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Vivendi fa marcia indietro e punta al 15% di Mediaset

Autore: S Antonini


Il Gruppo di Vincent Bolloré non adempirà all’accordo e rilancia: dal 100% della pay tv scende al 20%. E vuole una quota consistente di Mediaset

Vivendi cambia, a sorpresa, le carte in tavola. E fa parziale marcia indietro nell’accordo per l’acquisizione di Mediaset Premium, con l’obiettivo di entrare direttamente, e in modo più pesante, nell’azionariato del broadcaster di Cologno Monzese. Lo dice anche il duro comunicato di Fininvest, che del Biscione detiene una quota del 34,738%: “L’atteggiamento di Vivendi lascia chiaramente intuire che il suo vero, non dichiarato obiettivo - al di là dell’indubbia valenza industriale dell’accordo stipulato - fosse in realtà quello di costituirsi in modo surrettizio e inaccettabile una posizione di estremo rilievo nell’azionariato di Mediaset”.  

Ma Vivendi nega

Pronta la risposta di Arnaud De Puyfontaine, ceo di Vivendi, che ha negato di voler prendere il controllo di Mediaset. E che ha aggiunto che Vivendi, primo azionista di Telecom Italia con il 24,8%, non ha preclusioni nei confronti di un’ipotesi di fusione tra Mediaset e la compagnia di tlc ma che, al momento, non c’è niente di concreto. Lo strappo di Vivendi è di quelli gravi. L’accordo, sottoscritto, appunto, lo scorso 8 aprile, prevedeva uno scambio reciproco di quote tra le due major, pari al 3,5%, e l’acquisizione del 100% della pay tv da parte dei francesi a titolo compensativo. L’eventuale acquisizione di quote Mediaset - con il suo patrimonio di tv generaliste - non avrebbe potuto superare il 5% del capitale sociale di quest’ultima, in tre anni. Invece, la nuova proposta di Vivendi, arrivata due giorni fa sul tavolo di Pier Silvio Berlusconi, in totale contrasto con quanto concordato tre mesi fa, manifesta l’intenzione di prendere non più del 20% della pay; e di arrivare, in tre anni, al 15% di Mediaset, attraverso un prestito obbligazionario convertibile che presuppone una diluizione della quota del Gruppo di cui è a.d. Marina Berlusconi fino al 31%. Tra l’altro, recentemente, Lazard - ritenuta molto vicina a Bolloré - è entrata nel capitale di Mediaset con un 5,1%. Con Fininvest al di sotto della quota di “minoranza di blocco” che le garantisce il controllo di Mediaset e Vivendi al 15% si potrebbe configurare la possibilità di costituire un patto di sindacato sotto la bandiera francese. Va da sé che Mediaset non ci stia. Recita il comunicato diffuso da quest’ultima: “La lettera di Vivendi elude un riscontro puntuale a un’intimazione rivoltale da Mediaset ad adempiere ai propri obblighi contrattuali - finora inadempiuti -, in primo luogo quello di notificare tempestivamente l’acquisto del controllo di Mediaset Premium alla Commissione Antitrust della Ue. Arnaud De Puyfontaine Arnaud De Puyfontaine

In palese contraddizione

La comunicazione di Vivendi costituisce per Mediaset una novità assoluta e non concordata. Rappresenta una palese contraddizione con gli impegni assunti da Vivendi mediante il contratto firmato l’8 aprile scorso, concluso dopo lunghe trattative con l’approvazione di tutti gli organi competenti di entrambe le parti. Il Consiglio di Amministrazione di Mediaset, già convocato per il 28 luglio 2016 per l’approvazione della semestrale, prenderà ufficialmente posizione su detta proposta e sulla gravissima comunicazione dell’amministratore delegato di Vivendi”. Ad aggravare il tutto, infatti, l’annuncio, sempre di De Puyfontaine, dato verbalmente il 25 luglio: “Non intendiamo onorare il patto stipulato”. Secondo Vivendi, queste intenzioni sarebbero state anticipate a Cologno Monzese già il 21 luglio.  

Mediaset ribatte

Mediaset nega, e rilancia con un altro comunicato: “In relazione al comunicato diramato oggi (ieri per chi legge, ndr) da Vivendi, Mediaset per chiarezza si precisa quanto segue. 1) Non c’è nessuna negoziazione in corso tra Mediaset e Vivendi. La negoziazione è già avvenuta e si è conclusa con il contratto regolarmente firmato tra le parti l’8 aprile 2016. 2) L’analisi dei risultati di Premium è ovviamente avvenuta prima della firma, come accade prima di ogni assunzione di impegni. 3) Quanto a lettere inviate da Vivendi a Mediaset, confermiamo di non aver mai ricevuto alcuna contestazione formale sulla validità o i contenuti del contratto”. Fininvest rincara la dose e “denuncia l’eccezionale gravità e l’assoluta scorrettezza del comportamento di Vivendi. L’annunciata decisione di non voler onorare un contratto valido e vincolante, regolarmente stipulato fra le parti e approvato da tutti i rispettivi organi competenti, viola i più elementari principi del diritto oltre che dell’etica economica. Vengono infranti i capisaldi che assicurano un corretto e ordinato funzionamento del mercato”. E l’idillio, celebrato in pompa magna all’inizio di luglio con la presentazione dei palinsesti autunnali, si spezza. De Puyfontaine dichiara di essere ottimista rispetto all’esito dell’operazione Premium, ma Mediaset non sembra intenzionata a spostarsi di un millimetro dagli accordi di aprile, e aggiunge di essere “fermamente determinata a far valere ogni proprio diritto in ogni sede”. Vincent Bollorè Vincent Bollorè

Tre condizioni che avrebbero potuto rendere nullo l'accordo

Il che significa, in sostanza, una richiesta di danni che si aggirerebbe, secondo stime non ufficiali, tra 1,5 e 1,8 miliardi di euro. Ma perché Vivendi ha agito in questo modo? Lo dice nella nota di precisazione pubblicata ieri, ossia che ci sarebbero sensibili discrepanze nell’analisi dei risultati di Premium. Ma, fanno notare da Mediaset, in nessun punto tale lettera cita i risultati d’esercizio. Infatti, tra le clausole di recesso, quest’aspetto non compare. Tre sono le condizioni, non verificatesi, che avrebbero potuto rendere nullo l’accordo: una falsa dichiarazione su abbonati e Arpu, i primi confermati a due milioni e il secondo cresciuto di 3 euro rispetto alle premesse; la mancanza di diritti di trasmissione televisiva; e la mancanza di garanzie sui diritti del calcio nel periodo che riguarda l’accordo. Nel frattempo, il titolo Mediaset ha sofferto in Borsa per tutta la giornata di ieri, chiudendo con un calo del 7% circa. I risultati del primo trimestre 2016 avevano decretato per Mediaset Premium un rosso di oltre 56 milioni di euro, mentre il valore complessivo dell’operazione Premium è di 756 milioni. Mediaset, però, tra gli inizi e l’estate del 2017, dovrà ridiscutere i diritti per il successivo triennio di Serie A e Champions, per una cifra complessiva stimabile intorno ai 2 miliardi di euro.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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