Yahoo, ha detto di voler rimanere.   Marissa Mayer Marissa Mayer  

Marissa Mayer

“Personalmente, penso di rimanere. Amo Yahoo e credo in tutti voi. È importante per me vedere il prossimo capitolo di vita di Yahoo”, ha scritto Mayer in una mail agli impiegati. Impiegati che sono diventati sempre meno negli ultimi mesi, a causa di una serie di licenziamenti che hanno coinvolto la società, anche in Italia, dove gli uffici sono stati chiusi e le attività editoriali trasferite a Londra. Il ruolo di Mayer nella crisi di Yahoo è stato interpretato in modi diversi. C’è chi ne riconosce la grande capacità manageriale e l’impossibilità di invertire la rotta; c’è chi invece l’ha attaccata e ha soprattutto messo nel mirino le numerose acquisizioni compiute, spesso di società facenti capo a ex colleghi di Google poi chiuse. Anche l’affare Tumblr, asset di punta di Yahoo, sembra si stia rivelando un errore: la valutazione della piattaforma di micro-blogging è stata pesantemente tagliata dall’acquisizione per circa 1 miliardo di dollari. In una nota Mayer ha definito l’operazione Verizon come una grande opportunità. Ed effettivamente lo è, perché come già visto l’integrazione con AOL può rivitalizzare un business in declino. Mayer guadagnerà oltre 50 milioni per aver concluso con successo la vendita della società.  

Ecco perché Verizon ha comprato Yahoo

Nell’annuncio ufficiale, Verizon ha detto di aver comprato Yahoo per una serie di motivi: innanzitutto una global audience da oltre 1 miliardo di persone, inclusi 600 milioni da mobile. La company controlla anche brand molto noti come Finance, News e Sport, e possiede 225 milioni di utenti email attivi su base mensile. Non solo: a livello pubblicitario asset come BrightrollFlurry e Gemini sono molto interessanti, soprattutto in ottica di integrazione con la piattaforma ONE by AOL. Difficoltà, invece, potrebbero emergere attorno a due temi: da una parte la fusione di una società con circa 8.800 impiegati (Yahoo) con AOL che ne ha 5.600 non sarà facile e richiederà tempo; dall’altra AOL dovrà veramente invertire la rotta, dopo anni di contrazione del giro d’affari, trasformando Yahoo in una company profittevole. Sullo sfondo il punto di domanda legato al search, un ramo in decrescita su cui incombe lo spettro Mozilla.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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